Pro Pace : almanacco illustrato - 1916

ALMANACCOILLUSTRATO 33 prediletto, regnava la desolazione. Per monti e per valli, lungo i fiumi ed i rnari che portano da un pae~e all'altro le ricchezze della terra, sulle ubertose pianure che il Signore ha benedetto di messi e di frutti, fin nelle violate prolondità dell'oceano e nelle vertiginose altezze del cielo imperversava la guerra. « Ohimè», pensava l'An- · gelo mestamente, « tutta l'intelligenza umana è dun- il!, que messa a profitto del male1 Lucifero impera; alle creature non pare bastante la terra, per seminarvi il dol..re; le loro macchine spave111o~e arano anche il cielo ed il mare, e le sementi di ferro gPrmogliano rovina e morte». Stanco, disgustato, il cherubino si affidò al vento per esser trasportalo in terre lontane; il vento che varcava, il mare infuriando sulle onde, gli parve -confrontato alla raffica di fuoco lasèiata dietro di sè - mite come un sussurro, dolce come una carezza. « Eccoti giunto in un paese di pace» lo avvertì la bufera, deponendolo sulla spiaggia. L'Angelo respirò di sollievo e s'avviò fiduciosamente verso la città che gli s'apriva davanti. Con che diletto nuovo, con quale senso di compiacenza contemplava gli uomini affaccendati in opere diverse! Gli era rivelata, finalmente, la felicità terrestre, quella che viene dalla fatica buona, dalle gare fraterne del lavoro. · « Voglio ammirare l'opera umana, in tutta la sua bellezza» disse a sè stesso l'ingenuo spirito; e, invisibile, varcò la soglia d'un grande opificio. Un alto fragore di metalli percossi lo ossordava; egli corrugò la fronte, ricordando, non sapeva perché, il rombo lontano dei cannoni, il martellio della mitraglia. Ma pili s'accigliò e s'incuµi, quando vide a quale lavoro erano intenti gli operai; fabbricavano essi, febbrilmente, i mostruosi ordigni di ferro che l'Angelo già aveva conosciuto, le macchine che con rapidità e potenza satanica gettano i111orno la morte. « Non m'inganno io, dunque1 Non s~no questi strumenti di guerra f » Biblioteca Gino B anco

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