Pro Pace : almanacco illustrato - 1916

chiati sulle zolle, come spighe falciate di fresco, dovette accompagnarsi a lunghi conv_ogli di feriti, che si trascinavano con Pemiti, cercando un rifugio e gocciando sangue. « Signor-i, che cos'è tutto questo?» domandava l'ingenuo spirito celeste, sempre vissuto oltre le nubi. . L-:i voci rauche, fioche, dolorose delle creature gli risposero « E' la guerra». « La guerra! Ma chi vi manda un sì orribile flagello? Non Iddio, tanto buono; chi ha voluto la guerra?» « Noi » gemettero gli uomini, a capo chino, in teoria infinita, curvi come galeotti alla catena. « Voi? voi che vi lagnate a Dio delle calamità con cui le ribelli forze della natura talvolta vi offendono1 voi che imprecate ai brevi giorni delle convulsioni terrestri e delle eruzioni vulcaniche? voi che piangete per una casa che arde, per un villaggio su cui s'abbatte una frana, per una nave che affonda? La vostra guerra è lutto questo, e peggio ancora: la vostra guerra incendia e abbatte paesi, affonda navi, getta una tempesta di fuoco come il più terribile dei vulcani, sommuove la terra come il più vasto dei terremoti, miete in un anno le vite che le calamità di natura non troncano in un secolo. La vostra guerra si può appena concepire come il flagello d'una divinità fantasticamente crudele; e voi l'avete voluta?» · 1ulla risposero gli uomini curvi come galeotti alla catena: nulla avevan da replicare alla giusta rampogna dell'Angelo. E intanto la tempesta di ferro e di fuoco non aveva tregua. «Addio!», disse allora il celeste pellegrino, scotendo melanconicamente il capo. · « Io non posso restare tra voi. Appartengo al regno della pace e, anche nel mio terrestre viaggio, cerco la pace ». • " . Cammina, cammina, l'Angelo logorava la sua veste nella vana ricerca d'un cantuccio tranquillo. Ovunque, su tutto il vasto continente in cui la Civiltà e il Progresso erano andati a nozze, facendone poi il loro soggiorno Biblioteca Grno B anco

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