Almanacco socialista per l'anno 1880

L1A VVENIHE DEl NOS'l'RI FIGLI. 115 che essi subiscano le condizioni che impone loro la società in cui vivono e vi sottomettano egualmente i loro figliuoli. Sappiamo quanto sieno dure pe! povero queste condizioni! Bisogna che il figlio dell'affamato entri fanciullo nell'officina, che divenga il servo della formidabile macchina che tesse la lana o che trita il ferro. Non solo egli deve obbedire ai padroni, ai sorveglianti, agli infimi operai, ma è anche schiavo dell~ ruote della macchina, sui movimenti delle quali egli deve regolare i suoi. Egli non appartiene più a sè stesso; ogni g·esto diviene in ìui un semplice meccanismo, ogni ombra di ciò che avrebbe potuto essere il pensiero, non è in lui che un accompagnamento all'opera del mostro eccitato dal vapore. Così egli giunge allo stato di uomo quanè.o la spossatezza, la miseria, l'anemia, mettono un rapido termine alla sua vita mancata. Malsano di corpo, ébete d'intelletto, senza idea morale, che cosa diverrà egli e quali saranno le sue gioie i Grossolane e brutali sensazioni, che lo risvegliano un istante soltanto per lasciarlo ricadere più intorpidito, incapace di sottrarsi alla sua schiavitù: E di quando in quando, i legislatori fingono di regolare il lavoro dei fanciulli nelle officine ! Per queste leggi, che si ha l'audacia di chiamare portenti cli umanità, nessun padrone ha diritto di far -lavorare il fanciullo più di dodici ore o di privarlo del sonno della notte, « salvi pertanto i casi eccezionali, » e l'eccezione, lo sappiamo, diviene sempre la regola. Tanto è dire che è permesso di avvelenare, ma soltanto a piccole dosi; di assassinare, ma soltanto a piccoli colpi. Ecco la vostra compassione, iìlustri leg·islatori ! ?vla mmettiamo, che ormai il lavo'ro dei fanciulli

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