[?) questo concetto viene scientificamente applicato a... La funzione mistica tuttavia non è questa intuizione essendo molto più comprensiva e concettualmente meno pura. L'uomo non si limita a pensare, ma sente, vuole, percepisce, agisce. Come esistono azioni puramente automatiche, senza partecipazione del pensiero, così esistono anche idee puramente razionali, senza partecipazione del sentimento o della volontà. E ne esistono altre ancora. Quando un'idea ci afferra, ci sconvolge, ecc., essa compie in campo sentimentale quel che una conoscenza rivoluzionaria opera in quello puramente razionale. L'intensità del suo effetto è un segno di quali grandi masse sentimentali vi siano coinvolte. Masse; poiché qui non si tratta di sentimenti nel senso più stretto del termine, bensì di sentimenti fondamentali, disposizioni sentimentali, costitutivi dell'individualità. Questo è un campo ancora poco esplorato. Ma si può ipotizzare che qui un fattore sia rappresentato dalle universali caratteristiche emozionali dell'individuo, quel che è stato chiamato il temperamento, la reattività, eccitabilità, ecc., una disposizione relativamente stabile; un altro fattore [ è rappresentato dal) le esperienze personali, incluse quelle spirituali. Queste sono conservate in una somma di complessi, confusamente intrecciate a ragionamenti. La malinconia è certamente una cosiddetta malattia dell'anima, e tuttavia essa consolida il suo dominio con l'aiuto dei pensieri da essa colorati. Il pessimismo filosofico, lo stoicismo, la saggezza epicurea non sono affatto creazioni esclusivamente razionali, ma anèhe esperienze vissute. Ora un ragionamento razionale può essere vero o falso, uno sentimentale anche, ma, oltre a ciò, quest'ultimo «interessa» o non interessa. E ci sono pensieri che influiscono effettivamente solo attraverso il secondo. Per una persona priva di risonanza essi sono del tutto confusi e incomprensibili. Eppure si tratta in questo caso evidentemente di un mezzo di comunicazione assolutamente legittimo, anche se non di una universalità vincolante. Il numero di queste forme di comunicazione tra uomini è inoltre più grande di quanto si supponga (coppie-scimpanzé, effetto suggestivo del capo, ecc.). Anche il singolo individuo . sperimenta che il medesimo pensiero, per lui una volta morto, una serie di parole, un'altra volta è vivente. Questo improvviso prendere vita di un pensiero, questa repentina rifusione, per suo tramite, di un grande complesso sentimentale (materializzata con efficacia nella conversione di Paolo), per cui si comprende contemporaneamente se stessi e il mondo in un altro modo: questa è la conoscenza intuitiva in senso mistico. In misura minore è il movimento continuo del pensiero saggistico. Sentimenti, pensieri, complessi di volontà vi sono coinvolti. Non sono funzioni straordinarie, bensì quelle normali. Ma il filo di un pensiero strappa gli altri dal loro posto e i loro riassestamenti - anche se solo virtuali - determinano la comprensione, il suono, la seconda dimensione del pensiero. Poiché la differenza non sta nella funzione, può essere fondata solo nella natura del campo. Sappiamo quanto più limitato sia l'ambito della nostra conoscenza rispetto a quello dei nostri interessi. Escludiamo ora gli interessi mistici, poiché il loro oggetto è metafisico e perché pretendono alla conoscenza mentre per il saggio richiediamo solo una trasformazione dell'uomo. Maeterlinck, Emerson, Nietzsche, in parte Epicuro, gli stoici, i mistici fatta astrazione dall'elemento trascendente, ma anche Dilthey, Taine, la ricerca storica nomotetica appartengono alla sfera del saggio. Qui si trova il ramo umano della religione. Siamo di fronte a una nuova suddivisione dell'attività spirituale. L'una orientata alla conoscenza, l'altra alla trasformazione dell'uomo. Complessi sentimentali lottano per il predominio. Idee direttrici delle epoche o generazioni. Nuovi rapporti tra gli uomini vengono a galla. Ora una elaborazione razionale dei diversi risultati è naturalmente preziosa. Per lo meno un ordinamento sistematico. Esso lotta semplicemente con difficoltà, che non sono mai del tutto superabili a causa dell'ambiguità dell'espresCommentaoMusil Q uesto frammento sagg1S1tco di Robert Musi/, trovato fra le carte postume' dello scrittore privo di titolo e di indicazione di data, è stato pubblicato per la prima volta nel 1973, accompagnato da un ampio commenlo e da una nota sulle varianti presenti 11elmanoscritto, a cura di Marie-Louise Roth sulla rivista Recherches Germaniques (3, 1973, pp. 235-43). Oggi il frammento è compreso nell'edizione completa delle opere di Musi/ curata da Adolf Frisé per Rowohlt (R. Musi/, Gesammelte Werke, Reinbek bei Hamburg 1978). In Italia la produzione saggistica di M11Sil è ancora solo parzialmente conosciuta; esistono traduzioni di singoli saggi', ma al momento attuale non è ancora disponibile un'edizione completa degli scritti critico-teorici (saggi, discorsi, articoli e recensioni) dell'autore dell'Uomo senza qualità. La traduzione di una vasta scelta di questa produzione musiliana, che include anche il teslo qui pubblicalo, è in programma presso l'editore Einaudi. La datazione del frammento ipotizzata dagli studiosi tedeschi non è concorde: mentre MarieLouise Roth, autrice di un vasto studio su/l'aspetto teorico dell'opera musiliana', tende - nel presentare il testo - a collocarlo ne~'arco di tempo che va dal 1920 al /923, basandosi sull'affinità tematica di questo scritto con altri abbozzi saggistici riguardanti questioni etiche ed estetiche (la Roth, nel suo commento, accenna in particolare alla contiguità di saggi come «Kampf um die Sittlichkeit» e «Der Dichter undseine Zeit» del 1921-22), Adolf Frisé, dal canto suo, nell'edizione rowohltiana dei saggi Lositua invece più indietro, a/l'incirca 11el/914. Al frammento è stato dato il titolo indicativo «Uber den Essay» in riferimento al suo tema centrale: un'analisi teorica e sistematica della nozione di 'saggio', della forma Lellerariae delle sue implicazioni teoretiche. Il '.saggio'rappresenta un nucleo essenziale del pensiero di Musi/, una di quelle 'idee' fondamentali attorno alle quali si concerLtranoe si articolano tutta una serie di problemi gnoseologici, etici ed estetici. Occorre appena ricordare che Musi/ non è certo il primo, né sarà l'ultimo, tra i suoi contemporanei a occuparsi e a interessarsi della forma-saggio, la quale può vantare una già cospicua tradizio11edi scritti e di studi, una piccola letteratura sull'argomento'. A questa tradizione Musi/ ha apportato tuttavia un contributo essenziale e originalissimo, ponendo la categoria del 'saggio' e del 'saggismo' al centro della sua opera, e in particolare dell'Uomo senza qualità, e caricandola di sig11ificati filosofici, psicologici, etici oltre che Letterari. La tesi romantica (e Lukacsiana) del 'saggio' come autonoma forma d'arte viene insomma radicalizzata e rovesciata da Musi/ con l'affermare l'arte stessa, la Letteratura stessa, come 'saggismo', mentre il concetto di 'saggismo' viene contemporaneamente esteso al di là della sua caratterizzazione di genere, divenendo atteggiamento esistenziale, forma di vita e strumento di pensiero: «All'incirca come nei vari capitoli di un saggio si considera un oggetto da molti Lati diversi senza comprenderlo tutto (... ) così egli credeva di poter considerare e trattare nel modo più giusto il mondo e la propria vita»'. La dimensione teorica rappresentata dall'idea di 'saggio' è dunque in Musi/ estremamente complessa, proprio perché operante su diversi piani: formale, psicologicoesistenziale, estetico-Letterario, gnoseologico-epistemologico. ln tutti ì casi essa rappresenta innanzi tutto una categoria metodologica: il 'saggio' significa per Musi/, prima di ogni altra cosa, un'indicazione di metodo, ovvero una forma di rappresentazione della realtà e contemporaneamente un criterio di condotta, una forma etica. Le implicazioni teoriche e metodologiche della nozione di 'saggio' discendono direttamente dalle caratteristicheformali del genere, che vengono assunte come simboli e sintomi di una diversa struttura cognitiva. Nel frammento qui presentato M11Silanalizza tali strutture formali e soprattutto «posizionali» della forma-saggio. La natura particolare della forma esige in/alti una determinazione negativa, estremamente congeniale al metodo m11Siliano:per dire cosa è il saggio, occorre innanzi tutto dire quel che il saggio non è. In questo senso il frammento consiste proprio in un progressivo Bibl.otecagInoo1anco Lalli Mannarini avvicinamento ali'individuazione dell'essenza del saggio: si procede per gradi verso Ladefinizione della forma e della categoria di 'saggio·. Infatti, è convinzione di Musi/, e parte essenziale della sua definizione, il fatto che il 'saggio' non possa essere definito immediatamente e che Lasua definizione possa giungere solo al termine di una preliminare e hmga ricerca, come prodotto finale di un'operazio11edi analisi sistematica degli «spazi» che gli sono contigui e dai quali, differenziandosene, esso ricava la sua propria collocazione. Prima ancora di co11siderareLe sue caratteristichespecifiche, Musi/ intende qui11dicompiere una distinzione preliminare e indispensabile: il 'saggio' di cui si parla non ha nulla a che vedere con ciò che generalmente viene cosÌaefinito: i «tralci più leggeri» delle opere maggiori degli studiosi, gli «scarti», informali e non compiutamente elaborati - secondari dunque, - di lavori più ampi e ben altrimenti «impegnati». IL saggio è al contrario, nelle sue realizzazioni più alte, una 'forma' autonoma e necessaria, caratterizzata da proprietà e attributi specifici e peculiari, necessari appunto, cioè inerenti e strettamente funzionali alla 'forma' cui appartengono. li secondo «grado» della definizione, che si incontra all'inizio del frammento, non prende Le mosse da una sua apriorica «essenza», bensì dai «risultati» del suo operare; in altre parole, se L'essenzadel saggio non è determinabile a priori, essa può essere ricavata induttivamente, cioè solo a partire dagli «effetti» del suo agire: «Saggio è: in un campo in cui sia possibile procedere con esattezza, qualcosa con un residuo... Oppure: il massimo rigore raggiungibile in un campo in cui, per l'appunto, non sia possibile procedere con esattezza». Per sviluppare il secondo elemento della definizione - 'saggio' è «il massimo rigore raggiungibile in un campo in cui(. .. ) non sia possibile procedere con esattezza» - Musi/ passa ad analizzare La«posizione» peculiare del saggio. Questo si trova fra il campo della scienza e quello della vita e dell'arte (Lavita e l'arte, pur nelle Loro differenze, rappresentano qui una funzione unica e omogenea in contrapposizione a quella della scienza). La sua è dunque una posizione-limite, di confine, fra due campi ben delimitati e carallerizzati. IL 'saggio' rappresenta una forma intermedia, l'anello di transizione e di trapasso dall'atteggiamento scientifico a quello estetico ed etico. Dei due campi esso possiede (conserva) alcune proprietà mentre ne scarta altre: ha dunque qualcosa in più e qualcosa in meno rispetto al primo e al secondo; rappresenta una forma ambigua e ibrida, ma che proprio grazie a questa ambiguità e ibridità consegue risultati teorici diversi e specifici, cioè non raggiungibili dalleforme diconoscenza proprie degli altri due campi. Per comprendere La natura del 'saggio' occorre dunque individuare anzitutto Lanatura dei campi con cui esso confina: Lanatura e Leproprietà della scienza e quelle dell'arte e della vita. La scienza si corollerizza in primo Luogoper L'assenza (relativa, in quanto ridotta al minimo) della dimensione soggettiva; i suoi risultati sono oggettivi e vi domina il criterio della 'verità'. Essa opera confatti regolari e sistematici, conformi a leggi generali, i quali, possedendo validità universale, consentono «un ordine spirituale di vasta portata». L'atteggiamento scientifico - Logico e sistematico -si incontra dunque con fatti e fenomeni a esso omogenei. Ma questi ultimi non esauriscono La realtà fenomenica: esistono altri fatti e fenomeni che non rispondono a tali requisiti e pertanto rimandano a un altro atteggiamento conoscitivo, che non può esserequello della scienza. Tra questi «fenomeni» vi sono ad esempio i personaggi dei romanzi, per i quali non valgono Le leggi morali convenzionali ma La«Legge»del loro personale e fortuito «destino»; e ci sono Le esperienze «straordinarie» di certi momenti dell'amore, dell'ira e di tutti gli altri rapporti «non abituali» con persone e cose. Ali' atteggiamento scientifico corrisponde dunque una determinata sfera di fenomeni; a quello estetico un'altra sfera fenomenica. li 'saggio' si distingue perché unisce trasversalmente i due gruppi di funzioni; esso applica il procedimento scientifico, proprio del primo campo, alla materia propria del secondo, provocando in tal modo un risultato nuovo e inconsueto; combinando i due fattori produce sione. Storia del movimento interiore. Appendici Qui domina lo schema triadico hegeliano della nascitadel concetto. Rathenau è l'esempio della degenerazione di un saggista in un dilettante di filosofia. Un ulteriore campo limite della saggistica è costituito dalla pubblicistica politica quotidiana. Quest'ultima rappresenta il suo sfruttamento senza accrescere il tesoro. Schleiermacher, Schelling, Hegel, Lassalle. La mancanza di sistematica determina il fatto che gli uomini poetano e poi vivono come i maiali. Produce romanticismo, espressionismo, eccentricità. Parlare a vuoto. (Traduzione di Lai/i Mannarini) Nota (I) Nel testo tedesco si legge: «Es soli von Wage (?] kommen». Il punto interrogativo indica che la parola è incompleta. Noi abbiamo interpretato il termine come un riferimento a wagen, il cui significato (osare, rischiare, azzardare, ma anche provare, tentare) si avvicina a quello di versuchen, utilizzato da Musil più avanti. (N.d.T.) una forma di conosce11za simile e nello stesso tempo diversa da quella scientifica. li 'saggio', infatti, non offre soluzioni «totali» ma solo «parziali», non offre - non può offrire - «verità» ma solo, come afferma Musi/ citando Maeterlinck, «probabilità». Tale «probabilità» non è tuttavia un sottoprodotto della verità scientifica: è un principio diverso, ma metodologicamente altrettanto Legittimo - Legittimo nel campo che gli compete. Si tratta dunque di una differenza di campi (e non di «funzione», poiché «l'elemento logico - nel senso più ampio - resta il medesimo»), ciascuno dei quali possiede il criterio di misura a essopertinente: sono i campi per i quali Musi/ inventerà i termini di «razioide» e di «non-razioide»'. Se Lascienza è venuta a coincidere - nel suo processo storico - con il primo, il saggio, insieme ali'arte, appartiene al secondo. Nella seconda parte del frammento Musi/ descrive Ledue diverse sfere, di cui La scienza e il saggio rappresentano Le manifestazioni storiche e concrete: si tratta di «una nuova suddivisione dell'attività spirituale. L'una orientata alla conoscenza, L'altra alla trasformazione dell'uomo». Note (I) Nachlass, Mappe IV 1/N 48 A 53. (2) Vedi «La Germania in Europa», in Mario Schettini, La, letteraturadella Grande Guerra, ,Firenze, Sansoni, 1968, pp. 151-53; Discorsosullastupidità, Milano, Shakespeare & Co., 1979; La conoscenzadelpoeta (raccolta di sette saggi), Milano, Sugarco, 1979; «Principi di una nuova estetica» e «L'Europa derelitta», in Ca/ibano n. 4, novembre 1979;i capitoli V, VI, VII di L'uomo tedescocome sintomo, in Metaphorein n. 7, luglio-ottobre 1979. (3) M.L. Roth, Robert Musi/. Ethik und Aesthetik. Zum theorethischen Werk des Dichters, Miinchen 1972. (4) Si pensi alla riflessione romantica sul concetto di 'critica' e di 'saggio' visti come forme d'arte, autonome e necessarie, il cui compito è quello di proseguire e portare a compimento l'opera invece di limitarsi a «commentarla»; una tendenza sviluppata e variamente assimilata, più tardi, nelle teorie del giovane Lukacs, di Adorno, di Benjamm. (5) R. Musil, L'uomo senza qualità, trad. it. di A. Rho, Torino, Einaudi, 1972, p. 241. (6) La teoria musiliana del «razioide» e del «non-razioide» è contenuta nel saggio «La conoscenza del poeta», in R. Musil, La conoscenza del poeta. Saggi, trad. it. di C. Monti, Milano, Sugarco, 1979, pp. 83-90.
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