Alfabeta - anno IV - n. 40 - settembre 1982

Oscenitdàellacomunicazione :: "' ,; ,<) <i; si N on viviamo più il dramma dell'alienazione, ma l'estasi della comunicazione. È un'estasi oscena. Osceno è ciò che me/le fine a ogni specchio, a ogni sguardo, a ogni immagine. Osceno è ciò che pone termine a ogni rappresentazione. Ma non è solo il sesso che diventa osceno nella pornografia, a/lua/mente c'è tu/la una pornografia dell'informazione e della comunicazione, cioè dei circuiti di diffusione. una pornografia di Ili/le le funzioni e di tu/li gli ogge11inella loro fluidità e leggibilità, nella loro disponibilità, regolazione, significazione forzata, performativilà, connessione, polivalenza, libera espressione ... Quindi. non è più l'oscenità tradizionale di ciò che è nascosto. rimosso, vietato, oscuro. ma invece quella del visibile. del troppo visibile. del più visibile del visibile- è l'oscenità di ciò che non ha più segreti, ed è completamente solubile ne/l'informazione e nella comunit'ih.ione. Già Marx enunciava e denunciava l'oscenità della merce, e quella oscenità era legata al principio della sua equivalenza, al principio abiello della sua libera circolazione, al di là di ogni valore d'uso de/l'ogge110. L'oscenità della merce dipende dal fallo che essa è astraila, formale e leggera. in opposizione alla pesantezza. a/l'opacità, alla sostanza del/'ogge110. La merce è leggibile: in opposizione al/'oggello che non svela mai completamente il proprio segreto. la merce manifesta sempre la propria essenza visibile, il proprio prezzo. Essa è il luogo formale della trascrizione di tuui gli oggeui possibili: per il suo tramite, gli oggelli comunicano- la forma merce è il primo gra11de medium del mo11do moderno. Ma il messaggio prodo110 dagli ogge11iè già molto semplificato, ed è sempre lo stesso-è il loro valore di scambio. D1111que. i11 fo11do. il messaggio già non esiste più. è il medium che si impo11e11ellasua circo/azio11e pura. È ciò che chiamo, pote11zia/me11te,estasi. Basta proseguire questa a11alisimarxista. o portarla alla seconda o terza pote11za, per capire che 11eè della traspare11zae della osce11itàdel/'1111iverso della comunicazione. che si lascia dietro, di molto. quelle a11corarelative de/- l',miverso della merce. L'osce11ità pre11de tu/li i volti della modernità. Siamo abituati a vederla prima di Ili/lo 11el/aperpetrazio11e del sesso. ma si este11dea tulio ciò che può essere perpetrato 11elvisibile-diventa la perpetrazio11edel visibile stesso. ProstiB bliotecaginobianco Jean Baudrillard mzio11eomicida del visibile-assassi11io iperreale, come certi film «veridici» i11 Sud America e in altri posti, 11eiquali le vio/e11zesadiche sullo schermo si perpetlla110 realmente dura11te le riprese, si110 alla morte ... illsolita eccezione? Forse. ma 1101è1 dello. perché è perfettameme consegueme co11quello stesso famasma della restilllzio11ei11tegra/edel reale, co11 quella stessa esige11za del sempre-più-de/ reale, della resurrezione del dettaglio e del come-se-ci-fosse, che so110caratteristici della pornografia, ma a11chedel rétro 11elregistro del passato. e della «resa» e del «vissuto» i11 quello della vita tout court. La pornografia mira alla resa del sesso. il rétro a quella dell'evemo. del tratto culturale, del personaggio storico. della sce11a.Resa al/uci11a11tdei dettagli. spurgata da qualsiasi immagi11ario a forza di somiglia11w. che con segni troppo esalli mette in fuga ogni nostalgia. Si tratta allora, letteralmente, di 1111a esazione: si spi11go110le cose nel reale. le si sig11ificaa forza. Ma forse le cose 110n so110 mai di per se stesse «vere». se 1101a1l prezzo di esser poste sotto 1111aluce troppo cruda. co11 1111 i11dicedi fedeltà troppo forte. È i11 questo modo che umo il reale è passato 11ell'iperrealtà pornografica. che tutto il prese11teè passato nel rétro, che tlltta la lieve musica del se11soè passata nella stereofonia dei seg11aliche· ci assorda110. La pornografia della morte degli studi sudamerica11i non è, q11i11dis,oltanto u11nuovo ge11erecinematografico, è tutta la violenza iperreale della nostra quotidia11ità. È l'oscmità di tutto ciò che vie11eco11timiamente filmato, filtrato, riveduto e corretto sotto il gra11dangolodel vissuto, del sociale, della morale, della pedagogia, o semplicememe dei media. La sollecitazione forzata (Werb,mg), la pubblicità, /'i11formazione, la saturazio11edello spazio. le ill(erco1111essioni, il bersagliame11to,il co11tatto-tut1aquesta terminologia e questa realtà so110 quelle di 1111oascenità bianca, del flusso i11i11terrottod, ella deiezio11ei11i11terrotta, della abiezione i11interrot1a. È l'oscenità del cambiamell(o, della liquidità feroce dei seg11i,dei valori, della circolazione e estroversione totale dei comportamemi ne/l'operazionale ... Oscmità bia11cae impersonale dei sondaggi e delle statistiche - anche le masse devo110 svelare i loro segreti, anche se 110n11ehanno. Tutti devono svelare i loro segreti, resuscitare i loro fa11tasmie handicap, per farli fruttare, rompere la soglia mi11imaledi silenzio. di dista11zaminima prima della quale 1101c1'è più nea11chedomi11iodel corpo -spezzare lo sg11ardo,-abolirelo sguardo. A be11pensarci. in fondo. l'osce11ità è l'assoluta vicinanza della cosa vista. della superficie di rifrazione-assorbimento e fuga dello sguardo in ciò che vede- ipervisione in primo piano, tfi111e11sio1s1eenza distanza. promiscuità totale dello sguardo co11ciò che vedeprostituzione dello sguardo. La dimensione duale dello sguardo. di gioco e sed11zio11eo di sfida e reversio11e.o anche la dimensione di segreto tra lo sguardo e ciò che vede, il fatto che né lo spirito né lo sguardo vogliano spezzare lo spazio e11igmaticoche circonda simbolicamente og11icosa, a11imata o i11a11imata, e.che in via di pri11cipio la protegge da qualsiasi promiscuità troppo violenta- tutto ciò che è perdwo. proscritto. prostituito ... Contrariamente a quel che si pe11sa.lo sguardo 11011 è mai osceno: è osceno ciò che non può essere guardato, e quindi sedotto, ciò che no11può più essere avvolto dalla seduzio11e minimale dello sguardo, e che viene offerto nudo. se11zasegreti, alla fagocitazione immediata. Tutte le funzioni sono abolite 11e/l'u11icadimensione della comunicazione. È l'estasi della comunicazio11e. Tuui i segreti, tutti gli spazi. tlltle le scene sono abolite nell'unica dimensione de/l'informazione: è l'oscenità. Alla .oscenità calda. sessuale, di una volta. succede l'oscenità fredda e com1111icazionalem, otivazionale. di oggi. Anche l'altra implicava una forma di promiscuità. ma organica, come quella delle viscere in un corpo, o degli oggetti accumulati nell'universo privato, o di ciò che è 1101d1etto e sussurra nel silenzio della rimozione. Mell(re la promiscuità che regna sui circuiti di informazione è quella di u11asat11razio11seuperficiale, di una incessa11tesollecitazio11e, di 1111daetermi11azio11deegli spazi imerstiziali e degli spazi di protezione. Alzo la cornetta del telefono, e ci siamo: t11t10il circuito margi11a/e mi aggancia, mi bersaglia, co11la i11sopportabile buona fede di tutto ciò che vuole, e pretende, comunicare. Le radio libere: parla110. call(ano, si esprimono; bene, è /'osce11itàsimpatica del contenuto in termini di n1edium un po' diversi, il risultato è questo: 1111s0pazio, quello della modu/azio11e di frequenza. vie11esaturato. le stazioni si accaval/a110.si mescolano (al punto che certe volte no11riesco110più a comu11icare): qualcosa che era libero perché c'era dello spazio 1101l1o è più- forse la parola è libera. ma io sono meno libero di prima: 11o'nriesco più a sapere che cosa voglio, tamo saturato è lo spazio. tanto forte è lapressione di ciò che vuole farsi sentire. Cado ne/l'estasi negativa della radio. In effetti, c'è 11110stato proprio di fasci11azio11e vertigine legato al delirio osce110della comunicazione. Forse una strana forma di piacere, ma aleatoria e vertiginosa. Se prmdiamo la classificazione dei giochi fatta da Cail/ois (va/e· qua11tou11'altra):mimicry, agon, alea, ilynx-gioco d'espressione, di competizione, d'azzardo, di vertigine- tutta la tendenza della nostra «cultura» con: temporanea ci porterebbe a una relativa scomparsa delle forme del/' espressio11ee della comperizione (l'abbiamo reperita al livello degli oggetti) a vantaggio delle forme dell'alea e della vertigine, che 1101s1ono più giochi di sce11a, di specchio. di sfida. di dualità, ma piuttosto giochi estatici, solirari e narcisistici il cui piacere non è più quello scenico e estetico. della manifestazione, bensì quello. aleatorio. psicotropo. della fasci11azio11peura. E questo non necessariamente è 1111 giudizio di valore negativo: c'è sicuramenre una trasformazione origi11a/e delle forme stesse della percezione e del piacere.Non siamo ancora i11 grado di misurarne pienamente le conseguenze. Volendo applicare i nostri vecchi criteri e riflessi di sensibilità «sce11ica»,perdiamo di certo il senso possibile de/- l'avvento di questa nuova sfera sensoriale, estatica e oscena. Una cosa è certa: la sce11aci appassiona, l'osceno ci affascina. Con la fasci11azione e l'estasi, scompare la passio11e.Investimento, desiderio, passio11es, eduzione e anche, seco11doCallois, espressio11ee competizione: è l'universo caldo. Estasi. oscenità, fascinazione, comunicazione e anche, secondo Cai/- /ois, alea. azzardo e vertigine: è /'u11iverso freddo, coo/ (anche la vertigine è fredda, in particolare quella degli psichedelici). (Traduzione di Maurizio Fcrraris)

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