Alfabeta - anno IV - n. 40 - settembre 1982

Cfr. Attilio Zanichelli Una cosa sublime Torino, Einaudi, 1982 pp. 71, lire 5.000 Per cominciare a capire la poesia di Attilio Zanichelli, ora al suo secondo libro, che mi pare decisivo, proprio perché decisamente al di là delle retoriche più divulgabili (e armato dunque di retoriche più segrete e sapienti), per cominciare a capire c'è ben poco da spiegare, occorre leggere e rileggere versi come questi: «Mise a tremare il suo corpo/ e poco tempo dopo fummo lontani. Egli passava/ la sua testa sulle foglie, rimase a lungo / coricato con un'ala spezzata.» Oppure, dalla poesia cli vicino»: «Ha certi occhi che non so dire. Un'avara / resistenza. Stende le braccia e sembra sia colpito dalla croce. Ma può essere/ sofferenza o primavera d'aprile.» Dove si pongono in rilievo certi rovesciamenti efficaci come il «passava la testa sulle foglie» o «colpito dalla croce». Forse si tratta anche di questo: rovesciare l'esperienza come un guanto: aggiungo: compresa l'esperienza linguistica. Qualche punto o passaggio lascia perplessi, dove resiste certa poetica crepuscolare e neocrepuscolare della malinconia, del rispecchiamento, della rinuncia linguistica, della ferita segreta o palese, ecc. ecc. Ma sono passaggi che non riescono a smentire né a diminuire l'efficacia delle parti vitali, quando il discorso poetico rispecchia solo se stesso (perché sa che dentro di sé tutto ritrova senza doverlo in qualche modo proclamare o suggerire ...). Il titolo. Una cosa sublime, per tentare di essere troppo sottile rischia di essere banale: non è un gran che l'antitesi tra cosa e sublimità. Parlo del titolo proprio perché mi sembra faccia la spia a certe soluzioni contenutistiche che diminuiscono la tensione delle poesie libere e movimentate. Conferma, mi pare, che certi contenuti di derivazione retorico-politico-letteraria si oppongono ai contenuti reali della poesia, che son come le anguille non come le dita ceree dei «professori». stilistiche del Movimento \fodcrno e dalla sua duplice impoterfza: «sul piano delle trasformazioni strutturali della società tramite formalistiche illusioni sociali. sul piano dell'elaborazione architettonica con l'erronea assunzione degli stessi parametri (socio-tecnotipologici) a impossibili leggi compositive». Tuttavia tale fondazione teorica è ben diversa dalle attuali mode postmodern, non aspirando a uscire dalle difficoltà mediante semplicistici «richiami alla memoria» bensì.a ridefinire la relazione fra natura e storia. Storia non è passato da accantonare o, peggio, con cui «ambientarsi», ma è patrimonio figurativo, non cronologico, «disposto in senso orizzontale di fronte ai nostri interessi». campo di scelte logiche sia «per la soluzione dei presenti problemi nella conservazione del patrimonio storico» sia per la sua trasformazione «in ordini compositivi del tutto nuovi». Natura è luogo fisico delle trasformazioni operate dall'uomo e dunque «inesplicabile spazio dell'esperienza umana», non puro spazio dell'uso, ma sedimento eterogeneo e caotico informe e multiforme, hortus mirabilis e degradato pullulare. el suo lavoro di trasformazione del reale l'architetto si trova a esprimere allora una crescente complessità, in opposizione alla mistica «moderna» del semplice, alla modularità e alla ripetitività dell'lntematio11a/ style. Unità e ordine nascono dal caotico disordine. Dalla complessità del nesso natura-storia nuovi strumenti materiali vengono delineati per l'operare del- - l'architetto: il luogo storico, come strato da riconfigurare; il rilievo totale del territorio nazionale, per valorizzare ogni reperto storico o contemporaneo; il restauro e la ristrutturazione perenne dello spazio come strumenti del rinnovamento dell'architettura. Augusto Illuminati Catalogo n. 2 - Romanzi A111onioPorta Le madri di tulle noi .-------===-------I Libreria delle donne - Milano G.R.A.U. lsti minnt stellam Architetture 1964-80 Roma, Edizioni Kappa, 1981 Questo libro-catalogo delle edizioni Kappa, nella collana diretta da F. Moschini dove già sono apparsi volumi su Purini e Passi, ha il merito di mettere in evidenza un «caso» singolare nell'orizzonte architettonico italiano dell'ultimo ventennio, che tale è per tre motivi: per la costanza di un sodalizio culturale- il Gruppo romano architetti e urbanisti- che ha traversato, pur con contraddizioni, il lungo periodo dal 1964 a oggi; per la loro tenace difesa del valore conoscitivo dell'arte in direzione di un superamento dei punti di crisi del Movimento Interno; per la produzione teorica che ha accompagnato l'attività di progettazione. La formazione del gruppo non fu dettata da ragioni professionali, ma dalla coscienza di uscire dalle secche Biblioteca delle donne - Parma pp. 70, lire 3.000 Le madri di tulle noi (The mother of us ali) è di Gertrude Stein, una delle madri elette da molte donne che leggono, e stende la sua ala protettiva e efficace su un catalogo lodevolmente nuovo che affronta il romanzo passando al di là della critica letteraria (ma naturalmente le scelte iniziali sono anche critiche}. C'è una prima parte in cui vengono presentate le madri, dentro (le poetiche} e fuori (le prime interpretazioni) e una seconda parte che riporta la discussione avvenuta nei gruppi femminili che hanno deciso di fare i conti fino in fondo con la narrativa che più è «loro». La lettura è sempre gradevole, ma soprattutto dà la sensazione confortante che la scrittura letteraria non basta, né può bastare, a se stessa, dunque comunica: e sul che cosa comunica si fonda la sua fortuna, la sua storia tra noi tutti. Ciò vale proprio a partire da una scrittrice tanto intensamente letteraria come Gertrude Stein e forse soprattutto per questo motivo: la letteratura quando va oltre i propri necessari condizionamenti, al di Ìà della sua storia, pure insopprimibile, diventa strumento di liberazione, se non mette in oblio la propria dimensione critica. Rileggiamo questo dialogo della b,oliotecaginobianco Stein, qui messo in epigrafe: • - Gli uomini sono gentili cli cuore se non hanno paura ma hanno paura hanno paura hanno paura. lo dico che hanno paura ma se glielo dicessi la loro gentilezza si muterebbe in odio. Certo i quaccheri hanno ragione. loro non hanno paura perché non combattono. loro non combattono. - Ma Susan B. tu combatti e non hai paura. - lo combatto e non ho paura, combatto ma non ho paura. - E vincerai. - Vincere cosa, vincere cosa.» Nel dibattito, sempre vivo, sul narrare e sul romanzesco, questo catalogo è un eccellente contributo. A.P. Riccardo Reim Antonio Veneziani (a cura di} L'altra faccia della poesia italiana Roma, Savelli, 1982 pp. 180, i ire 7.500 Libretto meritorio. senza dubbio, e da tener presente, che ci dà anche la dimostrazione, un poco controvoglia, forse, ma con lucida obbiettività, che «l'altra faccia» della poesia italiana dalle origini fino all'800, cioè quella supposta erotica, non castrata, è ossessivamente monocorde e a-metaforica, tanto è vero che il maestro di questa faccia nascosta rimane quel nobile veneziano settecentesco, Giorgio Baffo, di cui giova ricordare la splendida edizione Mondadori del 1974 (allora con rilegatura e astuccio e la amorosa cura di Pietro Chiar~ era venduta al modico prezzo di lire 7.000!} ammirato ovunque (tradotto qualche anno fa dalla rivista C/range in Francia) pro- .. prio per la sua chiarezza di enunciato. E si capisce, in un contesto europeo decisamente più allusivo, Giorgio Baffo diventa un campione del materialismo puro, brutale, perfino al di là dell'aera del godimento, una specie di Sade senza delitti e aberrazioni fecali. Bastino qui questi tre versi del nobile (e perseguitato) Baffo: «Mi, se un pittor depenzer vorrà, / Come che go patìo tanto per ella, / Co in man la mona el me depenzerà.» Mona, evviva!, e osello, ben poco d'altro. se si escludono le note politiche e di costume, presenti in Baffo, ma assenti, o quasi, negli altri. Ma sarà poi del tutto vero? in una letteratura che ha dato Boccaccio e Aretino? L'interrogativo rimane aperto. È bene tuttavia non prendere lanterne per lucciole e deprecare i «moderni», come ha fatto qualche incauto recensore, i quali non sono per nulla «frigidi» ma hanno cambiato radicalmente la visione della sessualità e dell'erotismo, tenuti sempre in primo piano. A.P. Alberto Tarozzi Iniziative nel sociale Utopie progettuali e nuovi movimenti sui problemi della casa e del nucleare nella Rft, con un'intervista a Claus Offe. Milano, Franco Angeli, 1982 pp. 164, lire 8.000 «Btirgerinitiativen» significa alla lettera iniziative civiche. Tarozzi ha però preferito rendere il termine con iniziative nel sociale perché l'interpretazione letterale non rende l'idea di un movimento che non si lascia racchiudere nei limiti della dimensione asettica ciel «civis». Si tratta della nebulosa di strutture organizzative di base nate in Germania dalla fine degli anni '60 ad oggi con lo scopo di dare espressione alle esigenze di autogestione relative ad un arco di problemi assai ampio: dalla protezione dell'ambiente ai problemi del traffico, dall'intervento sull'assetto urbano all'educazione, dall'organizzazione del tempo libero al costo dei servizi pubblici. Solo in alcuni casi - e sono quelli su cui si concentra l'attenzione del!' Autore - come la lotta contro la ristrutturazione a scopi speculativi degli insediamenti operai nella Ruhr e le grandi manifestazioni antinucleari, queste esperienze hanno superato le dimensioni locali. Ciò non toglie che nel suo insieme il fenomeno rappresenti un clamoroso esempio di irriducibilità dei comportamenti sociali in un paese che viene citato come modello cli «governabilità» da tutti i campioni della democrazia autoritaria. Alternando documentazione sociologica e spunti cli riflessione teorica. Tarozzi mette in luce le dinamiçhe sociali concrete che costituiscono la «materia prima» del dibattito fra i grandi sociologi e politologi tedeschi contemporanei (da Habermas e Luhmann, da Scharpf a Offe), in modo eh~ un patrimonio teorico oggi al centro del dibattito internazionale viene liberato dagli eccessi di formalizzazion~ che spesso lo accompagnano e restituito al suo rapporto vitale con la ricerca sul campo. Di particolare interesse risulta in questo senso l'intervista con Claus Offe, che da un'analisi del rapporto fra iniziative nel sociale, movimento antinucleare e risultati elettorali del partito «Verde» e di altre liste alternative, sviluppa alcune indicazioni sulla possibile evoluzione di una forma partito strumentale alla convergenza degli interessi e dei bisogni di una pluralità articolata di soggetti sociali esclusi dalla contrattazione dei grandi interessi corporativi e che rifiutano unificazioni ideologiche. ~ I PRIMOCARNERA EDITORE L 3.000 \prllllC MENSILEDI EDITORIA Informarsi per capire meglio l'informazione In edicola a metà mese Abbonamento: 33.000 (undici numeri); estero 66 mila. Indirizzare assegno sbarrato intestato a Nuova Società s.r.l. via Boccaccio 35 - 20123 Milano oppure servirsi del conto corrente postale n. 38329207 intestato a Prima Comunicazione via Boccaccio 35 20123 Milano In edicola OONVt GtTP. Hé CE UNA' !D".A, QuALCUK TlRAflJOKI te e.1L•.N, . , a lire 2000 Il piccoloHans n.34 aprile-giugno 1982 Il paesaggio ha un preciso legame con la struttura dell'apparato psichico? dal som>nario: V. Finzi Ghisi: Che cosa è un angolo? S. Finzi: Le nozze della grammatica e delJa geometria. A. Artaud: l\1ercredi 7 mai I 947. J. Bcan: La psicoanalisi al rovescio. S. Agosti: "Je dis: une tleur", P. Volponi: Natura ed Animale. V. Bonazza: Lettura di Novalis. edizioni Dedalo

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