Alfabeta - anno IV - n. 40 - settembre 1982

Zanichelli SA Serie di Architettura Una serie di monografie economiche ricchissime di materiali per comprendere l'architettura moderna attraverso le opere dei suoi protagonisti. LE CORBUSIER a cura di Willy Boesiger pagine 256, 543 illustrazioni, lire 8 400 MIES VAN DER ROHE a cura di Werner Blaser pagine 200, 144 illustrazioni, lire 8 400 ALVAR AALTO a cura di Karl Fleig pagine 208, 543 illustrazioni, lire 8 400 FRANK LLOYD WRIGHT a cura di Bruno Zevi pagine 288, 580 illustrazioni, lire 8.400 PIER LUIGI NERVI a cura di Paolo Desideri, Pier Luigi Nervi jr, Giuseppe Positano pagine 200, 400 illustrazioni, lire 8 400 KENZO TANGE edizione di H. R. Von der Miihll in collaborazione con Kenzo Tange e Udo Kultermann pagine 240, 348 illustrazioni, lire 8 400 GIUSEPPE TERRAGNI a cura di Bruno Zevi pagine 208, 450 illustrazioni, lire 8 400 LOUIS I. KAHN a cura di Romaldo Giurgola pagine 200, 389 illustrazioni, lire 8 400 ALDO ROSSI a cura di Gianni Braghieri pagine 208, 135 illustrazioni, lire 8 400 JOSEF HOFFMANN a cura di Giuliano Gresleri pagine 200, 350 illustrazioni, lire 8 400 ERICH MENDELSOHN a cura di Bruno Zevi pagine 208, 380 illustrazioni, lire 8 400 TAM Teoria dell'Architettura Moderna L'architettura e la città contemporanea nelle invenzioni e nelle idee dei loro creatori Otto Wagner ARCHITETTURA MODERNA e altri scritti Saggio introduttivo di Giuseppe Samonà pagine /68, 5/ illustrazioni, lire 8 000 Le Corbusier PROPOSTE DI URBANISTICA pagine 166, 67 i/lustrazioni, lire 8 000 Henry van de Velde FORMULE DELLA BELLEZZA ARCHITETTONICA MODERNA Saggio introduttivo di Anne Lambrichs e Maurice Culot pagine 136, 27 illustrazioni, lire 6 000 Adolf Loos LA CIVILTÀ OCCIDENTALE. «Das Andere• e altri scritti Saggio introduttivo di Aldo Rossi pagine /96, 32 illustrazioni, lire 9 600 Henry-Russell Hitchcock Philip Johnson LO STILE INTERNAZIONALE Saggio introduttivo di Tom Benton pagg. 262, 140 il/ustrazio,1i, lire 9.600 Cfr. Giovanni Raboni Nel grave sogno Milano, Mondadori, 1982 pp. 80, lire l 0.000 C'è una richiesta di sospensione del gioco o, meglio, di rallentamento quasi da moviola, come una poetica segreta che unisce e insieme espande il discorso suadente, quasi ipnotizzante, delle poesie che Giovanni Raboni raccoglie nel suo terzo libro, Nel grave sogno. li sogno è l'elemento rallentante, come nell'acqua i movimenti dei subacquei; in questo senso può essere definito «grave•, come nel titolo: peso che impedisce alle braccia e alle gambe la velocità imposta dalla vita quotidiana, dal suo consumarsi intollerabilmente veloce. Da un altro punto di vista, quello dei movimenti che si osservano nelle poesie, il sogno in cui sono immerse, può essere definito lieve, perché fa da lievito, trascina in alto, libera, come in questo caso: «... quando ancora / tutto, anche vincere, anche / azzeccare questo tiro teso, radente, tra decine / di gambe e lentamente/ spalancando la bocca/ correre verso il centro, rotolarsi/ nell'erba, in lenta muta sfida stendere / le braccia al cielo era possibile... ». Quando tutto era, è, rimane, possibile il sogno agisce e il «grave» svanisce. L'immobilità come condizione di resurrezione, dunque di attesa infinitamente prolungata, buco d'uscita dalla «grave» morte. Ecco: «Eppure lo so (adesso/ che sei niorto lo so)/ è ancora una persona la tua, un astuto/ labirinto dove la vita / entra e esce, un monumento / di specchietti girevoli, una macchina/ delicata, stupenda ... ». E a conferma: «ferma, ere11a, teneramente/donna più giù della vita / e neanche, credo, t'accorgi dei serpenti/ che leccano l'ovale dei capezzoli,/ tutta fuori di mente nell'attesa/ di ciò che è stato.~ È chiaro che pagine di pura poesia come queste non lasciano le cose come stavano; occorre prendere posizione: o resistere e cancellare la verità-menzogna del sogno o lasciarsi trascinare. Per un certo tempo, lo confesso, ho resistito; ora ho deciso, all'ennesima rilettura, di farmi traghettare sull'altra riva del fiume, di godere la lentissima corrente, scorrendo lungo la fune che ci trattiene lungo la linea prestabilita al passaggio. Detto cosi può sembrare un poco brutale e immotivato e forse in parte lo è; ma a rifletterci ancora trovo una risposta decisiva: su questa riva del fiume non è possibile vivere, dunque è necessario passare di là, scegliere l'avventura, il viaggio del sogno, entrare se_nzapaura dentro le immagini, tentare di carpirne il segreto, o anche più semplicemente farsene nutrire e ricominciare, proprio contro la .morte, a celebrare la vita, senza alzare la voce, coi movimenti discreti del nuoto a lunga resistenza. Vien voglia di dire: il resto è letteratura, perché non è difficile constatare come Giovanni Raboni si sia così totalmente liberato di ogni debito di tipo letterario; tanto che non ho resistito alla tentazione di parlare, ancora una volta, pericolosamente in Italia, di Renato Giovannoli La scienza della fantascienza Milano, Espresso strumenti, 1982 pp. 163, lire 4.000 Giovannoli è riuscito a scrivere un libro sulla fantascienza il cui interesse è pari alla materia di cui tratta. Impresa non da poco, che l'autore riesce a condurre in porto evitando le tentazioni critico-classificatorie del genere letterario, che hanno invece tradito la maggior parte dei suoi predecessori, e concentrandosi sulla SF come processo di produzione di idee. Scienza della fantascienza è l'insieme di regole che determina l'evoluzione di una serie di discipline immaginarie: astrogazione, linguistica interplanetaria, psicostoriografia, sociodinamica, ecc. L'autore dimostra come determinate soluzioni teoriche (per es. i viaggi in iperspazio che consentono di risolvere i paradossi legati al limite assoluto della velocità della luce) si impongano nella comunità degli scrittori di SF con modalità simili a quelle con cui si impongono le nuove teorie nella comunità scientifica. Ma non si tratta solo di analogie formali. Scienza e fantascienza interagiscono anche a livello di contenuti, e non è solo la prima ad influenzare la seconda, il feedback è reciproco. Giovannoli dimostra infatti come nell'evoluzione (parallela fra i due campi) dal neopositivismo al relativismo critico si creino effetti di risonanza fra narrativa e teoria scientifica, per esempio in campi come quello degli universi paralleli, delle teorie della comunicazione, dell'identità e del soggetto. In questo modo il libro si trasforma in uno stimolante excursus sul dibattito epistemologico contemporaneo, in cui l'autore mette in luce i rapporti fra le correnti emergenti nella filosofia della scienza del nostro secolo e la tradizione idealista, la quale finisce per offrire paradossalmente il quadro concettuale più adeguato agli esiti di un fisicalismo che è venuto trasformando la sua concezione del sostrato materiale fino a dissolverlo in una miriade di modelli di tipo probabilistico. Valerio Romitelli Critica dell'economia politica e teoria delle forze produttive Milano, F. Angeli ed., 1982 pp. 24 I, lire 8.000 C.F. Utopisti russi del primo Ottocento A cura di Marina Rossi Varese Napoli, Guida, 1982 pp. 204, lire 11.000 Una delle caratteristiche più palesi degli scritti di utopia, soprattutto se letti decenni o secoli dopo la loro stesura, è che in essi si scorge non tanto il mondo ideale e a venire immaginato dai loro autori, quanto piuttosto la cultura e la civiltà del tempo in cui sono stati concepiti (lo Stato antico nella Repubblica di Platone, la nascita dello Stato moderno nella Utopia di More ...). Questa regola trova una verifica molto evidente negli scritti degli utopisti russi pubblicati in questi giorni da Guida: tra il 1820 e il 1804, Alexander Dmitrievic Ulbyssev ( 1794-1858), Faddej Venedictoric Bulgarin ( 17891859) e Vladimir Fedorevic Odoevskij ( 1803-1869) tracciano futuri possibili per lo più ottimistici per la nuova Russia, che in quegli anni attraversa una fase euforica e espansiva (le vittorie nelle guerre napoleoniche, le speranze riformistiche, la colonizzazione dell'Oriente e il nuovo peso politico in Occidente, ecc.). Muovendo da modelli letterari europei, come appunto More, o Fénelon, Swift, Ramsay, Haller, gli utopisti russi sono però proiettati in una dimensione fortemente nazionalistica (siamo negli anni in cui si sviluppa il movimento slavofilo): enfasi della tradizione nazional-popolare autoctona; presenza più o meno latente, anche nell'utopia, di un potere autocratico; centralità della religione, per quanto stemperata in forme di deismo razionalistico ...Solo nel caso di Odoevskij si registra una piìl spiccata accentuazione positivistica dell'utopia come avvenire scientifico, e una immagine meno centrale del potere zarista. L'utopia è qui lo specchio sintomatico del voler-essere della Russia ottocentesca, dei suoi complessi di inferiorità rispetto all'Europa, delle sue fantasie di potenza, del mito del progresso e di quello della Tradizione (e Passando per la città - scrive Ulybysev descrivendo una Pietroburgo futura- fui colto dalle vesti degli abitanti. Univano l'eleganza europea alla magnificenza asiatica e dopo aver osservato attentamente, riconobbi il caftano russo con alcune modifiche•). E il futuro che vi si annuncia non è così remoto come vorrebbero gli utopisti: prefigurazione congetturale di una Russia futura, l'utopismo russo dell'inizio dell'Ottocento è piuttosto il prodromo del nichilismo fin de sièclequando, cadute le speranze espansionistiche e libertarie, l'utopia progressista si trasformerà in passione distruttiva, e il futuro assumerà una dimensione eminentemente negativa. una pianta di prigione urbana e come la si realizza in Milano). Merito di Marco Bechis, certamente (ospitato a suo tempo nel e Club Atletico» e fortunatamente trasferito entro breve tempo in un carcere normale, dunque garantito, perché in possesso di passaporto italiano, essendo figlio di italiani) ma anche, occorre sottolinerarlo, dell'Assessorato alla cultura del Comune di Milano, che ha capito come un lavoro al massimo livello artistico può rendere persuasivo un appello politico in un universo inquinato dalle false informazioni. Vale la pena di citare quanto Guido Aghina ha scritto nella presentazione stampata nel catalogo: cLa collocazione di questa mostra-spettacolo in via Morigi 8, che non è certamente sede abituale delle manifestazioni che vengono promosse dal comune di Milano, deriva dal fatto che in via Morigi 8 le cantine furono probabilmente usate nel 1700 come carceri di un tribunale giudiziario ... >. Quasi un invito arileggere quel capolavoro di intelligenza politica e morale che si intitola cLa colonna infame», di Alessandro Manzoni (recentemente ristampato da Sellerio Editore). Completava la mostra l'elenco dei detenuti cscomparsi» registrati dalla Asemblea permanente por los derechos humanos di Buenos Aires, in modo che durante la mostra hanno potuto avere luogo i necessari aggiornamenti, quelli possibili a Milano, e una serie di interviste a cittadini milanesi sulla parola «desaparecido» e sul significato del termine cscomparso». Le risposte registrate sono apparse informate e politicamente taglienti. A.P. Lapis/arte rivista trimestrale Salerno, Campo edizioni, s.i.p. Lapis/arte testimonia, all'interno della pubblicistica dedicata alle arti visive, di un certo momento di autocritica rispetto alla figura del critico (e della critica) cmilitante». Nei dibattiti di questi anni è infatti risultato con chiarezza come la figura del 'critico militante' non sia l'espressione di una singolare combattività, di uno speciale legame con l'attualità culturale, ma come anzi - e con particolare evidenza nel settore delle arti visive L'autore, sulla scia della scuola alt- - presenti una piena conformità con il husseriana e di Badiou, cerca di evi- mercato. Cosi che spesso, piìl o meno Maurizio Ferraris denziare la possibile reversibilità della esplicitamente, le riviste d'arte divendinamica fra socializzazione e appro- Desaparecidos gono una sorta di catalogo di vendita priazione privata, mostrando cioè che dove sono? per corrispondenza: il critico scrive dalla gestione «sociale» delle forze Mostra sul campo segreto di detenzio- sulla rivista e, al tempo stesso, cura produttive può nascere appropriazio- ne cClub Atletico• di Buenos Aires. una certa scuderia di artisti, di cui la ne privata e una nuova borghesia. La Testimonianza videografica di Marco rivista diviene la vetrina. Rivoluzione culturale cinese è qui evi- Bechis. A questo venir meno, o integrarsi, dentemente usata per saggiare i limiti Comune di Milano, ripartizione Cui- della critica militante, Lapis/arte opdella tradizione marxista senza cadere tura e Spettacolo - Amnesty Interna- pone una diversa immagine, quella nella passività storica del pensiero tional. Milano, via Morigi 8 della ccritica della critica• (suona cosi «negativo», la cui critica della ragione 22/6 - I Ì/7 1982 il titolo di un recente volume di Filicoccidentale» elude il problema della berto Menna, che è uno dei collaboratrasformazione del reale. Una mostra come opera d'arte al tori di Lapis/arte): ci~ come una attiLa Rivoluzione culturale è stata l'e- servizio della giustizia politica senza vità che comprenda, al tempo stesso, sperienza-limite del marxismo-lenini- rinunciare a se stessa. Interazione per- un esame della panoramica artistica e smo e ha spinto alle estreme conse- fetta tra realtà storica (il vero cClub una critica delle coordinate attraverso guenze le sue contraddizioni interne, Atletico» di Buenos Aires, ora demo- le quali il mercato culturale tende a fino al punto da svelare la sua capacità lito, prigione per futuri cdesapareci- leggerla e interpretarla. Per cui la cridi farsi ideologia di legittimazione del dos» e prigionieri politici, di pronto e tica d'arte diviene, contemporaneamendominio di una borghesia piìl aggressi- rapidissimo impiego dentro la città, te, una fenomenologia delle espressiova di quella classica. per torturare subito e esaperne di piìl• ni artistiche e una sociologia della criSebbene alcune analisi e valutazioni su quelli rimasti liberi, in modo da al- tica, distanziandosi in tal modo dalla siano discutibili - probabilmente an- largare l'azione poliziesca senza dan- semplice proposta di tendenze o artiche per una sfasatura «politica» fra nosi indugi) e ricostruzione ideale sti, che è appunto visibilmente solida- J; tempi di concezione e tempi editoriali (una vera cantina milanese che diventa le con il mercato. I:: - il nucleo dell'argomentazione man- luogo della sopraffazione e della soffe- Dal campo delle arti, questo tipo di ~ tiene interesse e validità e potrebbe renza). Rapporto di grande equilibrio lettura viene esteso alteatro, all'archi- .;: stimolare una ripresa di un dibattito tra contenuti e forma, senza retorica, lettura, alla teoria, con collaboratori .,. troppo spesso oscurato da fluttuazioni con il linguaggio dell'arte povera, se come Alberto Cuomo, Lorenzo Man- " «pura poesia»». della moda. vogliamo, e insieme della asettica mo- go, Rubina Giorgi. ~ Zanichelli Antonio Porta Augusto Illuminati stra di architettura (come si disegna M.F. ~ loiioiiiiii.-i.iii.,;ìiiii.i........... ..,.i,,ii,...,..,iiiiiiiiii,11----------------L--------------....1...---------------1.--------------Jc B1b1otecag1nob1anco

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