Alfabeta - anno IV - n. 33 - febbraio 1982

Cfr. Stili marxisti ("Metamorfosi", 4) li marxismo dopo le grandi narrazioni: crisi e ipotesi di costruzione Bottiroli, Cioffi, Coppellotti, Gasperoni, Jacono, llluminati, Markus, Preve, Turchetto, Vigorelli, Zanantoni Milano, Franco Angeli, 1981 p. 232, lire 7.000. elle tracce di Rosdolsky, uno scritto di Vigorelli sul valore d'uso; le note acute di llluminati «oltre Luhmann• («nella sua operazione lucidamente controrivoluzionaria ma all'altezza della ristrutturazione•) indagando il modello di Prigogine e della scuola di Bruxelles; influenze inoltre habermasiane e althusseriane: è ciò, mi sembra, che caratterizza l'insieme di scritti a cui giunge maturamente la rivista Metamorfosi nel n. 4. Ha il titolo «Stili marxisti»: che, dopo la nozione di «stili di razionalitb proposta da Viano e da Tagliagambe contro la «crisi della ragione•, pare suggerire una critica secca efficace della nozione facile, ufficiale e corrente, relativa a «i marxismi• (nozione cristiana in fondo). Con stili di una storia articolata si vuole dunque intendere qui un fondo comune,cheavrebbe due comi attuali: il marxismo orientale (leninista), di cui C. Preve a voce dice che «è stato grande cosa da cui congedarsi», e l'occidentale (sia «critico• o aggiornato che «filosofico•) ora in un'impasse. Del libro di rivista, da confrontare tutto, che sta sul tavolo dei vecchi marxisti residui e dei giovani in generale, è stata data una presentazione alla .Statale di Milano iJ 16 dicembre '81. Si è parlato del nuovo Habermas grossissimo che si attende di leggere. Metamorfosi secondo Preve, che con Maria Turchetto ha scritto un editoriale del numero, non vuole proporre un nuovo ritorno al programma originario marxiano, ma «una tendenza teorica nuova senza flirtare con paradigma e con centrature• (a voce; si riferisce a Kuhn, e agli altri utilizzi aggiornati di Giorello-Mondadori che sono divenuti il cuore dell'Enciclopedia). Giorello presente in persona si è dichiaiato non marxista; ha espresso disagio perché, ha detto, scopre nella rivista non una ricerca fra le altre ma un intento «metateorico»; ha accusato di neo-oscurantismo i francofonesi; e ha definito arcaica e scientista l'immagine della scienza in Marx (Engels è stato da lui detto «più articolato•); e ha infine proposto la sua tesi più recente estremizzata: la sinistra deve combattere il marxismo. Appare anche da tale intervento che Metamorfosi ha una virtù almeno provocatoria verso la sincerità. E poiché io me ne sono andato, il figlio di Paolo Volponi, che era presente con me, mi ha poi riferito che sono stati difesi i francofortesi come critici dello scientismo e non della scienza. . Francesco Leonetti Davide Roma Accademia di francia a Roma Dicembre 1981-Febbraio 1982 Catalogo a cura di De Luca Editore, con uno scritto di presentazione di Jean Leymarie e con prefazione di Giulio Carlo Argan Ecco una mostra tutta da meditare a lungo oltre che da non perdere. I rapporti tra Jacques-Louis Davide Roma (e l'Italia, Parma, Bologna, Firenze e poi Napoli) furono esemplari, segnati da folgorazioni che solo un genio «onesto• come lui poteva essere preparato a ricevere senza rimanerne incenerito. «llluminazione improvvisa della verità» la definl lui stesso al suo ritorno a Roma da Napoli ( I 779) e aggiungeva: «Mi sembrò che mi avessero appena fatto l'operazione della cataratta. Capii che non potevo migliorare la mia maniera il cui principio era falso, e che bisognava divorziassi da tutto ciò che in un primo tempo avevo creduto fosse il bello e il vero». «Sotto la spinta di un'ispirazione del tutto nuova feci una grande figura di schiena che mi procurò molti elogi a Roma». Recupero dell'antico, sotto la spinta romantica e pre-rivoluzionaria (innestare una polemica su David neo-classico, oggi, è un po' un mentire sapendo di mentire o voler colpire alla cieca non si sa chi, con risultati da boomerang...), con citazioni decisive dal Caravaggio (si veda lo studio di nudo dal vero detto Ettore), verso un'interazione tra ideali dell'arte e speranze rivoluzionarie che ha avuto del miracoloso. Scrive Jean Leymarie: «David è preso interamente dalla rivoluzione ... È l'avventura unica di un pittore che vede all'improvviso i propri quadri animarsi attorno a sé, i suoi personaggi antichi risuscitare e scendere nella strada ... Non soltanto ogni cittadino sente dentro di sé l'anima di Bruto ... ma è la toga stessa di Bruto che Talma porla sulla scena, il mobilio di Bruto che si impone negli interni, mentre la moda imita le vesti e le pettinature delle figlie di Bruto•. Rapporti intimi tra pittura e teatro (rimandiamo al saggio di Lotman pubblicato sul numero 32 di Alfabeto). Che straordinarie avventure e messe in scena le stesse storie dei quadri più importanti (gli Orazi, il San Rocco...) cosi ben raccontate da Régis Miche! nel catalogo che a buon diritto deve definirsi «storico• (di portata Man Ray Tutti gli scritti A cura di Janus Milano, Feltrinelli, I981 pp. 543, lire 70.000 Un nuovo titolo viene ad arricchire . la bellissima collana di scritti d'arte della Feltrinelli (amichevolmente, la «Feltrinelli gialla»). Dopo le raccolte di Paul Klee, di Boccioni, di Kandinsky, di Malevic, di Carrà, di Magritte e di Sironi; dopo i due «almanacchi•, quello di Wingler sul Bauhaus, e quello di Schwarz sul Dada, ecco uno degli artisti più appetitosi nel panorama delle avanguardie del novecento: Man Ray. ,Janus, «da molti anni studioso delBibliotecaginotJ1anco l'opera di Man Ray», come recita la bandella di copertina, ha raccolto in una sorta di anteprima mondiale tutti gli scritti di questo straordinario personaggio, che ha saputo nel campo dell'arte attraversare con disinvoltura tanto i diversi «ismi» dei primi del Novecento, quanto i differenti territori (per tecnica, per ambito disciplinare, per committenza) nei quali l'arte contemporanea, abbandonato il cavalletto, si cimenta. Man Ray è dunque uno straordinario eclettico dell'avanguardia storica: dadaista nello spirito, surrealista nelle molte realizzazioni, ma talora perfino astrattista o neofigurativo, o informale. Ecclettico con gli strumenti, dicevamo: pittore, raffinato fotografo dalle arditissime sperimentazioni, cineasta, disegnatore, forse designer, potremmo aggiungere, almeno se intendiamo come un po' postmoderni i suoi oggetti d'affezione, paradossali sl, ma anche realizzati tenendo· di conto il gioco sulla vita quotidiana, la presa di giro della superficie e della decorazione del vivere comune e della produzione di massa ad esso relativa. Nel volume Man Ray si dimostra però anche qualcosa di più: un teorico di se stesso (come quasi tutti i grandi artisti sperime~tali, che insieme all'opera diffondono anche le regole per il suo uso e per la sua interpretazione); e soprattutto un teorico della produzione artistica in generale, lucido forse come pochi prima di lui. Infine, il piacere della letteratura, che traspare dalle lettere come dalle pagine di diario, dagli articoli effimeri per il giornalismo quotidiano come dalle poesie e dai progelli di romanzo. È qui, negli scritti, che cogliamo (con la conclusione) ilsuo vero autoritratto. John Cohcn I Robot nel mito e nella scienza Bari, De Donato, 198I pp. 138, lire 6.500 o.e. Cohen è alla ricerca di un filo conduttore che definisca un percorso unitario dalle statue oracolari semoventi dell'antico Egitto ai sofisticati servomeccanismi ele11ronici dei giorni nostri, tentando di cogliere l'area di convergenza fra il sapere tecnico sviluppatosi nelle grandi epoche «meccanicistiche• (l'Ellenismo, il Settecento, fino alla seconda rivoluzione scientifica in corso) e. le figure ricorrenti dell'immaginario sulla crea~ione di un doppio umano (l'homunculus ermetico e alchemico, il Golem e le innumerevoli versioni dell'androide nel mito e nella letteratura). Il modo in cui Cohen monta il suo materiale esemplificativo ci aiuta a capire come meccanicismo e vitalismo, apparentemente agli antipodi, siano in realtà mossi da uno stesso atteggiamento profondo: il pigmalionismo. Sia che passi per le vie del mito che per quelle della tecnica, l'aspirazione umana è sempre quella di «dare corpo• alla potenza creativa del suo ingegno e/o della sua immaginazione; di far si, come riusci a Pigmalione, che l'oggetto morto della sua opera si animi attraverso l'amore dell'artefice. Nelle parti conclusive del suo lavoro, Cohen sviluppa la tesi secondo cui questa aspirazione tenderebbe oggi a perdere il suo cara11ere «proiellivo». trasformandosi in una nuova concezione del.rapporto fra.il soggetto urna, no e l'oggettività che lo circonda, concezione espressa dalle teorie cibernetiche del soggetto (Ba te.sone soci), che utilizzano i modelli de1la vita e dclrintelligenza artificiali non per·«sostituire» l'uomo ma per penetrarne le strutture interne. Il Ticino e la sua gente. La storia, l'economia, l'ambiente a cura di Giovanni Giovannetti e Stefano Pattarini Pavia, formicona editrice, 1981 pp. 159, lire 25.000 c.f Con il contributo di un'ampio ventaglio di collaborazioni (0110 nomi, oltre a quelli dei due curatori, per la parte fotografica, nove nomi per i testi) Giovannelli e Pattarini hanno raccolto una notevole mole di materiali documentari i sulla valle del Ticino ed i suoi abitanti, suddivisi - come annuncia il sottotitolo- in tre sezioni, rispettivamente, di carattere storico, socioeconomico e naturalistico ambientale. Di estremo interesse risulta la sezione storica, le cui immagini, grazie anche ai documenti messi a disposizione dall'Archivio Storico Civico di Pavia e ad, una buona organizzazione dei testi, riescono a restituirci la filla rete di interdipendenze che ha messo in relazione nel corso dei secoli Pavia e gli altri porti della rete di canali navigabili lombardi con l'ambiente naturale della valle del Ticino e i suoi abitanti. In particolare le immagini degli antichi mestieri (cavatori, pescatori, lavandaie, cercatori d'oro, ecc.) e dei mezzi di trasporto fluviali offrono un'affascinante esempio di come la specificità del rapporto uomo-ambiente generi uno stile di vita che si fissa indelebilmente nei gesti e nelle forme degli oggetti. La seconda ed ancor più la terza parte (la quale documenta in particolare i problemi della tutela ambientale in relazione al progetto del Parco del Ticino) sembrano proporsi di dimostrare che lo spirito di questo stile di vita si è riprodotto in forme nuove, generando energie sociali capaci di opporsi a-Ila devastazione ecologica del Ticino e di rivalorizzare l'antica alleanza fra il fiume e chi col fiume vive a stretto contatto. Da sottolineare l'efficacia del linguaggio sequenziale adottato dai curat_oriper la loro narrazione attraverso le immagini. Segnaliamo infine che il libro (assieme ad un altro volume di immagini di reçente pubblicazione: Be/fast, appunti sulla realtà nord irlandese) è il risultato dell'esperienza cooperativa editoriale promossa dagli Autori e da altri giovani intellettuali per valorizzare e prç,muovere il loro lavoro in piena autonomia. DALLA COLLABORAZIONE TRA OPERATORI DEL DIRITIO E SINDACATO lavoro 80 RIV1$1A 01 DIRITTO OH LAVORO PUOUllCO [ PRIVATO la prima rivista che dà un'informazione tempestiva suUa giurisprudenza del rapporto di lavoro pubblico e privato. uno strumento indispensabile per avvocati, magistrati, consigli di fabbrica e operatori sindacai i. ABBONAMENTO 1982 L. 40.()()() (4 NUMERI E INDICI) VERSAMENTI A MEZZO C/C POSTALE N.15025208 INTESTATO A lavoro 80 RlVIST A GIURIDICA, VIA TADlNO 23 20124 MILANO TEL. 02/272021 nuova serie autaut overnbre-dicernbre 1981 ROVATTI - Marx, lavoro vivo e questione del soggetto; DAL LAGO - bbirinti e fortezze; GOZZI - Crisi, contraddizione, potere; MEZ - Protesta civile e teoria Su Miche! Serres: PRIGOGINE, STENGERS, PAHAUT- La dinamica da Leibniz a Lucrezio; POLIZZI - Il parassita; VEGETI! - Lucrezio e il "rnaleJialismo pacificato" PRETE - Leopardi. La dimora e l'oblio CONTRO 14 CULTURA Per James Joyce: Giulio Giorello, Giuseppe Recchia, Marshall Mc Luhan, Jacques Lacan, Antonello Sciacchitano, Karl Radek, Wieland Herzfelde Austria-Scienzae Letteratura: Aldo Gargani, Giuseppe Bevilacqua, Claudia Monti, Paolo Zellini, Giorgio Cusatelli, Giuseppe Farese, Guido Zuccheri. Tempo e memoria: Paul Valéry, Bruno Moroncini, Alberto Abruzzese, Annibale Elia, Benedetta Bini via Uberti, 11 - 20123 Milano .E' in edicola

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