Alfabeta - anno III - n. 30 - novembre 1981

zioni di Perugia e Bonn, in base alla collocazione degli articoli. In generale -com'è plausibile- le testate che hanno accordato maggiore rilievo sono anche le testate più favorevoli al movimento pacifista, e viceversa - con alcune importanti distinzioni. Si può osservare innanzitutto che tre giornali-la Repubblica, il Manifesto e i' Unità - hanno trattato entrambi gli eventi al massimo livello (categoria A). Ma se nel Manifesto e nell'Unità l'appoggio al movimento pacifista è univoco (anche articolato politicamente in modo diverso), per la Repubblica il discorso è più complesso. egli articoli di cronaca, nelle titolazioni e nei commenti di Alberto Jacoviello (cui sembra affidata prevalentemente l'espressione del giornale in queste circostanze), emerge un punto di vista che si potrebbe definire e europeista•, che considera il movimento pacifista come un vettore per affermare l'indipendenza del vecchio continente di fronte ai due imperialismi. Tuttavia esiste una certa tensione per quanto riguarda la difficoltà del movimento a trovare una dimensione politica accertabile, ad uscire dall'utopismo. Cosi, accando a Jacoviello e Baget Bozzo, di tanto in tanto emergono punti di vista che - facendo lev;i su questo presunto utopismo- ripropongono il realismo delle scelte di campo. All'indomani della marcia di Perugia, Gian Enrico Rusconi scrive - sulla pagina culturale - un articolo intitolato Che senso h2 marciare per la pace? /D emico è tra di noi; all'indomani della manifestazione di Bonn, Giorgio Bocca interviene con una netta difesa della cciviltà americana•, sotto il titolo Come ai vecchi tempi della guerra fredda. Prudentemente, Eugenio Scalfari si astiene dall'intervenire in prima persona. In una zona intermedia, poco al di sopra della Stampa, troviamo il Corrieredella Sera. Com 'è noto, il giornale è al centro di un ciclone politico-editoriale e difficilmente potrebbe profilarsi una linea editoriale netta. Mentre la marcia di Perugia nel Corriere è entrata in prima pagina ed è stata trattata anche in un articolo di fondo, la manifestazione tedesca ha avuto un rilievo molto più modesto. Come vedremo, questo profilo è riscontrabile anche in altri quotidiani. Sul piano dei contenuti, il Corriere si è espresso raramente; nell'articolo di fondo di Alfredo Pieroni (vedi selezione dei commenti) dietro una selva di citazioni e di distinguo si afferma in sostanza che marciare per la pace va bene se non ci si fa strumentalizzare e se non si resta nell'utopismo. Al di là di questo cauto, anche se benevolo, scetticismo il Corriere non va. Il 4 ottobre La Stampa ha pubblicato in prima pagina una «spalla» di Norberto Bobbio, l'oratore della Perugia-Assisi; se si correla questo fatto con l'atteggiamento tenuto verso la marcia umbra («una manifestazione ingenua forse, ma più sincera ... •) si può concludere che il giornale della Fiat, al momento, manifesta una cauta apertura verso il movimento pacifista, senza peraltro spingersi a formulare una vera e propria posizione sul terreno politico. Lo scarso rilievo accordato alla manifestazione di Bonn (quarta pagina), lo stesso giorno in cui la manifestazione di Comiso era presentata in seconda, lascia intendere che sul terreno dei rapporti internazionali il giornale si muove con i piedi di piombo. • Anche l'Avanti! segue lo schema di comportamento Corriere-Stampa: prima pagina alla marcia di Perugia, in pagina interna quella di Bonn. Probabilmente, non c'è bisogno di chiosare ulteriormente questa scelta. Com'è noto, il Psi - dopo lunghe trattative - ha aderito alla marcia umbra, ma ha rifiutato di aderire a quella di Comiso perché strumentalizzata dal Pci. È altrettanto nota la tesi socialista secondo cui «la pace non è in pericolo». li Giorno lascia trapelare le sue scarse simpatie per il movimento pacifista - italiano o tedesco- sia attraverso il taglio degli articoli di cronaca sia attraverso la scelta di limitare l'uso della prima pagina a semplici «rinvii».È un comportamento non dissimile da quello del quotidiano democratico Il Popolo, non a caso, del resto, l'attuale direttore del quotidiano dell'Eni è stato direttore del settimanale Dc, La diswssione. Chi, come abbiamo visto, non ha peli sulla lingua è li Giornale di Montanelli, al quale va riconosciuto di aver colto la rilevanza della manifestazione di Bonn e- contrariamente ai casi fin qui visti - di averne riferito in prima pagina. Sia pure sotto l'occhiello surrealista Anche in Germania tutta di marca comu• nista la regia dell'antimilitarismo. Se si dovesse fare un bilancio degli schieramenti in base a questi dati forse ne risulterebbe un profilo della stampa nazionale sostanzialmente non ostile, nel suo complesso, al movimento pacifista. In realtà, le sottili cautele che l'analisi ha mostrato lasciano pensare che il partito «europeo» - di cui abbiamo parlato altre volte nel Giornale dei Giornali quale espressione di una parte della grande borghesia italiana - sembra meno determinato di alcuni mesi fa. Per contro, anche il partito «americano» sembra colto in contropiede dallo svilupparsi di un movimento pacifista di massa in una situazione che sembrava ormai capace di sterilizzare sul nascere qualsiasi movimento. Dovremo rifare i conti fra qualche mese. Selezione di commenti notevoli «Tutti parlano bene della pace. Pochi parlano bene dei pacifisti, e il termine è diventato quasi insultante. Conviene spiegare questo paradosso ora che ci troviamo di fronte a un'altra marcia della pace ... La prima spiegazione è che la marcia potrebbe essere strumentalizzata.( ...) È purtroppo un fatto incontrovertibile che il pacifismo marcia e manifesta a Ovest e non a Est. Come impedire che resti un fatto utopico? (...) Marcino quindi i paladini della pace da Perugia alla Rocca di Assisi. Ma si diano da fare perché l'utopia non venga strumentalizzata a fini di parte e perché non resti utopia» (da La pace e la fame di Alfredo Pieroni, Corriere della Sera del 27 settembre). «Come era stato facilmente previsto, anche la 'marcia della pace' su Bonn ha scoperto platealmente l'inconfondibile regia del comunismo sovietico. Quasi trecentomila giovani sono stati convogliati ieri sulla capitale della Germania Occidentale per una importante dimostrazione contro l'America e contro l'Alleanza atlantica( ...) La manovra diventa ancora più chiara alla luce di un rapporto, che sarà pubblicato oggi, su un piano triennale disposto dalla Germania Est per destabilizzare le difese dell'Occidente: il piano prevede nuove 'marce della pace', poi il sabotaggio nelle industrie militari e soprattutto la corruzione politica delle Forze armate alleate» (da Trecentomila a Bonn in nome della pace, corsivo anonomo, li Giornale del!' I l ottobre). ««Se lo stile della manifestazione è stato disgustosamente iraniano, ciò che più preoccupa è la sostanza: la presenza nei cortei di oratori appartenenti ai due partiti che governano oggi la Repubblica federale; l'adesione di un parlamentare socialdemocratico su quattro (...) La pazienza americana comincia ad esaurirsi» (da Come nascono le Notti dei CristaUi di Alberto Pasolini Zanelli, li Giornale del 13 ottobre). «Insomma, finora in Europa soltanto il governo italiano ha deciso di accogliere tranquillamente iCruise americani e ha già scelto la base in cui li ospiterà. È possibile che ci sia un rapporto fra questa solerzia suicida dei nostri ministri P l'assenza di un movimento reale, d'opinione e organizzato. È possibile che esista persino un rapporto tra questa decisione e lo stato della nostra cultura. In Inghilterra, da anni, le teste migliori della cultura di sinistra non si occupano d'altro, da Edward Thompson a Raymond Williams a Mary Kaldor, per non parlare degli scienziati. In Italia, a parte Nor- americana e chi invece a quelli della berlo Bobbio, è il deserto. Le cause di società russa( ..) La differenza sostanquesta assenza sono complesse ... C'è ziale e profondissima non consiste solo un solo modo, credo, di superare que- e tanto nelle mosse che le due potenze ste difficoltà. Ed è che il movimento compiono nello scacchiere mondiale, cominci ... » (da Dall'Atlantico al Bai- nel diverso tenore di vita, nelle reciprotico di Michelangelo Notarianni, // che accuse e nelle rivendicazioni di Manifesto del 27 settembre). meriti, ma nel fatto storico che in Rus- «Se questa terra è l'unica che ab- sia, salvo il brevissimo intervallo fra le biamo, anche questo movimento per la due rivoluzioni, non è mai esistito un pace è l'unico che abbiamo e converrà tentativo di democrazia, mentre il sirispettarlo e farlo crescere, almeno da sterna americano è il risultato di secoli -parte di quella sinistra che vuole tenere di dialettica democratica( ...) Noi manancora un collegamento tra i movi- giamo, viaggiamo, consumiamo su per menti sociali e la propria politica( ...) giù come l'americano medio ma quanBarcamenarsi nel quadro politico e do si tratta di fare le guerre o le diplostrizzare l'occhio ai movimenti è un mazie rudi o le parti sgradevoli che al vecchio gioco. La natura della politica privilegio si legano allora se la vedano dei movimenti sta cambiando e quel loro, i disdicevoli, arroganti e poco chic gioco, se mai ha funzionato, non va GI, quanto a dire i soldati americani» più. Questo il segnale che arriva oggi (da Come ai vecchi tempi della guerra da Bonn e da Comiso ... » (da L'unico fredda di Giorgio Bocca,/a Repubblica movimento che abbiamo di Furio Ce- del 16 ottobre). rutti, li Manifesto del 13 ottobre.) «Quando incontro per la strada due «Tutto ciò è cominciato quando ci si persone che litigano, se sono animato è spogliati dal complesso della idealo- da buoni propositi, non perdo tempo a gizzazione che stava al fondo della cercare di sapere chi ha ragione e chi scelta tra Urss e Stati Uniti quali mo- ha torto. Tento di separarle ... Contradelli di civiltà ... È a partire da quel riamente a quello che crede Ceronetti, momento che in masse assai estese si è questo è lo stato d'animo di chi partevenuta formando la coscienza che cipa a manifestazioni come la Marcia l'Europa era terreno di questo scontro della Pace del 27 settembre. Ci posso- (tra due imperi) non protagonista poli- no essere quelli che sono più filosovietico ... Questa è la radice primaria del- tici e quelli che sono'più filoamericani, l'inquietudine che oggi serpeggia per ma la stragrande maggioranza è costil'Europa. Due fatti sono significativi. tuita da persone in cui la volontà di Il primo è che alla testa dei movimenti separare i due litiganti è superiore al definiti genericamente neutralisti non desiderio di sapere chi dei due ha ravi sono i comunisti. Il secondo è che... gione. Tanto più che in questo caso a respingono con forza uguale sia la poli- differenza di una rissa di strada il lititica imperiale sovietica sia la politica gio può finir molto male anche per imperiale americana. È un dato nuovo coloro che stanno a guardare( ...) Posnella storia dell'Europa del dopoguer- siamo negare che l'umanità è giunta ad ra» (da La pauradell'Europa di Alber- una situazione-limite, oltre la quale c'è to Jacoviello,/a Repubblica del 26 set- soltanto la catastrofe? E chi può contembre). testare il fatto che coloro che oggi fan- «Ci stiamo dividendo, come ai tempi no dimostrazioni per il disarmo ... pardella guerra fredda, tra filosovietici e lana a nome di milioni e di milioni di antisovietici, o come preferisce ilsegre- uomini, anche di tutti coloro che non tario della Fgci Marco Fumagalli, tra sanno, e anche di coloro che pur safiloamericani e antiamericani ... Ten- pendo sono costretti a tacere?» (da La tiamo una distinzione più seria fra chi si lancia e lo scudo di Norberto Bobbio, sente più vicino ai valori della società La Stampa, del 4 ottobre.) ,-i"_~~(_- J : I !--1 ~: o ,.., " !: ,., _._.c,....,=== ... t <:

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