Amico mascherone romano nizzare le discipline attorno alla ricerca (è questo infatti che significa, in sostanza, il carattere interdisciplinare dei raggruppamenti). L'organizzazione tematica è fra l'altro anche assai flessibile: negli Stati Uniti e in Francia (dove il dipartimento si chiama «unità di ricerca») si sono dati casi di dipartimenti limitati nel tempo, cioè da chiudersi dopo che il problema scientifico in oggetto fosse risolto. Per esempio, si potrebbero avere dipartimenti (sempre pensando al caso italiano) sulla questione nucleare: sulla difesa del Po; addirittura sulla riorganizzazione dipartimentale. Fantascienza? Può darsi, almeno se pensiamo alla tradizione accademica italiana, caratterizzata dall'immobilismo e non dalla creatività scientifica o dal pragmatismo. L'idea di avere una normativa assolutamente univoca, infatti, non viene certamente dall'osservazione dei sistemi stranieri, quanto piuttosto dalla sfiducia nelle istituzioni nostrane. Sappiamo, infatti, che negli Stati Uniti (tanto per fare un esempio di sistema ipercomplesso) ogni singola università si dà una propria regola organizzativa, ed anzi alcune università non sono organizzate affatto in dipartimenti, ma con un intreccio di vari organismi, alcuni scientifici, alcuni organizzativi, alcuni di servizio (le scuole, i colleges, addirittura gli istituti e le facoltà). Il sistema americano, però, è dotato di grande capacità di uniformazione dei dati, e di Lettere Al Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini Palazzo del Quirinale Roma Milano, 28 Gennaio 1980 e p. C. ai Signori C. Tognoli (Sindaco di Milano); E. Scalfari e G. Bocca (Repubblica); F. Di Bella e W. Tobagi (Corriere della Sera1· E. Deaglio (Lotta Continua1· G. Rognoni e G. Galli (Panorama); P. Mieli e M. Scialoia (L'Espresso); U. Eco " N. Balestrini (Alfabeta). Caropresidente, siamo un gruppo di giovani (ragazzi e ragazze) che tiscrive, facciamo parte del centro sociale S. Marta a Milano. Da quattro anni gestiamo questa casa che era sfi//a e abbandonata da circa selle anni, facendo corsi di musica, teatroegrafica. Nei nostri corsi molti ragazzi hanno imparato a suonare la chitarra, a fare del mimo o dei mura/es. Col nostro lavoro abbiamo cercato di dare spazio allo sviluppo della cultura giovanile di base. Per ben quattro volte siamo stati sgomberati dalla polizia che insieme agliuominimandati dall'Immobiliare Ananchia di Genova, ci hanno distrutto tulio: scale, vetri,porte, muri, attrezzi, amplificatori, maschere e costumi. E noi per ben quattro volte abbiamo ;;costruito tutto da capo, lavorando sodo senza chiedere niente a nessuno, basandoci solo sulle nostre forze e sùi nostri soldi, dato che il Comune non ci ha mai voluto riconoscere il nostro servizio culturale che svolgiamo nella città. Ai corsi di musica erano iscritti n° grande capacità nella disponibilità dei dati. Il che si traduce in una grande snellezza istituzionale, dal momento che l'unico criterio portante finisce per essere l'obiettivo essenziale: l'adeguazione al mercato del lavoro e alla domanda interna. Una università americana, soprattutto se privata, si fonda sul meccanismo della domanda e dell'offerta, esattamente come un prodotto industriale. R itorniamo ai criteri dell'organizzazione dipartimentale. Dicevamo che non esiste una possibilità di preferenza rispetto ai due modelli essenziali.E questo è, però, anche giusto: in fondo entrambi hanno legittimità teorica, ed entrambi hanno soprattutto un riscontro nella pratica. Bisogna infatti anche ricordare che non si riuniscono delle discipline per pura via burocratica, ma docenti reali che le impartiscono, e che devono pur avere delle affinità scientifiche per riunirsi in un organismo funzionante. Bene una sperimentazione, dunque, purché la sperimentazione non sia selvaggia: i criteri nostrani, visto il passato, finirebbero con l'essere puramente mafiosi. Detto altrimenti, e siamo cosi alla morale conclusiva: è senza dubbio necessaria una sperimentazione dei dipartimenti, ma a due condizioni. Da Gianne/lo Bisi, Fotodinamica di Boccioni ( 19I 2 ca.) un lato, la sperimentazione deve essere parallela anche all'abolizione graduale di facoltà e istituti, e cioè deve essere parallela ad una reale visione 500 ragazzi, a quelli di teatron° 600 e a grafica n° 80. Alle nostre iniziative cittadinepartecipano moltissime persone. L'ultima ad esempio un concerto al Palplido il 23 novembre scorso, si chiamava Rock e Metropoli dove hanno suonato i nuovi gruppi rocfcgiovanili italiani, c'erano 7.000 giovani. Nei nostri corsi di musica insegnavano anche alcuni musicisti famosi quali Mauro Pagani, violinista, ed il cantante nostro amico scomparso l'estate scorsa per un male incurabile, Demetrio Stratos. Siamo stati anche fra gli organizzatori del concerto in suo onore all'Arena di Milano dove parteciparono 60.000 giovani. Ma tulio questo non è bastato ai partiti politici di Milano che hanno deciso con il voto contrario del Pci e Dp, e con l'astensione del Psi, di farci sparire dal piano regolatore della nostra zona, dando la licenza a/l'immobiliare di trasformare il nostro centro sociale in appartamenti di lusso. Ora noi siamo molto delusi, amareggiati e preoccupati, perché in questo momento non abbiamo le forze per andare avanti (ci hanno già tolto la corrente). E con questi continui arresti e costante militarizzazione abbiamo la paura addosso di subire un nuovo sgombero ed un'altra distruzione del nostro lavoro. Ma lapaura maggiore è quellapoi di essere perseguitati per aver espresso cultura e comportamenti giovanili diversi, fuori dai partiti tradizionali. Perché se quell'inchiesta va avanti, arriverà a colpire anche noi che non c'entriamo niente col terrorismo delle Brigate rosse o di Prima linea. Se quell'inchiesta va avanti ti vedrai costre//o a rinchiudere nelle tue carceri migliaia e migliaia di giovani autonomi e non, che in questi anni hanno avuto l'unica colpadiribellarsaillorodestinodigiovani senza futuro. Perché dobbiamo dirlo, e lo devi ammellere, che noi giovani non abbiamo futuro. La scuola è. da 11entianni che non insegna niente di nuovo e le fabliriche sono in crisi. Noi non aspetteremo la wossima guerra che distruggerà me'rd popolazione, per avere un posto di lavoro. E poi sai che bella prospelliva fare l'operaio o l'impiegato per tu/la la vita... sistematica dell'università riformata. Dall'altro, la sperimentazione deve essere guidata da qualche criterio vincolante, e deve essere garantita sul piano legislativo. Il paradosso della legge infatti è proprio questo: in apparenza lascia un contentino agli inguaribili riformisti, ma in sostanza non dice affatto che la riforma dipartimentale andrà davvero in porto. Dopo tre anni sperimentali, recita l'articolo 10, gli atenei faranno apposite relazioni sull'andamento dell'esperienza. Al quarto anno il Ministero competente raccoglierà le relazioni, «al fine di presentare una legge». Ma non si dice che si deve presentare una legge, né che la riforma sarà dipartimentale. li varco è dunque apparente, e in più strettissimo. La sperimentazione, infatti, non ha grandi chances di funzionare. In primo luogo per la contraddizione espressa all'inizio del mantenere in perfetta convivenza organismi contraddittori come facoltà, istituti, dipartimenti. E in secondo luogo perché la sperimentazione avrà dei meccanismi decisori assolutamente allucinanti. Basterà fare un rapido conto di tutti i comitati, delle commissioni, delle giunte, delle assemblee a cui un docente ben intenzionato a sperimentare dovrebbe partecipare. Personalmente ne ho contati almeno dieci. Corrispondenti ad una attività di riunione permanente che, mi pare, nessun professore universitario sarà mai disposto • a sostenere, e non per cattiva coscienza. In parole povere: il meccanismo partecipativo è talmente pachidermico, che è probabile faccia la fine, ingloriosa, dei suoi predecessori: gli organi collegiali nella scuola, i consigli di facoltà e di istituto, eccetera. Visione apocalittica? Qualunquismo di sinistra? Può darsi, ma l'esperienza passata non fa presagire nulla di buono. Il varco nella legge, però, esiste, e va allargato quanto più è possibile. Attualmente, l'unico modo sembra essere quello della creatività: progettare dipartimenti reali, e farli vivere e funzionare. Insomma, rispondere politicamente con la proposta scientifica. Sono dieci anni che giornali, televisione, radio, sociologhi e politici, non fanno altro che parlare di noi, del nostro movimento. Siamo stati usati, sfru//ati estrumentalizzati, una volta da un partito un'altra volta da un'altra; ci hanno preso in giro, ci hanno fauo promesse mai mantenute. Ma l'unico male che abbiamo fatto è stato quello di essere l'ultima generazione, dalla fine della seconda guerra, che ha cercato di portare qualcosa di nuovo nel nostro paese. Noi siamo cresciutipoliticamente e culturalmente' nel movimento del '77 e possiamo dire che, con ogni probabilità, nei prossimi anni non ci sarà più contestazione giovanile, ma solo un'imbrutalirsi della situazione urbana. Succederà come a New York, dove si ammazzano per niente sot10 il metro o per strada, e la gente stà a guardare e non dice nulla, perché tanto è normale. Caro presidente, ci sono troppi giovani che muoiono per niente, troppi giovani che muoiono oggi. Chi con una siringa, chi con una pistola in mano. Non è una scelta di vita,ma una condizione imposta dalla disperazione di non vedere nulla davanti a sé. li meglio della gioventù italiana se ne sta andando. E anche per noi non è rimasto altro che il suicidio, perché in galera non ci vogliamo andare, accusati per aver voluto la felicità subito. Certo non sempre la felicità è nei falli, nella realtà, si può anche viverla attraverso la mente, ma la nostra mente ora è stanca. Vi abbiamo già dato troppo. Firmato: I ragazzi del centro sociale S. Marta di Milano, il Teatro del Dra- ·go, il Laboratorio di grafica, i gruppi musicali Kaos Rock e Kandeggina Gang Gianluca Binello, anni 21. Rossella Bassetti, anni 22. Giulio Coreano, anni 21. Giovanna Co/etti, anni 19. Robertino G. anni 22. Maurizio Granada, anni ·18. Carlo, anni 24. Gianfranco Segauo, anni 18. Cinzia Miele, anni 21. Luigi Schiavon. Cesare Pedro/li, anni 24. Gianni Granada. Gianni Muciaccia, anni 23. Elena, anni 18. Umberto Pizzocchero, anni 27. Marco, anni 26. Danielina e Margherita, anni 15. QuaderndiellaFenice Dlli.- La._ct."'91_..., o.. O.I I. LA\\ Rl::NCE ul::ORC..u. ROOOl::l K LA DONNA CHE FUGGi A CAVALLO QUESTIO E DI DONNA pagine 96, lire J.800 pagine 88, lire J.800 Uno dei più perfetti racconti dell'autore «La donna non conosce limite al pensiero dell' Aman,e di lady Chat/erley: oltre non si adatta a nessun sistema, non è ' la crisi della civiltà occidentale, verso ancora stata s~opena. L'uomo perisce, un nuovo rappono con l'eros e la natura. ma la donna e eterna». Guanda Ml \.\A ~(GA\J\1~0ùOVO. "APRILO$E:NlA11MORE, HA_OE.110.ALMASSIMO C'E.DE.tJl~OùtJAME.RDl. NOVITA LeSilerchie NuovaSerie PaulValéry MONSIEUR TESTE introduzionedi GiorgioAgamben pp. 112- L. 3.500 NOVITA LoSpazioPolitico Crawford B. Macpherson LA VITA E I TEMPI DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE a curadi EttoreAlbertoni pp. 160- L. 5.000 u, :l e ■- NOVITA Le Silerchie NuovaSerie Franz Blei IL BESTIARIO DELLA LETTERATURA introduzionidi Claudio Magris e LorenzaRega pp. 168 - L. 3.500 NOVITA Il SaggiatoreStudio a cura di Claudio Milanini NEOREALISMO - POETICHE E POLEMICHE pp. 256 - L. 6.000
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==