Francesco Leonetti: Fme di no periodo e "mossa del papa" (racconto libresco e nota) R ijlettiamo su questo punto, anzitutto: a"ivando la sinistra a far parte del governo semplicemente, avrebbe il Potere, il frammentato e microfisico ma luminoso Potere? Secondo Poulantzas, no. In quanto, come egli ha scritto nel suo libro ultimo, prima di-morire: «lo Stato permette alla borghesia di trasferire la funzione dominante da un apparato a un altro, nel caso che la sinistra al governo riesca a controllare l'apparato che fino a quel momento ha assolto il ruolo dominante»; «lo Stato borghese può mettere in funzione un meccanismo di trasferimenti e spostamenti successivi; è un campo strategico (...); e non più in termini di apparati verticalmente centralizzati occo"e ragionare, ma in termini di nodi e di nuclei di potere reale,situati in alcuni luoghi strategici dei diversi settori e apparati di Stato». La complicazione è tale. Mi viene in mente questo punto del potere reale che si sposta fino al/'introvabilità, se è solo ricercato, a cura del- /' Astuzia della Ragione, considerando tutti insieme oggi, a qualche distanza, i libri grossi che vennero progettati attorno al '75-'76: quando, senz'alcuna analisi strutturale ritenuta vecchia, si nutriva fiducia in Italia di andare al governo. O sono opere di storia globale, con un fondamento riferito a Braudel e ai suoi, e con scivolo di neostoricismo italiano; oppure sono opere di Dubbio sulla ragione, di Vegliasul sonno della ragione, e di Passione sulla sorte della ragione: quasi a possedere, dunque, tutte le alternative... Poi la storia italiana sfortunatamente è rimastadisastrosa diventando diversa: e tali opere hanno altri effetti; spostati, mentre pure ci inquietano... Faspicco fra queste opere di più cervelli La crisi della ragione, con titoli aggiunti positivi, che prende per sé la Dea e insieme prende per sé la cosa attuale, la Crisi. Messa in uso dal folgorante concetto di Offe di un governo come «management della crisi», essa, al solo nominarla, sempre a sua volta reca con sé la permanenza continuata del modo di produzione capitalistico, MPC, che è Moto Perpetuo di Crollo, e campo bellico magno, e forse buco finale. Mi propongo di svolgere qui una delle mie solite invettive, o un racconto. Mi propongo di scrivere un perfetto libello classico e breve, sulla CR o Cragione (Crisi della ragione). lo devo dire che sono piuttosto spaventato direttamente dal ritorno di Hume - molto amato nella prima giovinezza - e di Mach e magari Bogdanov, ne/l'attuale superamento aggravato di Popper (che sopportavamo già da decenni ignorando più o meno le sue crude stupide frasi di sprezzo per i marxisti); e cioè sono spaventato dalle insidie del tomo che, nei miei sogni o riferimenti mentali che sono stenografici, io chiamo CCC, o Crescenza (Critica e crescita della conoscenza, 1970, apparsa in Italia nel '76, purtroppo poco discussaperché in Italia c'è prevalenza dei cattivi letterati, dei giornalisti). Tale tomo mi turba, nel mio marxismo, ritenuto fideistico da molti ormai, col bisogno che vi è in esso di una sicurezza cognitiva che il mondo oggettivo materiale esista e non ci sia solo la mia anima ... Non mi turba invece Dedekind, che ora con fortuna dall'allievo del Barone, se non sbaglio, dal Gargani, costruttore della Cragione, è presentato di scorcio, esibito e prodotto a pagina 11 di CR, e passim. Andando al pianoterra, col grande formato, del mio scaffale per compulsare la garzontona di Geymonat e dei suoi allievi allora a lui fedeli, Storia del pensiero filosofico-scientifico, trovo che Dedekind c'i!, con un mio moto di Crisdiell6'ragione? (2) sollievo i"azionale; e mi risulta relativamente chiaro, non matematicamente oscuro come in CR, o presso Lacan, dove viene sfidata la preparazione matematica degli autori stessi dei riferimenti e dei loro lettori. lo raddolcito passo addirittura a pensare che Dedekind ricorda in qualche cosa un caro autore, col quale io forse lo confondo: Wedekind, col suo vaso di Pandora. Né mi turba il delizioso Indizio, proposto come categorianuova (e poi certo, negli imitatori, complementare della critica del/'economia politica, o della Scienza nuova) da Carlo Ginzburg: con piacere in ciò ritrovo parte della Critica Stilistica appresa a trent'anni circa, che coglie ne/l'indizio trascurabile delle onde del panneggio o di simili li .. . r:~ \ \ David Hockney (Foto di Renate Ponso/d) dettagli differenze assolutamente artistiche fra un Masaccio e un Maso/ino, altFitempi. .. Mi riscuoto con un brivido intravedendo, mentre qui non c'entrano, i diversissimi indizi agitati dalle magistrature nel secondo p°eriodo repressivo novecentesco. Ma respingo ciò, forzosamente, fino a Palmi, fino a punti lontani... Il libro è pregevole e forte nei suoi tentativi di modelli altrimenti ragionevoli: scaricando la ragione classica, forse quella di Aristotele, suppongo, ancora offeso dagli epicurei e .dagli stoici, esistenzialisti, fenomenologi qualsiasi, mentre la sua Logica recentemente ha pur disfatto, modificandosi, l'avversaria, la Logica dialettica...O la ragione classicaè Hegel e Marx, contro i quali tutti dal 1870 in poi si battono gloriosamente? E pure non mi fa più arrabbiare, aspirando/o come un dolce vizio italiano con profumo di caffè, il fantasma di Gramsci, agitato da Remo Rodei, sostenendo che la pedagogia politica di lui è il rimedio dei mali, alla base dei quali sta la comprensione che non modifica, che incontra le resistenze interiori, che non è «pantoclastica» affatto... E anzi parla di Croce e di Gramsci, su questo tema del difficile «passaggio di convinzione», procedendo da talune acquisizioni importanti di_Freud, in continuazione ...Oh magari, e fosse stato il gramscismo tale, come lo concepìvo verso i miei trentacinque anni, attorno al '56! e presto si fosse letto Freud come a me capitò durante il fascismo stesso , sedicenne, in un manuale nientemeno con nota di Della Volpe! I risvegli invece sono duri. Come appare da questo foglio, tutto ieri sera e parte della notte ho letto La crisi della ragione, giuntomi come fondamento in un pacco di libri einaudiani. Mi sono poi rivoltato nel letto; e, verso la mattina, ho considerato mentalmente in termini stenografici alcuni saggi del libro e li ho recensiti in breve, come figurano in questo foglio. lo soffrivo intanto, fra sonno e veglia, di un incubo storico o personale, nel quale mi domandavo, con la scarsezza della ragione, data anche dal/'ora, e con l'allarme intimo dell'io: in che modo saremo definitivamente fregati? Pensavo: non dovremmo più essere fregati con l'idea che la scienza è stata inglobata dal capitale, ora è divenuta senza certezza, essapure; né a causa di un soggettivismo tale che trascura le contraddizioni interne, ora ci sono in primo piano solo le contraddizioni interne;néper il fatto che tanti, sbattuti da un guaio all'altro, non materialisti né pessimisti, cercano qualche fede o mamma, vecchie... Secondo Del Noce, il modo migliore per fregarci è quello della fondazione corretta, classica, di una cultura di destra, solida, da Vico venendo su, in una posizione di destra ben costruita scaricando quindi il Nemico, il leninismo, col metterlo in rapporto di parentela, attraverso il simbolico, col fascismo ... Agli orli del letto dicevo fra me e me: se è così, dunque, non vale più che come una copertura, una mistificazione provvisoria, una presa di tempo, la mossa del papa, che ora si manda in onda, e che è il prolungamento della crisidella ragione: lui che bacia la turca terra, vigoroso e bello, come tante sere l'abbiamo visto e applaudito. Non si vuole solo trasportarci alla religione e alleforme del dominio che vanno connesse con essa, nei secoli dei secoli, amen. La mossa definitiva non è ancora questa. Sono pigro alla mattina. Bevo un caffè e torno a letto. Alzandomi ancora, sbattuto dai problemi, trovo sul mio tavolino il libro in questione: ricordando e andando a ritrovare in esso le varie pagine che e~anostimolanti, non corrose dall'attualefascinazione per il buio o per l'ombra del sole o per gli interstizi del centro o per il buco puro ... E fra l'altro ritrovo Orlando: che precisa con chiave freudiana nuova quanto era mordente l'illusionismo. Rileggo che egliparte dal libro di Freud sul motto di spirito, caro a chi connette senza riduzione la letteraturae la razionalità; e insiste sullo scandalo critico, sul/'aggressione critica, che vi è pure dentro la letteraria Finzione, mentre esamina la critica antireligiosa dell'illuminismo (critica a/l'islamismo, nella Lettere persiane per colpire il cattolicesimo). Si usa dire dell'illuminismo che credeva troppo alle idee; se ne ha oggi una visione di puro intellettualismo, sostenendo al contrario che le idee non sono essea muovere il mondo (e che cosa lo muove?) E anzi l'illuminismo si adopera oggi per ammantare una certa neucralità,si adopera per la tolleranza, per rendere ineffabile la situazione politica come mafiosa, sotto le statue di Voltaire... lo mi riscaldo con lo scritto di Orlando che restituiscedimensione di rottura a/l'intellettuale; e scrivo questo pezzo in onore alla Dea, de~'Idea; se non e' è altro, abbiamo ancora una causa che non è l'io, né l'oscillazione conveniente delle posizioni, né il dio, per quanti di noi sono attaccati alla eticità di una causa, di un processo cognitivo, di un cambiamento dei condizionamenti, insieme alla necessariavariabilità delle ipotesi. Nota: la crisi di sistema Un'altra serie di considerazioni può riguardare il maggior tema attuale: l'estensione del concetto di crisi.Anzitutto si può discutere quale è la crisi prima, originaria o causale: - della ragione (messa in questione da Freud, col suo uso della ragione stessa rivelando le condizioni del discorso e dell'equilibrio, e anche della civiltà; o altracrisi, che qui si vuole identificare e discutere); - del sapere (nel suo rapporto col potere, configurato dal '68 in senso anti-autoritario, e indicato dai cinesi come secondo mare della contraddizione, dopo l'espropriazione della proprietà privata dei mezzi di produzione, da loro condotta abbastanza correttamente o inutilmente, anni fa); - dei fondamenti del sapere (idest, della razionalità scientifica, o delle forme di connessione relativa fra l'ipotesi e l'esperimento; che è la crisi teorica di fondo, dopo un periodo di modelli interpretatividellasconcertante ricercain corso, proposti con gusto anche brillante); - del marxismo (predisposta con cura speciale e ritornante in tutto il novecenJo, dall'analisi economica parcellare pura alla recinzione delle rivoluzioni proletarie, e quindi con varie modalità di stacco dalla previsione di Marx: preparando infine una rottura del rapporto fra ricercascientifica e finalità sociale, come obiettivo non secondario e apparentemente indiretto dell'indicata «crisi dei fondamenti del sapere»; - della definizione di capitalismo e - çlellademocrazia borghese rappresentativa «legittimata» (non essendo più chiaro se il capitalismo è nella sua sopravvivenza o riproduce caratteri della propria origine; convogliando insieme le crisi seguenti: energeticao delle Fonti, monetaria, poli1icae amministrativa, del rappor/o fra centro e periferia, del rapporto fra divisione sociale e divisione 1ecnicadel lavoro, ecc. ecc.). Non poniamo qui i problemi interessanti dell'attuale classificazione e relazione interna disciplinare, con smagliamenlo espansivo, da cui possono rifluire indicazioni utili ai corni del quesito. Inoltre va detto che ci manca un esaustivoMarx-Freud (comprendenle anche lo scritto althusseriano sulla loro corrisponsione nella critica dell'idea di «coscienza») con tutti gli aspetti e gli sliuamenti di questa postulazione di rapporto combinatorio principale nella s1oriateorica novecentesca. Ora, un certo uso di crisismo - nonper forza ero/lista - è un coefficiente forse indispensabile per una prospettiva ulteriore e per ogni sviluppo evolutivo fuori dai ristagni e può essere-assunto con nichilismo sobrio, oltre che misticamente come avviene ora. È intanto vero che, a/l'infuori de/l'interesse freudiano esteso e a/l'infuori dellastoriaglobale chemi pare un sostituto a-teorico di un indirizzo dominante, con ogni aggiornamento ineludibile non risultaoggi un indirizzo o modello culturale o filosofico dominante e orientativo. Non risulta, intendo dire, dopo il declino della ragione strutturalista, e dopo quello della problematica del Terzo mondo, oraprotratta dal vento millenaristico de~'Islam. Ci sono diversi tentativi di asseuo: la proposta del pluralismo, talora cattolica al fondo; la valorizzazione generica del pensiero negativo; l'impianto teorico sofisticato con allacciamento nuovo di organi. Occorre certo migliorare la soluzione fin qui adottata: che nel fastidio dell'irrazionalismo pur respingendo i luoghi della Distruzione della ragione, è stata quella d'inventare trentadue - come i denti della dentiera - forme nuove di razionalità. Occorre parlare piuttosto, a mio avviso, di una strategiacognitiva. Ora, la dominanza attuale dello spettro dei conceui di crisi va considerata in termini nuovi e senza esorcismo; ci importa rilevare e sviscerare la radicalitànuova del criterio empiristico (sia di matrice sociologica in Kuhn sia razionalistica neipopperiani) e ci importa raccogliere lo spellro stesso, per formulare l'esistenza di una crisi di sistema, rispetto al futuro biologico, ecologìco e politico, col caratteristico aggravamento della perdita di controllo sull'intreccio attuale di scienza e politica.
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