172 Luglio-agosto 1979 nuova s~e autaut SCIENZA, DEGRADAZIONE DEL LAVORO, SAPERE OPERAIO Interventi e conlrlbuli crltld .., "Lavoro e capitale monopolistico" d1 Harry Brsverman NICHELA1TT, COMBONI, DAGHINI, FORMENTI, TOVAGUERI, GAMBINO,CARPIGNANO, CARTOSIO, BOSSI, COOMBS PERCORSI DELIA SOGGETTIVITA MUllAllO • La -U-ica 4cl ,-ae. CASl!LLA • Onlolosla della rlvohmoae DISCUSSIONI FORMENTI • Nuove tecalcbe lnl(abllone e • str'IIZlooe polllka Per informazioni su questo libro rivolgersi alla Multhipla Edizioni. piazzale Martini. 3. Milano TI. 02/592684 conomia ne ha abbassato l'interesse per gli economisti ed i politici: basterebbe occuparsi del mercato e dei prezzi. tutto il resto è una conseguenza quasi automatica. D alle pagine del Landes emerge chiaramente una legge poche volte espressa. ma ferrea quanto quella della domanda e dell'offerta cui il nostro liberista crede fermamente: innovazione tecnologica = aumento della produttività (una cinquantina di volte nel testo). L'economia è sana e fiorente quando riesce a superare i vincoli che ne imprigionano la produttività. perché massimizzarla significa massimizzare il margine tra prezzi e costi quindi i profitti di impresa. Inoltre i vincoli principali sono l'estensione del mercato e il comportamento del lavoro (accanto ad altri. per il Landes egualmente determinanti. come la disponibilità delle risorse. la popolazione. la disponibilità di capitale). Allora il progresso economico- l'accumulazione capitalistica - coincide con la capacità sempre maggiore di invenzione e di innovazione tecnologica manifestatasi in Occidente negli ultimi trecent'anni con l'industrializzazione. Le grandi rivoluzioni industriali sono dunque scandite dall'introduzione di nuove tecnologie: le macchine. Il telaio meccanico. il tornio. la macchina a vapore. l'alto forno caratterizzano la prima che parlava inglese. mentre la seconda che parlava tedesco od americano viene tipizzata dall'acciaio Martin-Siemens. dal processo Solvay per la soda. la chimica dei coloranti. il motore elettrico. la radio. il motore a combustione interna. Tutte tecnologie che realizzano aumenti spaventosi di produttività permettendo rivoluzioni nei trasporti finalizzate all'allargamento dei mercati e che anche. come Landes non nasconde. aumentano la disoccupazione tecnologica (decine di volte nel testo p. 278. 347. 366. 395 ...). Visto che «il miglior rimedio per l'insubordinazione era la disoccupazione tecnologica» (p. 250). la nostra fava ha preso tutti i piccioni che doveva. li libro di Landes però più che per lo schema generale - criticabile come vedremo - è interessante per alcune informazioni storiche che contiene. Anche lui come Braverman coglie l'inversione nel rapporto tra le scienze e le tecnologie. ma ora possiamo collocarla con maggiori dettagli all'interno del «climaterio» dell'Inghilterra e della presa del potere economico della Germania. Alla fine dell'800 i tedeschi producono più acciaio. più elettricità. consumano più energia. si affermano capifila nella chimica. Ma soprattutto sono alcuni fenomeni. collaterali rispetto al processo economico come concepito dalla rivoluzione industriale inglese. che finiscono per caratterizzare la nuova fase produttiva continentale. Si spinge verso la standardizzazione dei prodotti da legarsi al modello dell'industria di montaggio. si spinge verso la linearizzazione del processo produttivo. È quindi una tradizione criticabile vedere questo nuovo tipo di produzione affermarsi solo in USA dove va sotto il nome di taylorismo e di fordismo. Del resto non si capirebbe perché nella Germania di allora si parlasse tanto di razionalizzazione e la si praticasse.Quali caratteristiche nuove ha questa razionalizzazione? « In genere vi fu una graduale istituzionalizzazione del processo tecnologico. Le imprese industriali più avanzate non si accontentarono più di accettare le innovazioni e di sfruttarle. ma le fecero oggetto di ricerca sperimentale deliberata e programmata. [...] Un po· alla volta il successo diede origine nell'industria ad una vera e propria mistica dei vantaggi della scienza al punto che le imprese cominciarono a finanziare non soltanto la ricerca applicata. ma anche quella di hase» (pp. 425-26). Come la razionalità batte ora l'empirismo così il dirigismo comincia a battere il liberismo. Lo stato tedesco si preoccupadella formazionescolastica dei tecnici e di promuovere la cultura scientifica fondando le famose Technischen Hoc/1sc/111/en. Da un punto di vista più strettamente economico e finanziario nascono i grandi cartelli dell'acciaio. della chimica e dell'elettromeccanica intorno a colossi industriali come la BASF. la Hochst. la AEG. la Siemens. Landes fa notare come la coincidenza tra la crisi (sia quella inglese sia quella generale dovuta alla caduta del saggio di profitto del I873) e «la trasformazione tecnologica parimente fondamentale» rappresentasse «le doglie di crescita di un sistema in via di germinazione» (p. 323). Ma tale fatto viene da lui considerato una complicazione della crisi mentre va inteso a mio avviso come lo strumento principe che permise alla struttura industriale di allora di riqualificarsi. Se proprio non si può dire che un capitale-leviatano tutto prevedesse e fagocitasse certo le classi dominanti. i grandi industriali. gli imperi centrali non persero l'occasione. Questa «singolare coincidenza» - tra crisi economica. intervento dello stato sotto varie forme. innovazione tecnologica. aumento della produttività. interesse per le scienze - la si ritroverà negli anni '20 in Germania (e negli USA intorno al '29) con una portata teorica e pratica ancora maggiore. Su questo ritorneremo alla fine. D al punto di vista delle classi subalterne illuminato dal Braverman non è possibile sostenere il tono trionfalistico con cui Landes descrive le tappe del processo di industrializzazione occidentale. La progressiva liberazione del semidio Prometeo ha sempre conservato fino ad ora il dominio di pochi dèi sulla massa dei mortali. se non altro perché l'aumento della produttività ha sempre prodotto come conseguenza inevitabile la disoccupazione tecnologica. È diventato di recente chiaro anche per i cinesi. che si sono affacciati per ultimi alla ribalta dell'industrializzazione moderna. se mentre pigiano sulle quattro modernizzazioni tentano di vendere all'estero il lavoro. cioè la merce che hanno più a buon mercato. Ma si può dire molto di più sul 'valore' che assumono le invenzioni e la introduzione di esse nel processo produttivo. Nel Rosenberg si legge come il filatoio automatico (self-acting mule) fu inventato da Robert nel 1825 sollecitato dagli industriali cotonieri di Manche ter che volevano stroncare lo sciopero dei filatori. Se l'inevitabile riferimento a Marx suona troppo di parte. l'episodio è riportato anche da Ure che conclude: «quando il capitale mette la scienza al suo servizio la mano refrattaria del lavoro viene sempre ridotta alla docilità» (p. 118). Sir William Fairbairn. un costruttore di macchine di Manchester. nel 1873 scriveva: «L'introduzione di nuovi macchinari e di automatismi doveva molto della sua efficacia ed ingegnosità al sistema di scioperi> che obbligava il datore di lavoroad introdurrenuove tecnologie per sostituire la macchina al lavoro (p. 308 n. 33). Così il controllo del lavoro è una delle cause- vogliamo dire la principale?-che 'dirige' il cambiamento tecnologico. Altre cause che lo indirizzano sono discusse da Rosenberg (nel saggio The direction of tech110/ogicalclwnge. il libro è infatti una raccolta di articoli pubblicati dal '63 al "74): la correzione di squilibri nel ciclo produttivo per togliere strozzature alla produttività (parla del convertitore Bessemer) e la carestia di qualche materia prima in genere dovuta alla guerra (l"estrazione dell'azoto dall'aria durante la prima guerra mondiale perfezionata dai tedeschi). Qui si polemizza con coloro che inducono il cambiamento tecnologico attraverso considerazioni puramente economiche: «l'invenzione è diretta ad economizzare l"uso di un fattore che è diventato relativamente costoso> (p. I09). Ma allora perché la grande maggioranza delle invenzioni è /abour-saving. cioè fa risparmiare il fattore lavoro? Perché non basta abbassare il costo di qualche altro fattore visto che quello che conta per il mercato (e per i profitti) è il costo globale? Rosenberg sostiene che «la tecnologia è un processo molto più cumulativo ed autogenerantesi di quanto l'economista generalmente riconosca[ ...] gli incentivi ultimi sono economici in natura; ma gli incentivi economici a ridurre i costi esistono sempre negli affari e precisamente perché essi sono così diffusi e generali che non spiegano molto circa la successione panico/are ed i tempi del/'a11ività» (p. 110). «Tutti I casi illustrati hanno il comune denominatore nell'attesa di un profitto. ma in tutti i casi ci sono anche forze che puntano decisamente in certe direzioni» (p. I24). Considerato che tra tali casi ci sono quelli riportati sopra concernenti gli scioperi non si capisce perché Rosenberg insista tanto sulla tecnologia come processo autonomo. Ma in ogni caso è vero che nessun riduzionismo economico spiega fino in fondo l'evoluzione delle tecnologie sia dal lato invenzione che da quello introduzione nel processo produttivo. In fondo la selezione viene fatta dal contesto sociale generale di cui l'economia è solo una parte. anche se rilevante. Rosenberg si domanda perché. mentre l'Occidente industriale ha saputo sviluppare le proprie tecnologie che fanno risparmiare lavoro. i pae i del terzo mondo. ricchi di lavoro ma poveri di capitale. non ne hanno sviluppate di adatte a ri parmiare capitale. Sarebbe l'unica soluzione per il loro decollo. perché cci sono problemi seri. non proprio nel facilitare il trasferimento. ma nell'intima natura della tecnologia che noi attualmente possiamo offrire e nella sua probabilmente limitata rilevanza (soprattutto in agricoltura) rispetto ai problemi dei paesi poveri> (p. 151); «la produttività di qualsiasi tecnologia dipende sempre dal contesto culturale e istituzionale ed il suo eventuale impatto deve essere esaminatosempreall'internodi questocontesto» (p. 286). Difficile dare risposte che non tirino in ballo qualche politica imperiale hasata alla fin fine sulle cannoniere. le migliori guardiane della selezione esercitata dai mercati capitalistici .. R osenberg si occupa soprattutto delle tecnologie meccaniche fino a tutto 1'800. particolarmente dello wiluppo avutosi in USA. Forse
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