Acpol notizie - Anno II - n. 8 - Giugno 1970

sabile che avrà il compito prevalente di limitarsi ad introdurre brevemente il tema delle giornate, che poi verrà approfondito nel successivo dibattito: avrà la collaborazione di due animatori. .Per rendere più "produttivo" il dibattito e concreti i risultati, sarà inviato in precedenza il materiale a casa, con una traccia dei temi in discussione, segnalazioni bibliografiche, documentazione varia. QUOTE DI PARTECIPAZIONE La quota di partecipazione non è obbligatoria nè fissa pur venendo sollecitati i partecipanti al massimo di contributo finanziario, per ovviare almeno in parte .alle spesenon indifferenti di gestione. I r viaggio, ·tenendo anche conto della dimensione regionale degli incontri e quindi della esiguità delle spesedi trasporto, saràa carico dei partecipanti. V . ,, oop Q o· q , s u be 1il un n · lov o e1os1ub d · Dopo aver parlato degli aspetti organizzativi e dei contenuti caratterizzanti gli incontri politici, una parola anche sulla metodologia da adottare. L'impegno che I' ACPO L si prefigge richiede uno "stile" formativo ricco, aperto, vitale. In una società come la nostra, repressiva e autoritaria a tutti i li\telli e in tutti i suoi istituti - ivi compresi quelli educativi - l'aspetto più rilevante dell'attiv~tà è proprio quello di far emergere le tensioni più liberanti, non di concorrere alla loro repressione. Seppellita definitivamente (almeno in tanti ambienti) tb t1 ut ,; a v sfouo s l la concezione del corso o del seminario come "tempietto della cultura" nel quale si celebra l'innocuo rito di una erudizione fine a se stessa, si apre una ricca gamma di intervento a tutti coloro che pretendono "un supplemento" di partecipazione alla , vita civica. Ed è proprio una richiesta urgente di riassunzi_onedi responsabilità ad ogni livello, una richiesta di nuovi rapporti educativi che permettano ai partecipanti di arricchire se stessidi spazi più autentici e creativi, che si delinea la nuova prospettiva formativa politica. L'impostazione degli incontri dovrà - almeno nelle grandi l_inee- ricalcare le tecniche usate nei più vivaci seminari, una esposizione breve di un tema -sul quale si instaurerà il dibattito· (che è il vero "protagonista'~ degli incontri): il quale dibattito dovrà essere preparato a sua volta da lontano con indicazioni, letture, esercitazioni, spunti di riflessione che ciascun partecipante svilupperà poi nel modo da lui ritenuto più opportuno. I L'esperienza assembleare insegna parecchio: se non altro a non affidare al relatore - introduttore o agli animatori, ruoli carismatici e definitori, ma una difficile ed equilibrata funzione di "servizio" nei confronti del gruppo, collaborando, assieme, alla scoperta e alla enucleazione di temi e proposte. Così meglio riuscirà a chiarirsi - e ad esserecompresa- la strategia che dovrà animare gli incontri stessi: non quella di una esercitazione verbosa, accademica, f~ne·a se stessa,ma una ricercà confinata, dialettica, di linee comuni e condivise di impegno sia sul piano culturale che in quello politico.

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