Acpol notizie - Anno II - n. 6 - Aprile 1970

r detto - nei grgssi. centri industriali del nord; ha mostrato carattéristiche sue particolari nei serbatoi di emigrazione del sud; mentre è risultato meno presente per larghe fasce del territorio nazionale, intrecciate · spesso alle zone di maggior sviluppo e di più alta conflittualità. Prendere adeguatamente coscienza di questa situazione vuol dire rilevare ad un tempo che: • i I fatto che esiste una "nuova classe operaia" non più rivolta contro la miseria, ma che, cresciuta e sviluppata insieme al la società industriale, si ribella oltre che contro la condizione materiale di vita, soprattutto contro la sua condizione di dipendenza, di soggezione, cui viene condannata dai rapporti capitalistici di produzione, rivendicando la partecipa- • zione responsabile e cosciente alla direzione del processo produttivo, è vero, ma in linea di tendenza. • è necessario quindi un intervento politico adeguato al fine di accelerare e generalizzare questo processo; il che implica da un lato una strategia complessa in grado di porre in essere una pressione di massa per le riforme di struttura tale da sciogliere alcuni nodi, alcune co'ntraddizioni di fondo che rion consentono al movimento di dispiegarsi in tutta la sua potenzialità, tra l'altro in un quadro anche di libertà formali sempre meglio garantite - per quanto ovviamente ciò è possibile nell'ambito dell'attuale sistema; implica dall'altro una strategia che nel momento in c~i è in grado di imporre nel paese certe riforme, su di esse è capace di innestare un processo parallelo di crescita politica, di presa di coscienza antagonistica, di autorganizzazione e organizzazione del movimento tale da r(!ndere sempre più costante ed elevato i I grado di conflittualità, in modo che lo scontro sia sempre riproponibile a partire dai livelli precedentemente raggiunti e consolidati. Se questo è vero ci sembra errato sia: • misurare la strategia complessiva del movimento operaio in modo unilaterale sui livelli più arretrati di cosciehza (dovuti sia alle condizioni oggettive di sviluppo, sia alla consapevolezza soggettiva, risultato di un determinato lavoro politico), concependola come puro e semplice utilizzo da parte del partito di generiche spinte di massa, su obiettivi prefissati dall'alto, più che altro finalizzati alla crescita quantitativa del partito stesso, spinte da utilizzare a livello di mediazione in sede istituzionale; • misurare la strategia complessiva del movimento operaio sui livelli più avanzati, pensando possibile e spendibile oggi un'alternativa che passi attraverso la pura e semplice autorganizzazione di base ( l'esperienza consiliare), arrivando magari alla teorizzazione della non necessità del partito e negando il problema dei rapporti tra movimento e partito. Bib(9iotecGa-ino s;anco Ciò non vuol dire necessariamente proporsi un compito non certo facile di mediazione tra i diversi livelli di coscienza del movimento; un tentativo in questa direzione è rappresentato dal PCI senza che - p~r quanto ci è dato constatare - l'attuale suo gruppo dirigente centrista sia di fatto riuscito a mediare efficacemente ed in modo dinamico tra chi fa riferimento alla necessità di valorizzare i dati nuovi emergenti dalle lotte per costruire su questi un blocco storico di forze politiche e sociali alternativo e che si ponga il problema del "potere" e chi tende invece a spendere le" forze attualmente a disposizione in una operazione essenzialmente - di vertice e di · natura prevalentemente tattica quale quel la del l'entrata "nell'area di governo". 9. Esiste oggi di fatto lo spazio per un coagulo più largo, nuovo, di forze dell'area del socialismo, su cui strutturare con un processo di aggregazione che parta dal basso un movimento popolare di lavoratori che si faccia carico di misurare il proprio discorso, di artièolare la propria organizzazione su quanto di più avanzato le lotte hanno saputo esprimere rispetto agli obiettivi ad un tempo democratici e socialisti che abbiamo individuato come coessenziali ad una classe operaia moderna quale tende· ad emergere da un sempre più elevato livello di sviluppo capitalistico. Tale movimento d'altro canto non dovrà compiere l'errore di collocarsi in modo scorretto nei confronti del movimento operaio nel suo complesso, dei partiti e delle organizzazioni (il sindacato) che ne sono , rilevante espressione col risultato di rendersi indisponibile ad una crescita generale ed unitaria di tutta la sinistra nel nostro paese. 11problema che abbiamo di fronte oggi non è certo quello di rappresentare tout court la classe operaia, ma piuttosto quello di essere dentro le sue lotte, ricercando in esse prospettive avanzate e decisive per tutto il movimento. 10. Già abbiamo parlato della centralità dei rapporti col sindacato; resta il problema più generale dei rapporti tra il partito e le lotte operaie. Non è un problema che si risolve in modo prioritario nè sul piano formale (degli ambiti e delle competenze) nè su quello organizzativo (degli strumenti), quanto innanzi tutto e soprattutto su I piano del la linea politica per quello ch'essa è in grado di far proprio dei contenuti politici delle lotte nel quadro di una più generale battaglia sociale e politica. Ciò non vuol dire per altro che non esista al di là della valorizzazione della presenza sindacale in fabbrica, della crescita degli strumenti unitari di autorganizzazione del la classe anche i I problema di una presenza politica nella fabbrica, tale da garantire tra l'altro il col legamento tra le lotte di fabbrica e le lotte nel la società civile aventi un contenuto di classe. A tal fine

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