Acpol notizie - Anno II - n. 5 - Marzo 1970

specifica e proprio per questo si è saldata, ne, punti più avanzati, con strumenti politici ed organizzativi, quali i delegati. In questo quadro è evidente che, mentre i delegati devono esprimersi politicamente attraverso i Sindacati, essi vanno eletti da tutti i lavoratori e non possono essere designati dall'alto, dalle organizzazioni sindacali provinciali e nazionali. L'importanza decisiva per lo sviluppo del movimento , che hanno i delegati, sottolinea la necessità della loro estensione a molte realtà aziendali che ne sono prive e del loro consolidamento dove esistono. 11 rischio di un riflusso su questo terreno infatti esiste ed esso va sventato nell'unico modo possibile, vale a dire, con una nuova, inc1s1va articolazione del movimer)to. 4) L'azione contrattuale ed articolata di questi anni ha espresso una realtà di graride rilievo: essa ha messo in discussione l'autorità ed il potere padronale nelle grandi imprese, mettendo in luce la possibilità di una contestazione reale nei confronti di quelli che sono i capisaldi del sistema capitalistico. Per la prima volta, dopo molti anni, la grande impresa capitalistica ha visto scossa la sua egemonia, ha registrato alcune incrinature profonde nella sua organizzazione interna ed esterna alla fabbrica: tutto ciò non diminuisce, ma anzi accentua i problemi. 11 movimento operaio italiano ha scelto una strada precisa, che è quel la di una dislocazione graduale, ma continua dei rapporti di potere, attraverso lo sviluppo di un movimento permanente, in cui l'articolazione si intreccia con la generalizzazione. Ciò significa sia il rifiuto di radicalizzazioni prive di sbocchi sul tipo del maggio francese, sia la negazione di operazioni verticistiche che illusoriamente si prefiggono, come ha dimostrato l'esperienza del Centro-Sinistra, di modificare i rapporti di potere senza la costruzione nella Società di un'effettiva blocco storico. Questa linea, che è la più difficile ed impegnativa, comporta la capacità di imprimere al movimento un ritmo continuo e nello stesso tempo di dargli uno sbocco unitario, al livello più avanzato dell'attuale. 6) La classe operaia si trova a fare i conti con tentativi di riflusso moderato, che si sviluppano sia al livello politico, che al livello economico. La repressione si combina con una politica economica, che mostra di voler intrecciare inflazione e deflazione. In questo quadro diventa decisiva la risposta sindacale contro la repressione e il suo impegno per le riforme. Contro la repressione, è indispensabile una lotta che non sia di avanguardia, ma di massa in alBibliotecaGino Bianco leanza con tutti i gruppi sociali e culturali più sensibili all'esigenza di questa risposta. Per le riforme, è indispensabile la scelta di prec1s1 punti di attacco a cui legare un vasto movimento rivendicativo. Casa, prezzi, sanità, fisco sono i temi indicati dalle organizzazioni sindacali. Essi rappresentano de Ile controtendenze rispetto al tentativo di erosione e di comp_ressiorie del le conquiste sindacali. Su di essi va fatta crescere la consapevolezza delle masse, attraverso la definizione delle piattaforme rivendicative, la consultazione, lo sviluppo della lotta. Esiste certamente un problema più generale di definizione complessiva di una politica economica alternativa basata sulle riforme. Rispetto ad essa il movimento sindacale registra comprensibili ritardi, che non sono soltanto di elaborazione, quanto piuttosto di rapporto fra questa elaborazione e la coscienza del le masse. 11 sindacato, infatti, può portare realmente avanti una poi itica economica alternativa non perchè la definisce suIla carta, quanto perchè riesce a farla diventare un obiettivo reale del movimento. Su questo terreno molto resta da fare. 7) Nel momento in cui si sottolineano le grandi conquiste aziendali e contrattuali fatte dai lavoratori, occorre anche mettere in rilievo che esse sono tutte reversibili. I rapporti di reddito e di potere, nell'attuale sistema, sono tutti affidati appunto ai rapporti di forza non solo all'interno del la fabbrica, ma anche a Iive-1lo di Società. Per questo è sbagliato il pansindacalismo, anche se è erronea una visione angusta e limitata del sindacato. La responsabi Iità del le forze po Iitiche è quindi di grande rilievo. 11 rapporto tra Sindacato e partito non può certamente essere prefissato a tavolino, con delle definizioni astratte. Lo schematismo di determinazioni è superato proprio dal processo reale di autonomia del Sindacato. Le incompatibilità, lo scioglimento delle correnti partitiche - che deve avvenire attraverso l'effettivo scioglimento di ogni monolitismo - sono le manifestazioni di un movimento molto più profondo che stà avvenendo nel vivo della società italiana, il quale è costituito ~ppunto dal fatto che sul terreno del le politiche rivendicative, delle riforme, della politica economica, il Sindacato ha identificato un proprio autonomo metro di giudizio politico e di iniziativa, fondati, sul riferimento costante al la condizione operaia, alla volontà dei lavoratori, attraverso un procedimento induttivo, che esclude ogni schema di riferimento precostituito, identificando nella sua caratterizzazione di classe, nella sua natura e funzione anticapitalistica le ragioni del la -sua esistenza in una Società 13

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