Acpol notizie - Anno II - n. 3 - Gennaio 1970

Un operaio, uno studente, un impiegato, un cittadino qualunque non può dunque impegnarsi in ·un momento di partecipazione comunitaria, nella dimensione e nella qualificazione che gli è propria, individualmente o socialmente, senza doversi assoggettare al bagno mistificatore dell'ingaggio burocratico in un partito? Che autonomia è mai questa in cui al pluralismo delle più autentiche componenti personali e di gruppo si è sostituita la più esclusiva dittatura centralistica ed il più antidemocratico apparato qual i sono le caratteristiche peculi ari di questo regime partitocratico? Ma non siamo ai margini. La storia non cammina sul filo risicato del vostro "flatus", del vostro vacuo formulismo, della vostra stolida e moderata legiferazione; ma sulla spinta di quelle· energie che i lavoratori e i pensatori hanno affinato nella frustrazione cui il sistema I i ha sottoposti incessantemente. Ai margini della storia siete voi, incapaci di sensibilità morale e sociale, cui sfugge perfino il senso degli avvenimenti ed il sentore dei fermenti politici prodotti dalla crescita umana e civile del popolo. 11processo in atto dell'unità sindacale, la pressione della nuova domanda politica dei giovani, la maturazione di una coscienza dell'autonomia politica da parte dei lavoratori cattolici, la potenzialità crescente di gruppi spontanei portatori di istanze nuove e genuine in campo civico, politico, professionale e sociale, la metamorfosi degli acuti disagi morali e sociali generali dal sistema in sempre più credibili e. qualificate disponibilità alla ricerca, all'invenzione, alla sperimentazione di nuovi modelli comunitari, sono gli indici più significativi della vostra passata sprovvedutezza, la· verifica della vostra odierna inintelligenza, il presagio del vostro prossimo tramonto. Nel confermarTi i miei inalterati sentimenti di stima e di personale amicizia nei Tuoi confronti, Ti prego di credere alla sincerità della mia maturata convinzione che Cristo non è dalla vostra parte. Io cercherò di seguirlo altrove. Addio. RAIMONDO Ml GNOSI (16 dicembre 1969) AVVENIRE LABOR HA PBESEN-CATO A MILANO IL SUO LIBRO "IN CAMPO APERTO" « E' ORA DI INVENTARE UNA NUOVA SINISTRA» Convergenze tra I' Acpol e il gruppo del "Manifesto" di WALTER TOBAGI Che cosa significa la scelta di Labor? Quale ruolo può effettivamente giocare l'Acpol nell'ambito di una "nuova Bib1otecaGino Bianco sinistra" italiana? Sono le domande cui cerca di dare una risposta lo stesso Labor, con il suo libro "In campo aperto" (ed. La Nuova Italia). E' un discorso non facile per un processo che sa "da dove parte", ma non sa ancora "dove arriverà". E rifiuta, di proposito, ogni schematizzazione precostituita perchè "la ristrutturazione della sinistra italiana" - obiettivo dell' Acpol - "non può ovviamente fondarsi sulle commemorazioni di Marx-Gramsci-Togliatti, o di Turati e Morandi, nè di Murri-Sturzo-De Gasperi". E, d'altra parte, "le risposte politiche all'interno delle trincee tradizionali - che dal '48 si fronteggiano in Italia così autoconservandosi reciprocamente - ci appaiono sempre di più come delle mistificazioni di chi vuole a tutti i costi difendere la propria fetta di pot~re poi itico". Sono parole di Labor, che ha voluto presentare la sua raccolta di scritti con un dibattito, a Milano, presente, fra gli altri, Luigi Pintor, del "Manifesto". 11discorso sulla "ridefinizione" di una nuova sinistra di Labor si è saldato con le analisi che vengono sviluppate dal gruppo recentemente radiato dal PCI. E non è una coincidenza casuale, come ha notato Labor: perchè le due esperienze - dell' Acpol e del "Manifesto" - nascono dall'esigenza di trovare "un collegamento" - ha detto anche Pintor - con il movimento reale del paese". Pintor ha centrato l'attenzione sull'attuale momento politico, cercando di ipotizzare i possibili sviluppi della società italiana e delle forze politiche. Ed ha escluso la possibilità di un progressivo avvicinamento tra i gruppi poi itici che da anni guidano la vita politica italiana ed il partito comunista. "La borghesia - ritiene Pintor - non è disponibile. E il PCI potrebbe arrivare a quest'accordo solo sacrificando veri bisogni espressi dalle lotte di massa". Pintor prospetta un periodo di transizione verso un nuovo sistema sociale. Già nella situazione attuale, le lotte sindacali dell'autunno hanno provocato un "salto di qualità" rispetto al rivendicazionismo del passato. Bisogna ora, non disperdere "il materiale umano, e di esperienza politica" che si è formato; occorre, nel futuro, provocare una crisi che investa dal di dentro tutte le forze della sinistra tradizionale a cominciare dal PCI. L' Acpol e il "Manifesto" rappresentano - secondo gli esponenti dei due gruppi - altrettantt momenti di rottura di antichi equilibri politici. C'è quindi chi crede possibile un'azione collegata fra i due gruppi. Labor in particolare ha sottolineato l'importanza del dissenso all'interno del partito comunista, rilevando il valore positivo del fenomeno nella prospettiva di "un socialismo da inventare". Cioè, un "socia1ismo" che non può essere dedotto da alcuna esperienza nè politica nè ideologica precedente, ma che va sviluppato nel concreto, quotidiano contatto con le istanze del la base, dei lavoratori, della classe operaia. "Abbiamo scoperto - ha detto Labor - che non esiste soltanto una sinistra partitica nel paese; esiste anche una sinistra sociale, sindacale. Esistono centinaia di migliaia di studenti, i gruppi spontanei, i socialisti, gli adisti. Bisogna ricollegare tutti questi movimenti con una strategia politica globale". E riprendendo il problema delle prospettive: "Non si può prevedere quale esit'.o avrà la lotta politica in Italia, , quando si uscirà dalle trincee in campo aperto come abbiamo fatto noi del I'Acpol, come hanno fatto-quel! i del "Manifesto", due momenti importanti per la "rifondazione" di una nuova 11

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