Acpol notizie - Anno I - n. 2 - Dicembre 1969

Labor tenta di occupare questo spazio, aperto da contraddizioni e problemi non risolti e dalla scarsa capacità di rinnovamento dei partiti, in una situazione in cui il movimento studentesco, in fase di stanca, e la contestazione non sono più sufficienti a dare espressione politica alle energie che pure hanno liberato. In questo tentativo Labor è ammaestrato dalle precedenti esperienze e dai precedenti fallimenti: non ha la fretta di Carghi e nessuna intenzione di portarsi appresso /'i11oteca - giustamente rifiutata da Dorigo - di una qualificazione "cattolica" del dissenso; a differenza di quest'ultimo non pretende di tentare l'esperienza di una organizzazione libertaria, estremamente labile, che si tagli dietro le spai le tutti i ponti e tutte le possibilità di dialogo con la sinistra tradizionale (ma a differenza di Dorigo è anche estremamente cauto nell'imboccare la strada di una scelta chiaramente e intransigentemente laica). Può contare inoltre su una grande capacità di organizzazione e di direzione politica, acquisita in ,lunghi anni. di presidenza delle ACLI. Non meraviglia quindi che il convegno abbia confermato questa cautela programmatica che lo stesso Labor ha più volte esplicitamente dichiarato: un approccio fatto di sperimentazione, di ricerca, di sollecitazione al dibattito in vista di sbocchi politici che non pretende di precostituire ma solo agevolare, aperto quindi a una prospettiva di ristrutturazione della sinistra non meno che a un rinnovamento interno dei partiti tradizionali o ad una più difficile e problematica costituzione in movimento autonomo; una tastiera molto varia quindi che non preclude nessuna alternath,a, e non certo per opportunismo. E' importante anche prestare attenzione a coloro che del convegno sono stati i protagonisti, per così dire, interni: Labor e con lui Gino Rocchi, Antonio Fontana, Emanuele' Ranci Ortigosa, alcuni cioè degli uomini che· lo hanno seguito dell'esperienza delle ACLI a quella dell'ACPOL; Riccardo Lombardi; un gruppo di giovani dirigenti politici e sindacali del PSIUP, appartenenti quasi tutti alle federazioni del nord di questo. partito, il cui peso è stato determinante nel di battito delle commissioni (due delle tre relazioni conclusive delle commissioni sono state di Gastone Sciavi, sindacalista PSIUP di Milano, e di Francesco Indovina, uno dei più brillanti quadri di questo partito in Lombardia). Non è stato tuttavia un convegno di delusi dell'interclassismo cattolico, del riformismo socialista o della burocrazia di partito. Fra i protagonisti "esterni" all' ACPOL, interlocutore privilegiato è stato I ngrao, mer:itre il socialproletario Ceravolo non è andato oltre i limiti di un discorso ufficiale di saluto. Il dibattito non poteva ovviamente fornire risposte definitive ai problemi che intendeva sollevare; ha avuto però il merito di portarli alla luce con chiarezza avviando su di essi un confronto libero e spregiudicato, fuori dall'ermetismo con cui gli stessi problemi nei dibattiti ufficiali vengono solitamente circondati o elusi. Non affronteremo quindi qui (riservandoci di farlo quando saranno pubblicati gli atti) una analisi delle relazioni e degli interventi, nè azzarderemo un giudizio sui principali punti di convergenza o di dissenso che ci è sembrato di cogliere. Diremo soltanto che il convegno si è mosso su una linea fortemente antiautoritaria, lontana, ma sarebbe meglio dire contrapposta, al neo leninismo dei fautori del "nuovo" partito riv0l:uzionario. 11 discorso tuttavia - ci sembra - non può arrestarsi alla strategia di massa, alla conquista di poteri alternativi di classe, al momento assembleare di fabbrica o di reparto, all'elezione dei delegati operai, ma deve spingersi oltre B fii o ~raesse laoo :eeàOrill.,e_rlle strutture del partito di 28 classe, si tratti di operare per il cambiamento radicale dei partiti esistenti, per la ristrutturazione dello schieramento poi itico in cui si esprime oggi il movimento operaio o per la ' costruzione di un nuovo movimento o partito. Si può mantenere aperta poi iticamente ciascuna di queste prospettive. Si può concordare nella valutazione che ciascuna di esse può rivelarsi valida. Ma quale che sia la prospettiva che si sceglierà, si deve avere chiaro fin d'ora come deve essere l'organizzazione politica democratica di classe, evitando l'errore di considera.re questo un problema soltanto statutario e in definitiva sovrastrutturale, consequenziale, secondario. Solo così sarà infatti l)ossibile superare il dilemma ragione di classe - ragione di partito, giustamente denunciato da Labor. Gianfranco Spadaccia (12 ottobre 1969) FORZE NUOVE , IL CONVEGNO DELL'ACPOL Il 1° convegno di studio organizzato a Milano dall'ACPOL dal 26 al 28 Settembre u.s. è stato senza dubbio interessante, se non altro perchè è servito all'esposizione e al confronto di idee di qualificati esponenti della sinistra poi itica italiana. S~nza entrare nel merito di queste idee, per approfondire le qu_ali una consultazione del volume degli atti del convegno sarà -·•di indubbia utilità, sembra opportuno esprimere soltanto alcune considerazioni. L'azione dell'ACPOL risulta essere, almeno per ora, sola azione culturale. Di cultura politica, d'accordo, e ad alto livello, con personaggi di primo ordine, ma non è azione politica. Perchè fare politica significa occupare e gestire il potere e questo I'ACPOL, almeno per ora non è in grado di farlo, perchè non ne ha gli strumenti. Questa constatazione, che può sembrare abbastanza ovvia, perchè corrisponde al nome stesso del la associazione, se da un lato può rassicurare alcuni allarmismi fondati su processi alle intenzioni, dall'altro ridimensiona alcune ambizioni che sembrano emergere nel suo programma ufficiale e nei discorsi dei suoi esponenti principali. D'altra parte quella dell' ACPOL è un'azione culturale utilissima, perchè lo scoppio della contestazione minaccia di disperdersi in rivoli contraddittori e degeneri, o, peggio, di essere riassorbita nel sistema e quindi una azione di coordinamento logico è preziosa, come indicato nel programma, per "rischiarare le conoscenze, indicare i punti di appoggio, rimuovere gli ostacol i e individuare le forze che costituiscono la leva necessaria a determinare il cambiamento. Nella battaglia del movimento operaio per la conquista del potere, nella "strategia delle riforme", I' ACPOL, come ha detto Lombardi, "è' un piccolo strumento che può aiutarci tutti con dei confronti, una discussione tra combattenti, che devono intendersi per poter vincere".

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