Acpol notizie - Anno I - n. 1 - Ottobre 1969

tra parte, è spesso l'antitesi di ciò che giustamente ci ricordava ieri Lombardi quando diceva che la politica non si deduce. Solo se L' ACPO L non si ridurrà ad occasione di dialogo ma confermerà la sua collocazione in una proiezione strategica ha senso una proposta organizzativa, altrimenti l'ipoteca di una carenza di obiettivi reali e di un impegno finalizzato sarà decisiva, al di là di ogni pur sincera intenzione. STRATEGIA DI MOVIMENTO Ecco perchè, la proposta organizzativa esige che I'ACPOL organizzata definisca prioritariamente una sua p'ropria strategia. Questo naturalmente diviene più facile per un' A.C.POL che agisce, di quanto non lo sia per un' A.C.POL che contempla le sue possibilità di azione. Ciò è vero anche in altro senso: nel senso cioè che le logiche di schieramento generalmente prevalgono nelle situazioni di' immobilismo. L'incontro nell' A.C.POL di persone di diversa matrice culturale ed associativa, l'incontro tra persone inserite in partiti o correnti, e persone che non proiettano in queste sedi istituzionali il loro impegno politico, ha preso l'avvio da una comune analisi, da un comune convincimento: compirà esso stesso, anche sul piano organizzativo, un salto di qualità trasferendosi nell'ordine degli impegni operativi e della sperimentazione; cioè inserendosi in una logica di movimento. Strategia flessibile, diversa da neutralità strategica, sperimentazione in una logica di movimento, organizzazione elastica sono quindi aspetti interagenti, l'uno condizionato all'altro, l'uno necessario all'altro. Lo stesso problema del rapporto con i comunisti si disincanta in una scelta di movimento: quanto più sap- . piamo - attraverso l'azione e l'organizzazione - configurare un volto dell' A.C.POL, quanto più chiara si fa la riflessione, la proposta, la sperimentazione, tanto meno rilievo hanno le pregiudizionali di qualsiasi natura; però è necessario darsi un volto per sfuggire all'immobilistica disponibilità a fare "qualche cosa, non precisata, con chiunque". L'unica discriminante a mio avviso dovrà essere definita dalla strategia e dai valori comuni di demòcrazia su cui" essasi deve fondare, non dalle matrici ideologiche o partitiche. E darsi un volto significa precisare gli obiettivi di fondo, orgaf:1Jzzarsifunzionalmente a tali obiettivi, e contestualmente riconoscere la base che in essi vuole identificarsi, la base che vuole raggiungerli, a cui I'A.C.POL non avanza una proposta di aggregazione - per i singoli - e soprattutto non una scorretta proposta di sovrapposizione per i gruppi, ma propone un'occasione di coordinamento per autonomi sbocchi ed autonome sintesi. B101oteca Gino Bianco LA NUOVA DOMANDA POLITICA Riconoscere questa base è il primo compito che le strutture regionali dell'Associazione devonò porsi, devono cioè ritrovare sperimentalmente, verificare una delle osservazioni comuni ai promotori dell'A.C.POL: il diffondersi nel paesedi una domanda politica nuova. Proprio perchè si col lega a questa domanda politica che, con tutti i rischi di valutazione ci sembra di veder maturare nel paese, la nascita nell' A.C.PO L. non è stata, nella sostanza, iniziativa di vertice. Questa considerazione formulata in un intervento, merita di essere ripresa, perchè l'ho sentita ripetere anche in altre sedi, e vorrei dire, senza alcun intento polemico, all'amico che l'ha avanzata: tu credi che per esempio le ACLI, alcuni sindacalisti della CGIL, la minoranza della CISL abbiano inventato il processo di unità sindacale? Quando nel marzo del 1966 fu indetta la tavola rotonda che rilanciò le prospettive unitarie a me sembra che la Presidenza delle ACLI ed i Sindacalisti che ho citato non ebbero altro merito che di aver letto tempestivamente il maturare di una nuova situazione tra i lavoratori e di essersi affiancati al le loro istanze: le vicende sindacali di questi tre anni hanno confermato che la lettura fu esatta e l'impegno giusto. Noi come ACPOL, ci auguriamo analogamente di aver saputo leggere la realtà politica nuova. \ Ma i I fatto che la nuova domanda poi itica possa esistere - e a nostro avviso, si sta diffondendo e sta maturando - non significa che essa abbia nella sociètà civile una capacità di promuovere meccanismi di - autoaggregazione spontanea. I comitati promotori dell'A.C.PO L sono perciò chiamati ad offrire un catalizzatore all'autoaggregazione, ad essi saranno con la massima tempestività fatte rifluire le adesioni di singoli e di gruppi che già sono state indirizzate al comitato promotore nazionale, anche per esaminare con questi aderenti le occasioni locali di impegno di gruppo. La scelta del livello regionale, come dimensione ottimale di articolazione organizzativa dell' A.C.POL ha tre motivazioni: 1) P.olitica: perchè a quel livello esiste oggi, almeno nelle regioni non a statuto speciale, un vuoto di elaborazione e di proposta poi itica, un vuoto anche di organizzazione, che verrà colmato quando l'istituto regionale diverrà operante. 2) Una motivazione di elaborazione culturale: a scala regionale è possibile identificar~ con significanze poli- •tiche dati strutturali determinanti relativi allo svilup- · po, alla pianificazione, ai rapporti ed agli equilibri di potere. Infatti è a questa scala che meglio si leggono, nel la loro articolata realtà sociale, i parametri più signi11

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