75 t;ivoluzionar·l, rimasero ai loro posti e presel'o parte nell' amministl·azione di quel GoveÌ·no, comuoc1ue intruso e atw•·chico; e , sebbene a nu1lincuol'e, seguit·ono I' andozzo dei lempi. Molli lo fecero_, quantunque bene affetti al legittimo Govet·no , e avvers.i nlla rivoluzione , pel bisogno che avevano dell"'impiego unico sostentamento delle loro spesso numel'ose famiglie ; allri per tema delle per·secuzioni ; altri pensando , che anche fuor·i dell' impiego non ' potevano rendere alcun servigio al Governo cessato di fnllo , ma nell, impiego potevano rendersi utili ,. se non al Governo , che di fatto non esisteva , almeno alla civile società. A lutti poi eì·a mestieri nniformal'si nel linguaggio c nelle azior1i aìlo spi· r·ilo ali or·a dominante~ senzn di che non avl'ehher·o potuto vivere sicur·i dell'impiego, nè lasciamJo l'impiego, senza rischio tlella persona , c degli nveri. Non evitando il primo scoglio, il Gover·no corre pericolo di acquislar·e dei callivi impiegati ·' non evitnndo il secondo corTe pc,.icolo di perden1e dei buoni. Le massin)C dell' fmperntorc Napoleone da lui costantemente seguite, e che si leggono espresse nel l\1ernor'iale di S. Elena sulla toller·anza ed indulgenza necessar·ie dopo nna rivoluzione, pei h·aviamenti politici degli uomini anche migliori che er·- rarono sia per debolezzH di car·attere , sia perchè tr·ascinati dalla corr~pnte, sia perchè forzati da un concor·so di cir·coslanze imperiose, mcr·iterebbcro di essere meli itale da tulti i Governi. Il Cin·dine della politica di quel gr·ande lmperalor·e fu la fusione dci partiti , colla quale giunse ad unir·e e signoregginr·e In Fr·nncia, a ricondurvi e a mnnlenervi In lranquillilà. A siffalle massime poli· fiche , dopo la secondn caccinta di Napoleone pee forza delle al'mi str·nnier·e> Luigi XVII[ è andato debitor·e del suo regno sì prospero, e sì pacifico. Possa ispira•·si il G'1ve•·no Pontificio a quei gnwdi esempi ! Si gua r·di dall'essere il Gove·ruo di un parli lo! f
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