Francesco Mayr - Uno sguardo al passato 1848-49 e al presente ...

re -l; , /( v~ UNO SGU1\ROO A 1~ P A SSA T O 1848-49. . E AI_j PRESENTE NELLO .., DELI~' AVV. FHANCESCO- ~IAYR FIRE ~Zr~ STAlUPERIA DI G. GALLETTI i 8:) L

- .. MAZ ù?ùù 00170 MAZ :jàll

Noi lulli abbiamo assistilo eome spellalori, o cotne attori, al gran dramma politico, di cui neg·Ji anni 18!,.8 e 1849 furono scena l' llalia, la Francia , l' Alen1agna. Abbiamo ' ' islo il suo scioglinlento in IL-a l i a b(~ n d iver~o da quello che sembrava pronosticare il suo principio. .In Francia e in Alern<::gna si agitano ancora di molte grandi questioni, ma più relative alla forma che alla sostanza. più alle persone che alla cosa. In Francia fallì, con1e era a prevech~rc, la rivo l uzionc soci a le ; i n AlPma gna la rivoluzione, che aveYa per iscopo l'unità nazionale, ossia la sostituzione di un.o Stato federale ad una confederazione di Stati ( quantunque, se bene si guardi , sia forse il paese in cui la rivoluzione ha prodotto i maggiori effetti , poichè da per tutto si fecero radicali riforme politiche, e civili ) vi fu sanzionato, o allargato il sistema ìnonarchico costituzionale. Gran parte d'Europa si trova ancora in una condizione normale, convulsa~ e quasi febbrile; nello .;Lato d'irrequieto languore in cui è ri~ pos~o l' uorno all'uscire di una grave inf~rmità: le onde sono ancora agitate; ma è l'agitazione che seguila per qualche tempo a commuovere l'oceano al cessare della tempesta. Ora è venuto il tempo di ricercare delle cagioni, che originarono quelli avvenimenti; e pcrchè produsserG gli eff"~ tti che noi ved iamo.

Attore nei trascorsi avvenimenti politiei, cos ta ntrmen 1 e add0tlo a Ila parte tnodera t a y do lente de'rnali. che funesti errori hanno élC- <.: umnléllO sul nlio paese, oggi ridonato alla patria e al riposo domc~tico , io volgo uno 5guardo sul passato, e sul presente indag·ando la causa di tant e sventure. Sinrlacarc gli atti e la vita pubblica deglf uomini che furono alla testa dei governi è un ui rilto incontestabile che appartiene a gli scrittori: io int.endo di farne u~o; -e sine ira et studio pa rlerò di alcuni di essi, quantunqu e ancora viri\ come ~e già appartenes~ero alla storia . Le mie opinioni fra tante vicend e po1itirhn sono rimaste le medesime; io nulla ho a ritratta re; in nulla ho a disdirmi. lod i pende nte da ogni fazione , l' a n i rno ·~ceYro dalla ,,iltà di piaggiare l'opinione domiII <Jnte, o d'insultan~ la caduta; poco curando di piarere sia a questa od n quell a ; non altroho p<.'r n, ira che il vero, l'i struzione e il va nL aggio del mio paese. Fra l'urto di partiti ~~tren1i . e rH cirrhe intcrnpPranti passioni, alcunr- parole imparziali e spu ssionate sulle questioni che ancora tengono divi sa l' Italia, imparziali c spassionate come saranno un giorno qu e lle della storia, g iova spPrare che possano riuscire non senza profit to di nlolti.

CAPITOLO I. l. G·el!iamo pr ima uno sgunrdo fuggi tivo sullo sta! o d' Euro.pa dal ·1815 fino nllo scoppio delJ' ult ima ;r ivoluzinnc. 11181 5 ha chiuso la rivoluzione ff'ancese· del J78n. '11 congl'rs so d i Vien nn d i ede una nuova forma poi ilicn nli ' Eul'opa pr· endendo per base la restnurazione ·del pnssa lo. I l l '{>ni ~ che i flutti rivo luzionari ~ o Ja ~J;ldd viltor iosa di Napoleone , nvevano ntterrali ~si l'ialz:n·ono. L' Italia \'ide il l'itorno de' ~uoi Principi; solo non si sHll'arono dal naufragio le repuhbli- -c he di Geuova ; e di Veuczia, iucorpol'alc nell'Austria ~ ;C ucl Pi emont e. Ma l-' Europn del 1"815 non era più . quella dei l~mpi che precede ttero il /1789 . La rivoluzione e l,. ·lmper·o fl'anccse l ' nvcvnno notabilmr.nle modificai a. Il fe,udal ism o , e i privilegi d'ogni sortn era no ca d uti; gli n·h.usi . e i pregiudizi cnnsacrnli dai secoli, scom· parsi : il codice _, e r amminislJ•azione francese n veva no fa tto dovunque sentire i loro ben efici influssi. H fJI'incipio che tutti sono uguali d inanzi alla leg:.;e ~ il frullo più heJlo , e ~ sto per· dire , il compendio ·di ogni lihedà _, ernsi sa nzivuato. Uu-' operosità intellettuale , industriale e commerciale si era sviluppata ignota prima, segnatamenle in Italia immersa fìuo allora in un profondo letargo. Un nu ovo impulso si era dato ngli spiriti; .e si osservnva nelle nazioni toJn ' csubernnza di vita ehe, non polendosi contenere cii dentro , aveva bisogno di sfogo, c d ' impiego. La t·ivoluzione francese , ove penetl'ò, nveva copet''!o il suolo di rovine che scompar·veJ'O, c aveva intt·odolto7 rnisti a g1·andi mali , dei beni di cui i popoli vole\'anu la conservazione , c lo sviluppo. l troni che s i ••estflttr·avano, fur ono •·ialzali su questo U'-lovo terreno.

6 I principi si avviJero dci tempi camhiali, e del diverso governo che i nuovi lumi l'ichicJcvn no. Napoli r·itenne in pieno t• amministrazione giudiziar·ia · c fìnnnziera dell' impcr·o francese . Il Piemonte modificò in parte l ~ ::tntico sistema di gorerno. Se laToS('nna ritornò alle leggi di Lcopoldo, ciò fu perchè (tud g•·an legislatore già le avcv<1 accomodate alla nuova civiltà , prevenendo i legislatori fl'nnccsi , e tutti gli altri lP-gislatod in Eu1·opa . L'Austl'ia intro· dusse nel Lombai'Ùo Veneto il codice austl'iaco, sebbene in qualche pnrlc difettoso, basato sui principi di equità, e sui deltami della filosofia. Pio VII troppo restituì dell'antico; m;1 operò nou pertanto alcuni utili ramhiamenli nel govcr·no voluti dai tempi , e ne fac eva sperare de ' maggiol'i. Conservò il codice di commercio , e i1 sistema ipotccal'io francese: istituì lt·ibunali colleg-iali. Però nessuno do· governi fcstaurali fece abbastanza per npp:1gare i desideri dei popoli : tut li dopo i pr :m i passi si ferma •·ono . Melternik , che lnnla influenza esercilò sul suo scéolo, massi mc i n A len w gna e i n Hal i a , n v.ev a proclama t o un si&lema di assoluta immancabili là, e di opposizione a qualuncp1e rifor·ma ; al quale essendo dello , che il mondo canunina , a·ispose : è perciò che lo voglio firmare. Tardi si accorse del suo er·a·or·e _, e solo allora che il movimento dd tnondo ll·avolse lui e il suo sistema. Mette1·nik ha mostrato ignorare) che il solo ì11czzo di prcvcnir·e le rivoluzioni stà nelle gt·aùuali e spontanee riforme; perciocchè, se per esse gli umori che si condensano ne ' popoli, non trovano uno sfogo, scoppi n no sovente; e colla loro esplosione rovesciano governi e gnvernnnti. Le r·ifor·mc ddl'fmpcraloi'C Giuseppe H , osservn un suo nJOderno biografo francese, hanno salvato finora da una rivoluzioue l-' impero Auslrinco. l\1elternik non ha tenuto abbastanza conto delLa potenza delle idee , nè ha valulalo ahha!:llanza i bisogni morali dei popoli. Cl't~­ dcvt~ , che il ben esser'e mntcl'ialc, di cni aveva l'icolma l-' Auslr·ia, c mnssime il regno Lomhat·dq Veneto, llo' t:sscro ba;:,\~lrc ; t:è sr p pc ~Cc\ c rare dalle esage-

7 razioni di uon1ini ~stremi le giuste brame de ' Inoderati , e , in mezzo al clamore e allo strepito dei diversi partiti, riconoscere la vera opinione nazionale , ed apprezzarla. II. Intanto la manìa delle costituzioni politiche aveva invaso t-'Europa. Si formò la santa alleanza per oppot"· yisi. Due rivoluzioni militari nel 1820, runa in Ispagna , e l' altra a Napoli , proclamarono e v i fecero adottare la Costituzione. La Francia combattè c vinse la prima, l' Austr·ia la seconda. l/ 01·dine non fu p_iù turbato a Napoli fino agli ultimi avvenimenti, all ' infuori di alcuni insignificanti congiure , e inefficaci par·ziali tentativi ad armata mano. Ma la Spagna fu in preda a coutìnue agitazioni fino a che Ja costituzione non fu in seguito sancita senza ulteriore contrasto. Il P01·togallo ebbe la sorte medesima. L'Europa non godeva che di una tranquillità apparente. La Grecia si tolse in quei tempi al giogo Ottomanno, ed· aiutata dai principi cristiani giunse ad essere libera e indi· pendente. ' III. Al Pontificato di Pio VII successe quello di Leone XII nemico di ogni riforma. Abolì i tribunali colle - giali , comandò L'uso della lingua latina.nel fòro. Con una improvvida diminuzione della tassa fondiar·ia, e del registro, aprì il baratro del deficit nelle finanze dello Stato, che si erano conservate floridissime sotto t• amministrazione del Cardinale Consalvi. Le cause di ma leontento crebbero. In Francia Cado X era succeduto al saggio Luigi XVIII. Cado X attentò alla costituzione, e fu t·ovcsciato dal trono per la rivoluzione del 1830. IV. Non havvi grande avvenimento in Francia il cui contraccolpo non si faccia presto o tardi sentire nel rimanente dell' Europa.

8 Di fatto una riYoluzionc scoppiò in Polonia Yinta dopo sanguinose battaglie dai Russi; c menlre , dopo Ja 1norte di Pio VIII , i Cardiuali et~nno uniti nel Conclave, in cui fu cl ello Gt~egor· io XVI , un ' altra t·h,oluzione scoppiò nell'Italia centrale~ la quale da P<ll'ma si estese sino solto le mura di Roma. Anche questa , t.lopo non molli giorni , fu soppressa dalle f<jrze Austriache. Grrgo•~ io XVI ~ nei primordi del suo Pontificato , volend<~ acquietare i popoli commossi , confessando implicitaJncnte gli el'rori de'pl'ecedcnti governi ~ pronlise delle g rand i riforme. Hestituì i ldbunali collegiali , abolì r uso della lingua Ialina nel fòro , non conservandola che in alcuni tribunali di Roma; istituì i consigli provinciali, migliorò la procedura criminale ~ c i n qualche parte la civile. Ma quì tutto ebbe termine. I protocolli delle grandi Potenze d'Europa , in cui s ~ ingiungevano alcune soslauziali riforme , dopo un pr·inci pio di esecuzione, furono messi in non cale. Un Pontificrtlo che ave v n comincialo solto ·i più lieti auspici finì colla disorganizzazione dello Stato • con un disavanzo enorme neHe finanze , col debito pubblico rnddopp i a lo , con uf.l od io si ffalt o n Ile l'i forme che si videro JH'OSCI'ille persino le slrade fea·rale, e gli as i] i d· infanzia. E quanto il Governo si moslt'Hva più avverso ad fllumeltere i miglioramenti frutto della. crescente civillà , lanlo più se ne faceva vivo il desiderio n'ci sudditi. Mor·to Gt·cgorio XVI ~ dopo tlue soli giorni di Conclave , fu elello Pio II.. CAPITOLO II. v. L' avvenimento di Pio JX fu salutato cogli applausi unanimi de· suoi popoli, e di lulla Eut·opa. Egli si nnnunziò come riformalor(~ , e inaugurò il suo regno promulgn ndo il pct'dono dei delitti polilici. Poi istituì la Consulta di Slalo, concesse la guardia civica e una sufficente libt~rtà di stnmpa; e {ioalmeote, cede~1do a l gran movimento ILaliauo, anzi Europeo, dopo l& r.i\:'O-·

D hnione di Febbraio in Frnncia ~ e di ~]n rzo in AlcnHt· magna , concesse pure lo Statuto. Anche Nn poli , 'l oscann , e Piemonte avevnno adollalo il sislemél co1Slituziorwle. Dopo la delta I'ÌYOiltziune r Au stria iHIC t>l'il promise una co3tiluzione ai popoli del suo Impero, compreso il Lomha rdo Veneto; e così senzn scosse , senza snngue l ~ Italia si vedent finalmente in possesso dei beni per· tanto tempo ngognat.i indanw. Pi emonte , Lombardia , la Venezia, 'l'oscana ~ Boma, Nnpol i er·ano s l~li costituzionali. l voli di tutti gli uomini rngionevoli el'ano compiuti. Ma quì , non per· mala volontà dei principi , ma prr cngione de ~ popoli , ebbero non meno principio le c<llamità ù ' Italia. La uot izia della Costituzione pr·omessa al Lombardo Veneto ~ che par·eva dovesse 1·iempiere di lelizin gli auimi delr universa le in quelle province, vi divenne il segnale dì un' acca nita rivoluzione contro r Au sll'ia : e fu questa l ' Ol'igine delle successive sventure di luttn la penisola; per· ciocchè il Lombardo Veneto la involse prin"1n nel'la sua guerrn , c poi nella sua rovina. Cado Alberto passò il Ticino , e accor·sc in difesa dti popoJi insorl i. Pet' ~utta r 11alin divenne generale iL gr·ido di guerra contro alF Austria. Yl. 1/ immensa ma;;gioranza nclJo Slalo Pontificio er·a sincera nel cr.lebrare con feste le concess ioni di Pio IX ; nè altro voleva che la l'i forma delle legg i e dell ' amministrazione. di cui lo Statuto er·a iJ mezzo. Desiderava inoltre Ìa lega d~>gannl e e la confederazione degli Stati Italiani. Faceva voti per la guet·ra che ordevn nel Lombardo Veneto , e senza avP.I'la n è desideratn ~ nè provocata, v i concorreva da principio, fino che la credè possibile, ma non si abbandonaTa a vane illusioni , e non voleva che a effime re speranze, ad aspirazioni smodate si sagrificassc un ben~ già Hcquistat.o, e sicuro. Ma vi era uu partito che voleva che le concessioni fatte non servissero che ùi scala per snlire a

~o rose maa(Yiori; il nome di Pio IX er·a per esso un 00 • t• l mezzo , un talismano per commuovere t popo 1; a religione u~' istrun;tc_nto onde spingere ~li~ guer!~ la moltitudrne reltgwsa , e devota: qumdt nemtct n·iur·ati del PontlficHto se ne fecer·o per qualche tempo ~ncomialol'i ipocriti, più zelanti, e fervidi degli . stessi credenti. A questi , e non ad altri, può riferit·si , che Pio IX fu assaltato da una congiura di ovazioni. Quesli uomini della Giovane Italia si proponevano r unità d. llalia , e la repubblica, e insistevano sull ' immediata cacciata degli Austriaci , siccome il più potente ostacolo_,al !o l'o, i'nte~to. Vi era un altro partito che voleva l umlà d ltal1a, ma per n1czzo di un solo pr·incipnto, e per mezzo di uno Stnto federale, o per· ~1ezzo di una confederazione di Stati; ma anzi tutto voleva esso pure t• espulsione del domitlio Austriaco. Questi due partiti rimasero uniti , e non si divisero che più tardi : 1i teneva uniti lo stesso scopo dell' unità d"' (tali~, e ~ell.a guerra all'Austria: la loro alleanza cesso quando t l partito della Giovane Italia proclnmò la repubblica. l Caporioni di que 'due partiti riempivano i giornali d' iuvettive, e dì eccitamenti alla guerra contro r Austria. Balilla e i Vespri Siciliani unicamente celebravano , e facevano risuonare ne' canti popolari. Giù nel 1847 avevano festeggiato l'anniversario della cacciata degli Austriaci da Genova con fuochi accesi sull'Appennino dnl Piemonte sino al r('guo di Napoli , spettacolo gt·andioso, e che doveva n1ostrare i l concerto di tutta la peni sola. Avevano proclamato Pio IX lo scudo , Carlo Alberto la spada d' Italia. La loro parola d' ordine CJ'a - fuori lo Straniero - Vh·a P w Nono. Con questo g•·ido insol'gev a la Venezia, r. on (pwslo grido i Milauesi si slanciavano alle barricate. Ogni più indif[4~ r·enlc par·ola o alto di Pio IX traducevano in modo da far credcr·e al popolo che si fosse posto alln testa del movimento Italiano , un altro Alessandro capo uella lega Lombarda. Quali stnmc conclusioni non si traevano dalla benedizione d;tla ..H'ltalia r Pio IX aveva un bel di1·c: rna io non

1l intendo così. Al popolo si diceva, anzi E i vuole così . La quistione di Ferra-ra , sì acremente agitata d,tl gover·no di Roma, non poco aveva contr·ibuito a con· ferinare nella sua fulsa opinione il popolo. Pio LX si v ide in seguito costretto a dare con un' Enciclica , divenuta celebre, una pubblica e solenne mentita a coloro che facevano un sì strano abuso del suo nome. vn. Ma la storin non passerà solto siler1zio gli errori commessi dal Governo Pontificio all'epoca che furono pl'omulgnle le pl'ime concessioni. L' atto del perdorio , alto santissimo _, ridonava alla libertà, e a Ha patria_, un g•·nndc stuolo di nemici del Governo Pontificio_, che le car·cel'i ~ e l" esilio., spesse volte più alli 11d irrilare che a correggere~ non avevauo certo convertito ad opinioni diverse; nè era a sperar·s i , che tutti , vinti dal perdono, avrebbero rinunziato alle passioni e ai sogni di tutta la loro vilH, e mollo meno ora che per l' agitaziouc ~i Em·opa , e degli stati Rornaui si vedevano posti in condizione di realizzar li. Era iuollre a presumere che in gran foHa i fol'_estier·i sarebber·o accorsi con animo di tentare uovità in que' fl'angcnti sì pt·opiz! ai loro disegni. Dunque due cose diven ivano indispensabili. 1.0 Polizia molta ed energica, che sorvegliasse , e frenasse gli uomini turboleuti. 2.0 Aumento , pet· qunnlo fosse possibile , della forza armata, e cut·a speciale di pt·eservarla dalr indisciplina e dal contagio delle idee l'ivoluzionarie. Ma nessuna delle ùue c·ose si fece. 'l'r·oppo si mise in obblio la nwssima- principiis obstallOn meno e~senzinle in politica cbc in 1nedicina. Non si ricordò che il Riformatore ( il quale non può non eccitare violente opposte passioni) se tiene in una ma . no la C<lzzuula , debbe lenere la spada nell' altra , pel' difendere la sua opera da quelli che l'avversano come SU\'et·chia , c da quelli che l ' allaccano com~ iusufficieutc. Si sarebbe dello che Ja ruassin .a del go... YCrHo fosse il secondare iu tutto la volontà del po-

12 polo: o n meglio dire di qnelléi parte che ne_ ~siJ!·~ p;wa il II0!1lC; r\' ilar..c nd ogni coste) (,~ colllswm; .in nes~un cHso impiegare Ja forza; saziare i più lllf·- ~lcnti a furia di conccssionì , e disnr·madi ~ccitando in essi il sentimento della gratitudine. Quiudi i pubblici funzionar!, se non gradivnno nnche él pochi . si meltev-ano in quiescenza, o si lraslocaunw. Le Polizie si videro par·;dizzlllc nella loro n,;ione. '1olli ricot'dnno ancor·a che il Legato di Bologna d i r IHìlÒ, dopo il perdouo, una ci reo lnr·e a i go- ·vernalo·ri pc!' inculcilre ene•·g·in c so1·veglianza. H JHtrlilo del mov in.1cnlo se ne impossessò , e n~ fece un delitto a qud Poq>OI'rtlo , c lo rese odioso .~Ila moltitudine , e il Governo lo richiamò dalla lct;·azione. Lo stesso accadde <d Legnto di 'Fcl'rara , perchè li\'C\'a disappr·ovalo in rtualche modo l-'ar·nHln1cuto arbitrnrio di una pal'le della popoiazione. Dietro a questi c molli altri Juminos1 esempi; i pubblici fuozionari: si avvidero che , a lllantcnersi nei loro impieghi , dovevano piélrcr·e non al Governo , bensì ai tribuni del popolo. Perciò ncssunn più si sentiva il cor·aggio dì adempiere ai suoi ùovel'i, e non \ 'i fu più governo, nH\ anat·chia. Le Aulol'ilà s.i vitlero costrette, per salval'e da pochi malvf!gi persone innocenti pP.rseguitale col pretesto di opinioni politiche , n rinchiudede nel car·ccre che avrebbe dovuto r.ccoglirrc i loro persecutori; di che si potr·cbbel'o .addurre ben molti esempi. La Homagna si riempiva di assnssiui' politici , che si commellC\'<IllO di pieno ~iot·no , impunemente , senza che si lrovnssero te- :stimoni che osnssero deporre qunnto avevano veduto, -senza che i tribunali osassel'o proccder·e. Allora ebbe luogo la famosa gher·minella (diretta ad otlenel'e 1' armamento del popolo) conosciuta solto il nom~ di congiura di Roma, ln qunle rcster·à un memorabile t~s empio della cr.edulilà popolnr·e, e che non · hf!vvi c~J~n· sì enorme , e stravagante, cui pochi astuti con fac1 htà non possano persuade l'e al popolo, al popolo che, C(Jme osscrvn Macchilwclli: un giorno •

-f6 grida - vi~a Ta mia nwr(e-: un aflro giorno- mu.oia la mia Yila - .. VIli.• ~ià, pl'ima deHn promulgazionc dello S!atuto, Pio IX rlllamava un Ministero secolare sperando , c-he più l'rspettato sar·r.bhe il fJOlere affidalo a mani di laici' più vigorose perchè più accette al popolo. G!i atti lfi qnrsto Ministero furono : 1. o Affi'da l'e if 1.\'Ji nislero de Ha Poi izin al GHllctti , amnistiato tr·atto aHora da Castel Sant-' Angelo: e così la Polizia dello Stato si commeltev'a a qu~l partito medesimo che avrebbe bisognato sorvegliare, e , come a molti segni era facile gi utlicat·e, nn g;orn(} combMt ere. 2.0 · Fare lfl guer·ra all-' Austria, spingendo, con Je lrgior' : -delle guardie civicbe, e i corpi de ' volontari , anche le lrnppe di linea indigene e Svizzere; e i Ca.. rabinieri nel Lombardo Veneto; in onta al voler·e di Pio IX ch' ertt si fermassero al di quà tlel Pò; éllla qunl gner·ra, cui si volle impr·ime l'e il carattere di u·na crociatn , pare che il Minister·o fosse meno in· dotto dalla volontà propria, che spinto dal Inovì· mento di Homa, e delle provincie, a cui avrà cteduto di non potere rèsistet·e. Quella spedizione, che non ern alta a geltare un peso rilevflnte nella bi· lflncia in cui si libr·avano le sorti della guer·•~a ita1ica, duveva produrre il tristo effetto di co•·•·omper·e il morale delle rnilizie , e di pt·ivnrc lo Stato delle sole armi che potessero conte11ere le esorbitm1ze del pai'Lito inlento a oltrepassare le ftanchig i (~ derivanti dnlle concessi oni sov r·ane, e che voleva 1a rivoluzione: in quelle milizie, com'era a prevNlere , 1:.-rnciatc i.n mezzo a pr·ov ince inso.1·t~, amalg~mate co.i Col'f;i fr11nchi , esposle alla sed1zwnc degli u!tra-hbcralt, •loveva entrare lo spirito deil' indisciplina e delta Jicenza militare; e dovevano convertir·si in nemiche di rtuel Governo strsso ehe erano destinate a difendere. Io uon nccuso le intenzìoni di quel Minister'O ~ composto di uomini egr·eg1; non fo che riporlnrc i

14 suo1 alti , c t ilevarc le conseguenze che ne venivarw. In quel lernpo !' anarchia gellò (JI'ùfonde a·adici llCllo stato privo di forze regof<u·i ; cd cuhe luogo la prima emissione dei boni <.lei tesoro <.li cui in seguHo tanto si abusò. Quél pt·imo MinisttH'O secolare, dopo soli quaranta gior·ni di vita , si d11uise, per motivo della nolrt enciclica, che produsse a Homu un· ngilazionc difficile a dcscri\'crsi. IX. Colla della Encièlica, che disapprovava la guernt degli· Stati Romaui coll'Austria, comiuc.a il prjmo periodo della rivoluzione. Pio IX non voleva quella guerra come Sova·ano, come Pontefice 1' abhorriva. Ora dimaudo: era giuslo pr·etendere da Pio IX , che senza un sano motivo facesse la guetTil ad una Potenza C<lll,>lica ~ Jo so che le pnssioni eccitale, ed accese <.laHa rivoluzione, non sono nncora raffreddate, o spente: Pur·e, non curando d'incontra re l-'a uimad vel'sione di . molli, non esito di pt' onuuziare J che quella pretesa era ingiusta; e credo che In postel'ilà , giudice imp:nziale , pel'chè spassionata, confermerà il mio giudizio. Il Pontefice eapo di una religione di pace , Padre comune de· fedeli come, senza recare offesa si H ct li a sua sovr'anità tempot'aJe , sia nIla Cidcsn , pote' a muovere guet'l'n ad un Priucipc callolico? [na guel'ra siffatla snrchhe stata di scandalo ai cattolici; meno gl' Italiani ehe ue avrebbero fatto J<,r·o pl'ò. l Ponlcfjci in altri temJJi <1vevano fallo la guerra, e vi è il moderno esempio di Pio VI~ ciò è yero; ma ln facevano a difesa o n) fine di •·icuperare i diritti della Chiesa. od a guarentire la Religione: e . se altl'i Pontefici hanno fatto ~·uet·l'e non giustifìc~lte da siffalti motivi, ne l'iporlar-or~o biusimo; nè fu senza danno della Religione. Pi~ IX prevedeva i pl'egiudizi che da quella auerra snrebbcro dc1·ivati a ila Reli~iolìe CallolicH. In ~Germania . che è tanta parle della eallol ;cilà, da lu11go tempo scrpcva uua sella denumiuata dci Neo-caUo-

15 lici, che non riconosce l' autorità dei Papi. Uuclla setta, fino allora repressa dai pr·incipi ortodossi, fl'a le agitazioni del.l-' Alcmagna rialzava, animata da nuove speranze, il capo, e valevasi astutarrJCille di quella guerra, che facevano le truppe pontificie all'Austria, e che attribuivano al Papa, per denigt·are la S. Sede, dicendo-' . che profanava la Religione facendola servire , contro il precetto del suo divino istitutore, a fini umani ; e matrigna anzichè madre lrat~va ed insanguinava la spada ne' suoi figli medesimi; già i popoli si mostravano più disposti ad ascoltare i novatori, ed i principi meno inchinali a camballerli. Questo come non doveva commuovere l ' animo del Pontefice?.•• Ho inteso ripetere anche da persone grnvi _, e in alto grado costituile, che Pio IX, pe•· non essersi unito alla guerra dell' indipendenza _, ha recato un sommo detriJnenlo alla Religione. La qual cosa potrebbe forse avere qualche sembianza ùi ve•·o , se Pio IX fo::,se il Papa de1la sola Italia , e uou ùel· l , universo mondo cattolico. Dirà laluno : (!OSÌ dunque il Papa , sebbene Sovrano , non può far guerra come gli altri Principi. Io rispondo sì , è il solo Principe che per la qualità del suo principato nou può fare altre guerre fuori delle uecessarie , che sono le sole giuste. Se però si fosse effelluala la Confederazione degli Stati Italiani_, impedila dai len1pi , e non voluta mai sincer·amenle da Carlo Alberto come contraria alle sue viste d-'ingrandimento_, le truppe pontificie avrebbero potuto concorrere a qunlunque guerra fedet~ate perchè non l-'avrebbe indetta il Papa, ma la Confederazione. Del resto l-' Enciclica tolse il sussidio morale del Pontificato alla guerra dell-' Indipendenza, non }-'aiuto delle milizie degli Stati Romani, le quali. non ottemperando etll, Enciclica, rimaser·o negli Stati Vcneli ; e anche dipoi pro&eguir·ono la guerra i diversi Ministeri eli coucerto col Piemonte , colla Toscana , e con Venezia. Ciò avvenne perchè Pio IX, sopraffatto dai flutti della rivoluzione, di Sovr·ano non consel'- vava che il nome. Dopo l'Enciclica le ovazioni ces ·

-16 sa•·ono e vt~nne il tempo delle contumelie , e dei vituperi'. CAPITOLO 111. x. Jn Gingno si riuniva a Roma il Consiglio de' deputati. Esso si componeva, con sole cinque o sei ecce.. zioni. eli uomini mf)derali, ehe, •·appresentanli l 'opi- •lione della mnggioranza dello Stato, non volevano :-c non lo Stntuto; ed erano venuti con intenzione di • opentre le rifol'me legislative giudiziftrie. ammini ... s lrntivc, e finanziere vo1ute dalle peovincc di cui et·n- _no gl i eletti. Nei loro voti era pure la lega dognnale , e uua confederazione di Stnli Italiani. MH non tardarono molto ad accorgersi che le agi.Lazioni di Roma , il partito della guetT(1, di cui ll'ova"n si a capo il Ministro Maminni, e la mancanza <.Ii libertà, li rendevano impotenti a 1nanda re ad effello le loro intenzioni. Il conte Terrnzio l\lamiétni era Ministro deli"-Inlet·- no, imposto a Pio IX da i tumulti <.I i Roma dopo la rinunzia del tJrimo ministero secolar·e. Nel pal'lito della rivoluzione non appar-teneva a ctnella frazione che si era proposto 1.. abbattimento del trono e la rcpuhhlicn , .ma a quell'altra che voleva ruoità ù' ltalin , sia per mezzo di una confederazione <.li Slali. sia per mezzo di uno stato feùe•·ale , sia per· mezzo di UFHt soln monnl'chia solto lo sceltJ'O di Cado Albct·to, previtt l'espulsione <lell' Austria. lntcmlo a<.l al!argat·e lo Statuto , relcgnva nel suo pl'ogl'amma Pio lX nelle nlte t·e~ io ·l i del Domma ; e proclnmavn la guer-ra all .. Ausl r in , volendo che si gettasse il foùet·o della spnda, nè si pensnsse a riporvcla, che dopo caccint 1 di là dri monti lo straniero. Guai a chi pnrlnssc di 1ransazionc. Le riforme del Governo nel suo sistema arano llrHl CO'ìél secondaria <.la pol r rsi differ·it·e nel nltri lt'rnpi , Sttbo1·dinnle alle sue alle aspir·azioni . Il conte 'ferenzio Mnmillni è un amuisliuto di Pio IX: lettcrnlo e filosl')fo, bel. favellatore. elcgnnle scrittore; ma uomo senza suffic:c~!c pcr iz:a ue!la

-lì l~gislnzione ~ c negli afffu·i di Go-rrrr-:o , c di stato : ern mosso dttll' immnginaziour., e Ùi!ll' entusiasmo, nnzichè guidato dal freddo cnlcolo della ragione: tutto dedilo n gr inteeess.i d ~ l Piemonte: e nl la C<lusa lt11liana, si sarebbe detto ministro delr ltnlia, c di Cnrlo Alberto, anzichè di Pio IX, e degli Stati Romani. Un corpo legislativo non è forte se non vi si formn una maggioranza unjta , e compatta, e, come di ... cono i ft·ancesi, disciplinata_, guidata da capi riconosciuti. Ora i deputati quantunque , tranne cin4ue o s~i _, appartenessero tutti all'opinione moderata, ed esistesset·o quindi tutti gli elementi per formar·e una maggiornnza numerosa, pure non si potè riescil'C a costituirla; e perciò il Consiglio mai pet'venne «1 mettersi in un" attitudine imponente in faccia al Ministero, e ad imprimere alla polilica e agli affari una direzione confanne al propt·io spir·ito. Se non che il Consiglio in questo fu rncrilcvole di srusa. Era la prima volta che si riuniva un'Assemblea politica nrgli Stati R01nani: i deputati non si conoscevano fra loro- , e r uno ignorava le opinioni dell' altr·o , e ci volle qualche tempo innanzi di riconoscersi. E poi per la maggior parle er·ano nuovi e quasi ignar·i delle dottrine , e degli usi· par·- 1amenl(lri , e non volevano sottometler·si a capi , c a discipline, per tema di derogare alla pr·opria indipendenza e dignità. Ecco gli ostacoli che si opponevano alla formazione di una 1naggioranza compntla in un Consiglio nuovo , che, appena unito p~ t· l re mesi , fu già prorogato. Così ciascuno agiva pc1· conto ptopr·io. Si votava a caso , secondo l' impressione del momento; si proponevano leggi senza previo conce l'lo , senza un piano pr·estabili lo. f n somma mnncava l"'unione nel Consiglio, e solo nell'unione i' la for·za. D'altronde le trihnne insolenti o minacciose toglievano ogni libertà del voto che si volle pubblir.o. In questa condizione di cose potè semb1·arc dubbio per qualche tempo se il Ministero avesse o no i l favore del Consiglio. Fino da i primi gio1·n i il Consiglio fu fu ne stato 2

18 dall'annunzio del disastro di Vicenza , della ritirtlta di qua del Po deli 'cscr·cito Pontificio, della sua indisciplina , del suo sbandamento. Xl. Lo stato d-' Halia e d, Europa et•a allora il seguente. L' eser·cito Piemontese J dopo la rivoluzione di Milano, ·senza tt·ovare opposizione aveva seguito Radetzki fino solto Mantova e Ve.rona , ma qui giunto nulla fu visto intraprendere , o tentare di rilevante. Non si dovè cmwscere ·che più tardi la poca · fermezza delle truppe Piemontesi; n1a l' imperizia dei Generali era già manifesto. Le truppe Napoletane giunte al Po per unirsi nella Vcnezia alle tr·uppe Pontificie, e agire di con... certo coi Piemoulesi , ea·ano state richiamate nel Regno di Napoli atteso il cambiamento di politica prodotta nel governo Napolet-ano dalla rivoluzione tentata ·in Maggio dal pnrtito esaltalo, che alla co~ stituzione con due camere voleva sostituirne un'altr·a con una camera sola; quasichè una costituzione con due camere, simile all'inglese e alla francese sotto il regno di Luigi Filippo , non fosse stata più che sufficiente pel gr·ado di educazione politica a cui era giunto il popolo Napoletano. Il ritiro delle truppe Napoletane , fu uno dei primi benefizi di cui la causa Italiana va debitrice al partito degli esaltati. IJe tr·uppe Toscane furono rotte a ·Curtatone ; e .la Toscana, meno le rod01nontate di cui riboccavano i giornali_, non faceva altra guer•ra an-· Austria. Le truppe Romane _, disor·ganizzate e scoraggiate dopo la capitolazione di Vicenza , avevano ripassato il Po. L' entusiasmo per la guerra era venuto meno nei popoli dopo che ebbero conosciuta col fallo esser quella la sola forza n~gli Stati non tnilitari. La Venezia era rioccupata dagli Austriaci ·; la resistetlZll di quelli a·bitanti er' a stata nulla contro tr' uppe disc ip1inate e ben condotte; e ciò doveva una volla ·apriro gli occhi a coloro che confidAvano nella guerra del popolo contro eserciti regolaa·i.

. 19 Radctzky, dopo il fall o <li Cur1<1tone e di Vicen- .~~~ continuava ad occupare la linea formidabile del- !'' Adige , nsprltando nuovi J' iuforzi d i Germania ·, e preparandosi per un colpo dcctsi,·o. - Ma, quello che p!ò im po rln~ I"Ausll'ia si rimetteva dalla suét scossa; ]a sua pr·edicala dissoluzione (ch e anche ai freddi ragionnlori aveva faLlo· concc.pil'C CJnalche speranza di buoi) success.o deJle arJ\li italiane ) er·a un sogno; e , non ostao~c Ja gnerr~ in Ung het·ia _. aveva potuto dispor-re di molte J:rpppe pe1~ r Italia ~ e sempre nuovi ~·eggim~r).ti giu&~gevano a Hndetzky. Nè solo i popoli dell' Austria si moslra- ' 'ano animatissimi pe1· la guerra d' Italia, ~h è l 'impero Gernwnico la secondava colla simpatia e coi voti. E chi fino da allora non si addava dell ' plLepnza · Au st ro-Russa ? J)' altronde la lcnacità austriaca è prov~rbialc. Quante guerre non sostenne contro la Francia per il solo Miléll1ese ? Si e1'a divulgato che in t\'Iag,gio aveva p1'oposto di rinunzi·are alla Lomba-l'd.ia ; ma si sa oggi ~ che quelle proposte non ufficia li non avevano a ll1·o scopo che d i guadagnar tempo, di r~tffreddare , e di seminaa·c la discordia. En1 egli pertanto yet·isi mile che l a ·guerra dell' lndipenden.za, cbe nqn si era vinta, quando l ' Austr·ia era abbattuta e l' Italia unita , avesse maggiore probabilità di successo ora che l' Austr·ia si era rimessa , e l' Italia tutta ritir-ata di fatto dalla guerra, fuo.ri del .s.olo Piempnte? La Francia ch' •wa lacerata d~J.Ie discordie intestine ~ e intenta a schiacciare l' idra dell' an.archia nell' inter·no , nulla poteva al di fuori; e ~a,rlo Alber·Lo memore del trattato di Campoformio, e che un'altr·a repubblica Fr,ancese pv,eva .rov.escialo il trono Sabaudo , non senza pensieri per la .S«tvoia , e pauroso del contagio delle idee rep~Jbh].icane_, 4nzichè implorare o .solo accettar·e _, avrebbe .r.~~.p\nlo 1' njuto di Francia; e av,eva proclamato .che l' IL.a· lia farebhe da sè. l/ Inghiller·a·a infine , ah l' Inghilterra ! getta\'a in tutti i pnesi Ja face della discordia_, e della som-

20 mossa, ma nulla f<lceva per· la salvezza <Ielle sue viiHme. Smullire la maggiore qnantilà possibile di mer-- ci, e convertirle in oro all' ombt·a delle rivoluzioni da. Jei promosse, ecco la sua poli tica. Que Il"' or·o è inlbrattato di sangue_, ma che le impor·ta? Non ha mosso guerra ad un grande impero per- acquis-tarsi il d i ritto di avvelenarne i sudùiti ? J..Ja politica inglese· uon el'a un misler·o per veru-no ; c nessuno ignor·a· va che la causa Italiana nulla aveva a sperélrne. Del resto la rivoluzione , per cagione- de"' suoi· • eccessi , in tutta l' Em·opa cominciava a percorrere· una l inea discendente. Sì; in Aprile, e in Maggio, e fino a1Ja mclà di Giugno , la condizione d'l lal ia .) deli· Auslri a , de ll ' Alemagn<l, e della Fr·ancia era stata télle , che Ja f!UCrra dell' Indipendenza' cioè resclusiOIIC dell 'Au·- str·ia dall -'Il<llia, anche ai non fnnalici aveva scmbl'alo impresa da potersi lentar·e : e 'fu 1111 generoso, un uobile tentativo. L' llétlia tutta alzatasi unita come un nomo solo: l'A.uslria tutta in rivoluzione: I'Alcmagna lulta sossopra e sconvolla: la Francia non- ancot· lncerata dalle fazioni , c che ave,•a dichinrato di non r·iconoscere il lraltalo di Viennn , e nvevn lasciato suppon·e, che risuscitando In politica gucrTiern c· conquistatrice della prima rivoluzione e déll"'impero, flppt'ofillando degli sconvolgimenti dell' Alemagnfl e dell'Austria , per riconquistare il Helgio e In fa ·onlier' a del Reno , avr·cbbe assalito i suoi antichi rivali divisi dalla rivoluzione : .ecco il quadro che in quel tempo pa·esentava r Europa. Quali effetti non potc-· vano produrr·e 300,000 ft·ancesi in lega roi popoli ìnsor·Li cònlro i principi , e culla formidabile insurrezione llnghercse ? In capo a meno di lt·e mesi questa scena era interamente cambiata; in sì hl'evc tempo un tanto favor·evole conco1·so di circoslanze irnprevedute, inspet·ate, quale non aveva presentato Ja storia per secQli, c quale forse non si l'iprodul'rà pet· secoli , era scomparso. Tutte le spr ntnze dL•IIa cttusa Italiana c1·ano ridntle ad una guerra ordiua-

21 rÌ·ìl e .rcgulare fra il PicnHmle e l' Ausll'ia ( lotta troppo iueguale ) , e alla difesa di Venezia. Xl l. Un uomo di sl<llo <n'l'ebbe preso in sel'Ìa considcr·azione quesli falli: e , foa·nito della più comune per·spicacia politica , avrebbe fatto il pronostico del· l~esito della guet'l'(l dell-'lndipendenzfl; e a quel pr·otwstieo nvrebl1c confot·mato e subordinato la sua eondotta. Era nlloa·a che il M.:!miani dovca cessare di ·ess~re il Ministro <l' Halia, e di _Cado Alberto , e l'ominciare a mostrarsi cruello di Pio IX e degli Stati Homani. La ~un potili<'<l davevfl resll'ingersi a salY ;tt·e lo Statuto dagli aHélcchi dei d•·nwgoghi, e gli Stali H.onuwi da un· invilSione sfr·anier·a. te cose che csig·eva la uuova situazione erano· le 'Seguetlli : 4.0 Riforma e riorganizznzionc delle milizie regolari, e dei cut·abinieri! rimellendone lct ùisci- ·plina, ed il morélle, tenendole separate dal popolo, rideslando in ('Sse Faltacc:tmeBlo al tt'ono di Pio IX, e al legillimo Gove!'no Costituzionale. ~.0 Scioglimento di tutti i corpi franchi ~ e <lene guardie ei,·iche mobilizzate. . 3.0 Riorganizznzion~ della guardia civica elinl:llandonc tulli gli elementi di anarchin, e di di~­ soluzione che v i si erano introdotti , d\lndole dei .capi Cflergiei " r·isoluti, sincer·amcnte atlnccati al buon <>rdine è al Gon~l'lw. 4.0 Rr slahilimento di una Polizia forte, ed atth·a per· ~or·vegliar·e e repr·imere i demngoghi , ed espeHere gli ayveulur·ieri politici, che promotori tli anarchin iuoudnvano lo Stato. _ . 5.0 Sospensione del diritto d..associazione nt; i luoghi ove fosse divenuto necessario. 6.0 Render·e favorevole l' opinione pubblica alla nuova politica per mezzo della stmnpa J combattendo francamente le utopie , e diffondendo le dottr·ine sane, e 1watiche; svegliando e riunendo il partito de' moder·ati, il solo par·tito veramente aa-

22 zionale , che gemeva oppresso sullo il giogo deiiét itampa e il pugnt~lc dei ùemagoghi. 7.° Fat~ cessare il govct·uo e la tirannia tHHH'- chica delle piazze _, e delle strade. 8.0 Ristabilit·e l'al'monia frn il Principe, e il Ministero, i qua~i uniti ai Consigli potevano lullo , disuniti nulla. 9.0 Hinunziat~e alla guerra. Xlii. Mmniani ahborriva r anarchia . non era repubblicano, e presenlivn i per·icoli che sovrastavauo fll paese per le meue della sella de'repubblicani, e ne era atterl'ito. Ma , a malgrado delle mutate condizioni_, egli no~. aveva .• '-inunzia~o all' Uu.ilà d' ~tal.ia per• mezzo del hmmed~<lla caccwla degli Anstnac1 , nè alla sua lolla col Principato per allargare lo Statuto. Sui Consigli _. che non dividc\'auo le sue illusioni, non poteva conlure pel couscguimenlo .de'suoi fini, e il concoi'SO incerto che gli ovevauo pr·est;slofino allora r1on era dovuto ehe alla nessuna libel'là ùi cui godevano. Guni ·se fossero divr.Htati libe .. it· Egli dunque era costretto foudal'si sul pat'tilo òcl movimento, vale a <lire sul pt·inci pio ana rchico , per operare sui Consigli, per· essere sosleuulo nella Jotla col Principato, per essere sceondalo nelle sue idee.. di guerra: e così si vedeva iuòollo a fnvot·ire le agitazioni che per altri l'ispclli avr·t'bbe voluLG combatte l'C. Spesso si potè veùcre eh i a rnmentc come oscillava ft·a due opposti sistemi , fr·,1 quello di reprimere il movimento, c fra quello dì Lolh•ra.rlo~ e stimulaa·lo : ma il secondo vinceva. Al'l'og'~ che Mamiani troppo et·a preso dal fascino · dci In popolilrilà , vale a dit·e del favore <.Ji qu~lla picciola minm·ità turboJenta c auuacc ! che npplaudc e schiamazza , e rifuggiva dal rendcrsela avversn con disposizioni, che essa non avrebbe approYalo. XIV. Il Minislct·o perlanlo non adottò le misut·c (fa

23hlC sopra accennale , per le quali non gli sarebbe c.erlo mancato -l' appoggio dei Consigli , e dell' iJuJnensa 1naggioranza del popol'o. Su di che mi stende.-@, più diffusamente , sebbene_, temo , non potrà farsi sen1~ noia del tettore. U C(i)nsigHel d:e ·deputali adottò 1a legge appl'Ovala da H-' Alto Consiglio, della rior·ganizzazione dell ' ese;r.cilo. lo ne fui ii rclalore. L' ese1·cilo do"Veva tutto scompo•·si e ricomporsi; e , comprese tutte le armi , ùoveva farsi ascendere a 24,000 uomini: si pole,ano anche impiegare ufficiali .esteri. Si raccomandava l' ndozione del coJice piemontese , e l -' introduzione della più severa d:tsciplina. L"' esecuzione della legge stava al Mini·slero : ma nulla opèrò. Senza coscrizione, che non si osò adottare ( come dipoi non r osarono i repubblicani ) per l ' opposizio,ne che si credeva lrovare nelle popolazioni, troppo cr a difficile fùl'HHlre un hunn esercito, lo concedo ; n è questo appongo come colpa al Minisler·o ; ma nulla fece ueppure per riordinare le QliLizie tor·nate dalla Vent>zia , nulla pet' •·imettel'e il morale delle truppe Svizzere, e dei C<n·abinieri per •·endet·ii bcnaffelti a l Governo. Tutli questi corpi si lasciar·ono corl'ompere senza •·imedio daL contatto coi col'pt franchi, e coi demagoghi : vivevano senza disciplina in mezzo al popolo , e lui riverivano come padrone . non il Governo : iu una collisione col popolf) il Govet·no non avrebbe potuto fare assegnamento su di essi. r corpi ft·anchi dovevano essere sciolti per rnassima auoltala _, ma nol fut·ono di fatto; ciò che fu una gl'ande svenlul'a. Qui cade in acconcio un' os-· srrv~zione. Spesso si è falto un deLitto a Carlo Alberto di non avtl'e eccitato la guert•a popolare , e di non essersi valwto che poco dci c01·pi fa·,mcbi ed if'rcgolari. Ora egli è a quesl.a _misul'a che il Piemonte ha dovulo la sua salvezza~ Carlo Alberto sapeva che simili col'pi òi pochissimo giovamento per l :t guerra , come mostrarono le iHlude Lmnbar·de , g unstavano la disciplina .e il morule delle truppe re-

24 golnri: per ciò non volle congiungersi alle truppe ~ontificie sotto Dur·ando atnalgamate colle legtorn _, e ·coi volontari , quando passarono il Po : per ciò faceva agire a pal'lc le truppe lombarde, che qua n· tunque non fossero cot~pi franchi, partecipavano della loro natura. Con queste precauzioni Carlo Alberto ha conservato il morale del suo esercito ; che , se non ha potuto vincere Radetz~y, ha però salvato il Pietnonle vincendo a Genova la rivoluzione , la f)Ua- · le , non vinl<1 , si snrebbe probabilmente estesa pet~ tutto il regno _. e avrebbe prodotto l'occupazione Austl'inca, e la p~rdita della libertà. Al buono spil'ito delle truppe è andnta debitrice la civiltà neglt ultimi sconvoJgimenli della sua couservnzione. · Or:1 il Ministero Maminni nu]Jn facendo, o non abbastanza, per l'imellere la disciplina nell' escr·cilo 1'egol'd'C, e non sciogliendo di fallo i corpi franchi , mostrò o che non ebbe il pensiero di format·e c mantenere una forza armata lulta dedita al Governo Costituzionale, ·o che non seppe o non volle rseguir·lo, credendo giovarsi dell'elfmento arHtr·chico per la sua politica. La Guardia civica, che non aveva meli compreso Ja sua rnissione, si lasciò quale era. ~ 'lolli énnici del1'\llwrchia contl'o Ja lettera e Io spirito della legge vi Cl'ano ammessi; nè mni si pensò di espelll'f'li. Non si ebbe cura d' infor nun·la di uno spit·ilo Vt'!ramcntc cilladino e di ordine, nè di nffiùarne il comanùo ad uomini coraggiosi e sicuri. Perciò in lutto lo Stato ln Guardia ci\'ica polilìcnmenle fu inutile o dannosa all·ordine pubblico nei lumulti che movessero dnlla politica: dappcrtulto auzichè amica , si moslt·ava av\'r.l'sa al Governo. Epperò bisogna confessare, che l'utilità della istitmdone della Guardin civi<:a è divenuta almeno problenwlica, non solo per quello che ne abbi amo veduto appresso [IOi, ma pel suo contegno negli ultimi l l'm p i iu t ull a Eur·opa. Uu Generale fr~ncesc ha <.lichiaralo che senza guardia nazionale bastaVi' a

2~ Lione una gu[u~nigione Ji dicci mila uommt ; colla gunnJia nnzionale appena ne bastava una tli trenta miln. L'Inghilterra, che è il paese ,più libero d~Europa~ uon ha guardia naziona·le. La Polizia rimaneva senza forza , lo Stato et-·a ili dissoluzione; e nulla si fece per t'invigorire la prima, o per· inJpedire la seconda. l G i on wl i del M i uiste ro, e il suo li ugunggi o av· ventato nei Consigli m<tuleuevnno !~orgasmo di quella fètzione che nn·ebbe bisognalo modet·M·e, e s'ingan:. IHlYil il pae~e sulla sua vet·a siluazion~ ., e intorno ai suoi ve t• i i n te ressi. Il dominio si lnsciava alle piazze; e i forestieri turbolenti scorrevano li be l'i pc t· lo stato pred ican<.Jo la rivolta. Lo stesso Ministero vedeya i pericoli che minacciavano l'ordine pubblico pel giungere a Roma di tanti forestieri Lombardi , Veneti , Piemontesi , 'foscrmi. Sicilinni _, Napolitatli; ma non nzzar<.Jando tli espellcl'li, per tema di spiacer·e alla f<1zione de.. magogica, venne in pensiel'o di deferire nl Co115iglio tlei deputati la cu1·a della \oro espulsione. Tentata però p1·imn ropiuione di alcuni fra loro, si convinse che il Consiglio non nvrehbe acceiLHto un siffatlo incarico propr·io della Pvlizia, e nott del corpo Legislativo ; e così la cosa non ebbe segoito; c il male si accresceva ogui giorno senza che il Mini ... nistero volesse pol'vi riparo. xv. Mn soprattutto, massimamente nelle condizioni in cui allora si versava , era d'uopo di l'islahilire la buona armonia fl'il il aJinislero e il Sovr·allo. Bi .. sognava transigere o cedere in cose che ùun fossero di mol~o momento. Invece di rendere odioso a Pio lX lo Statuto e1~a mestier·i nfl'ezional'velo. Era cninl'o, che dopo la gu~r·nt che i ~Jiuister·i avevano fntla <l! r Auslt·ia, solo Pio Nono a vr·ebbe potuto i mpedi r·e lUI" invasioue tlegl i Stati Romani, come si conobbe per· resempio del Gene l' [l le \Veldcn, che si l'i tirò dalle Lega~ioui dietro al!e energiche proteste che gli fc~~.

2(. Le questioni che avevano cagioualo la discordia fra il Miuislero e il Papa erano : 1.0 Il Miuistero degli eslCJ•i. 2. 0 L-· fstruzione pubblica. 3.0 La Guer-ra. Mamiani insisteva che il Ministro deg li Esteri fosse un secolare. Pio· Nono voleva un Cardinale ; ma fu coshello acconsentire alla nomi11a del C. Marchclti ; però poco o nienle si valeva di .quel Ministro. c gli nmu·i esteri si trattavano colle corti ù ·.Eur()pa per mezzo di un Cardinale come pr·ima. Si volev-a che anche il Ministero delr Istruzione Pubblica fosst~ deferito a un secolat;e; ma Pio Nono lo voleva affidalo ad un ecclesiastico perchè ril~ueva essere l' in segncm1ento commesso alla Chiesa in forzn de" precelli divini. Lo Statuto non stabiliva la secolarizzazione dei Ministri ~ di eta i la nomina spetta al Sovrano : dunque nn Cardinale poteva essere nominato, a terrniui dello S!atuto, Ministro degli Estel'i, c dell' rstruzione pubblica. . D'111ltron<.le lo sl?lo Pontificio è sì piccolo, che il Minisl('ro degli Esteri , per queHo che ri~guaeda gli affari ternpol'ali, è di ben poco momento; ma è di grandissima rilevanza ne•· gli affari spiritunli di cui necessariament e dchhe r.ssere incaricato un Can.liuale o Prelalf>. Non vedo pertanto alcuna difficoltà che Ministro degli esteri fosse un Cardinale o un .Pl'clalo che agli nffnri ecclesiastici riunisse il disimpegno dellP poche faccende temporali. Nessuno sconcio valutabile vi era pure che un Can1inale fosse Miuistro della istruzione pubblica , poichè con ciò non si toglieva ai Consigli il diritto di riformar~e l'istruzione pubblica in concorso del 'ferzo polere. Ma un Cat·dinale <tg-H affm·i Esteri eccitava la diffidenza : e si diceva che i ~lini~tl'i a lermini dello Slalulo sono t·espousabili in faccia· ai Consigli c i C<trdinali cd i Prela li non lo potevan.o essere' per le J'rer'ogaliYe del loro ordine, in virtù delle tJU<tli

27' non avrehber·o potuto essere giudicati da i Cousigii1 con1e gli altri Miuistri : si aggiuugeva che neppur~ -sat·ebbero intervenuti nelle tornate ordinarie dci Co11 .. sigli, come gli altri Ministr-i, pcrchè colla libel'tà, che vi regnava e colla licenza -ùeHe gallede , avriano" cot·so pericolo di compromettere la· loro dignità; vi avrebbero mand<J lo in lor vece dei sos.Uluti; lo ch e non pareva conforme agli usi parlam~titat·i degli a ltl'i paesi. Ma tu.Ui questi obhiclli ernno più speeiosi, e cavillosi, che solidi. DiQìrlare .di un ~Jinistf'o Pre]ato agli Esteri perchè ? Se il Sovrano voless<~ manl~ner~ inlelligc11ze segrete colle potenze estere pel'niciose ~Ilo Stalo ( nè nltro motivo di diflìdenza vi poteva essere che queslo ) il ì\Jinislro degli affari estcr·i nnche secolare nou potrebbe certo opporvisi, poichè le corrispondenze passerebbero pcl' allre mani , c sarebbero involle 11cl più pl'ofundo mistero , come si vide per' l' esempio di Luigi XY l. E poi i Minisll'i Cardinali o Prelali non si potevano dire irresponsabili, giucchè, se non potevano esser·c giudicati dai Consigli , lo pulevano essere però dal Collegio dei Cardinali. Ernno responsabili come i sccolat'i , solo godevano il privilegio del fòr·o. o· altr'onde in che si risolve la responsabilità ~1 i n i slcr·i ale nei paesi l i heri ? In nul 1<1 altro che i n una finzione costiluziouale. l Minislr·i, come abbiam(} visto in Francia ~ non souo mai giudicali che dopo una rivoluzione: negli allri ca~i, <.livenuli sospelli , sì alloulatHIIlO negando lor·o il volo. Dal fru-si l'nppr·csenlarc nei Cnwsigl i da Sostitu l i,. non vedo quali inconvenieut i potessero òerivare. ~la questo , si dice , è contrario agli usi padamentari degli altri paes i : sia pure... Qual male sarebbe stato ~e introducevasi fra noi un usanza non propria degli allri pnesi ?... Ma in Inghilterra, ma in Francia uon si fa così; ecco il continuo ritornello di doltl'inar1 pcdanti, che vorrebbero lrnpiantare in llnlia tutta in un pezzo la Costituzione Inglese, senza aver rigunrdo alle cil'Costnnzc par'Licolari <;he rcudono praticnhile

~'8 i:n .un t.uogn quello c·he · non l{) è in un altr'O. Il volo ~) ttl)blico pe:l' cagione d. esempio , e la puhblieilà dei (l!.bnlli·rnenli [WrLanlenlari rin lnghilh~l'l'il non pro- ~lucnuo inco rn'{'nieuli, anzi vi s-ono ulili; all-' incont ro in Hnlia , aLleso l:1 poca -o nessun a .educazione iwlitica dd popolo, la vivacilà d.el carallere nazionale , l' illtemperanza dc' partiti , il poco coraggio civile, convertono il parlamento , ma.s~ime iu tempi d' agi laziolli .e Ji parli , in un leali'O , in cui fra i fi schi ·e gli npplausi uell' udilot•io non si l'appl'r- .senterà mai altro che unll conuneuia polìltcn. Per -· ~ hè , invece di ricorrere ad allr~ Nazioni da noi ta11to divers.~ J non.ccrchianw i nletodi padamentari Jtell e nostre tradizioni sloriclw , secondo i quali non si arnmelle·vano nè tn pl'escnza del popolo , nè il .suffragio tJUbhfic.o nei consi::;li degli Stati liberi? Questi tcor·ici peùanti a cor·LH visla co11fesscranno essi put'e g li .accennati inc otncniculi ·' uw poi dit·anno: t<'ppur·e si ha da fare co ~ ì, pcrchè così si fa in Jughillcrra ~ eù in Frnncìa : O imilalures ,,ervnru J:e· cus l Nè avvertono che lo stesso lieutham llclla sua t alf·ica rarlamentaria non an1.mettc pet' cosa sosl anzia te nei parlarneuti nè il voto pubblico nè la pubbli- -cità dei dihmtimenti , osse rvnndo che il pubblico in Inghilterra non è ammesso che pet· sola lollcnmzil , c sollo moltc ·riset·ve; che , massime nella Camel'a dei Par·i , a pochissime persuue si permette l'accesso, e bnsta la dimanda di un solo Pari pt~tchè tutte si al- ]ontanino. La sostnuza de' governi costituzionali si riduce a questo , che si faccia luogo nella legislazione e nel Governo al concot·so d1~l popolo pct· mezzo di rappr· escntanti. Questa è la sostauza. li modo poi di eserciliH'e quel <·oucorso si dehbe var·inre secondo i t~n•pi. secor1do i paesi, scc(Jndo i costumi dei popoli , sceontlo la qualità dei Pl'incipati. Ora io dimaudo , se le quistioni costituzionali promosse dal Mini stero valevano l' irnpol'l.auia che .nd esse si dava , se meritavano <.Ji mantenere viva Ja ùiscol'dia fra il Pr·incipe e il Minislcl'o. di pal'alizzarc J'Dziouc del Governo in quc' momenti supremi

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