Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

90 IL GENIO DI PIO IX. che ombra per non aver tentato innanzi l' opera· cui noi applaudimmo; e tutte le vecchie querele cont•·o i Pontefici avrebbero acquistato non so che aria di legitlimità e di giustizia dalla moderazione medesima, onde si fossero acqu ietate dopo le sospirate concessioni. Laddove gli eccessi a che si gettarono i pretesi riformatori italiani, ne salvò la ipocrisia portentosa, chiarendo il loro zelo patriollico per quel che è veramente, rabbia democratica ed eterodossia mascherata: giustificarono pienamente il riserbo fin quì guardato dai passati Pontefici, che colla loro lenacità non fecero che differire ai loro popoli il flagello della tirannide popolare; e da ultimo quegli eccessi lnngi dallo scemare la gloria del nono Pio, lo cinsero di una nuova c più deg·na aureola, in quanto noi crediamo che al Vicario di Cristo meglio che non gli allori profani del Camp idogl io , si addicono le spine, le sconoscenze e gl' insulli del Calvario. Diciamo degli ing·anni e delle colpe che consumarono il tracollo ; e po:scia compiremo il disegno che a noi sembra vedervi delineato dal dito stesso di Dio. E ci corse un inganno dalla parte di molli buoni: non giova dissimularlo. Il genio di Pio IX fu poco inteso da parecchi nella Penisola, e meno ancot·a pei suoi Stati. Essi invece di dat' mauo al Principe nella nuova impresa, ne adombt·arono e se ne ritt·assero. Riputandola improvida o intempestiva , invece di unirsi al movimento e tempe-

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