Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

78 TENDENZA RELIGIOSA loro patrimonio i poveri, togliere o la sussistenza o la indipendenza all' Episcopato ed al Sacerdozio, mettendolo come uffiziali civili alla mercè dello Stato; il quale dando i salari si arrogherebbe certo il diritto del comando. Se il sacerdozio italiano sarebbe per conservare la sua dignità nella nuova condizione, come fa il f•·ancese, è da aug-urarsi, ma è problematico sicuramente; e uno scadimento morale nel clero sarebbe una nuova spinta alle tante che stan ricevendo i nostri popoli alla irrelig-ione. Noi non ne siam separati che per pochi passi; e se qu~sti si divorino presto, ci vedremo attorniati o da un popolo oppresso e rassegnato, che ci squarcia il cuore colle sue sventure e col suo abbandono; o da un popolo cor- •·ott.o e ribellante che ci sgomenta il pensiero coi cupi suoi fremiti e coHe sue minacce. Il tipo del primo lo abbiamo in Londra, del secondo in Parigi. O•·ganato un monopolio d' inseg·namenlo in profitto dello Stato come in Francia, le paterne sollecitudini pel cristiano allevamento dei figli sarebber tradite: la generazione che sorge è proprietà dello Stato, ed a questo appartiene il formarne la mente ed il cuore. Al cittadino libero non appartiene che generare i corpi, l'anima dei generati è cosa tutta e solo del Governo. Supponete, ed è più che probabile, che l' insegnamento governativo sia anticattolico, l'educazione immol·ale, il padre per frutto prezioso di libertà dovrà vedersi coi propri occhi corrompere l'anima

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