Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

DELL'AUTONOMIA ITALIANA fi{ hanno quietato i popoli che pensano ad usufl'llttuade, la preponderanza imperiale nella confederazione alemanna è assicurata, l'Ungheria lieta della sconfitta dei Magiari si riscuoterà da un inviso g·iogo, e ~errà contenta alla sug·gezione im• periate; sull'Italia 'vanterà l'Austria novello titolo di conquista, e gli sforzi disperati di Venezia pos· sono merita1·e ammirazione, ma da nessun' antivegg·enza possono pronunziarsi felici. Aggiungasi da ultimo un esercito fatto più forte dalle vittorie , g-uidato da capitani risoluti e sperimentati, che se avessero uopo di visitare il Piemonte, a.. nebbe1·o certo poco ad impensierirsi sulle rodomontate deg·li abbati presidenti. In questo stato di cose il parlar tuttavia di g-uerra non può essere che o per una presunzione da folle, o per una diabolica ambizione che ad nna tenuissima probabilità di pt·oprio ingrandimento è parata ad immolare il sang-ue dei popoli, come altri non getterebbe l'acqua. Dove dunque sono ile le speranze italiane ? se non le vogliam dire sfumate al tutto, ci è pur forza riconoscerle tradite, ed enormemente più malag·evoli che non erano innanzi. Della quale peggiorata condizione siam debitori alle impronti· tudini di un partito, che falsando un concetto giusto e veramente nazionale, ha preteso liberare l'Italia coll' opprimerla, ed ha voluto guadagnarsi un'autonomia che ce1·to ci starebbe bene, ma che nessuna coscienza si potrebbe voler comperare al

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