Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

16 LIBERTÀ pubblicate per la stampa , non ammette replica, è un fatto di cui nessuno dubita in Francia ed a cui solo si cerca un rimedio. Spezzato quell' ultimo ramo imbastardito del ceppo Capeto, la cosa pubblica fu ivi costituita sulle basi le più democratiche che fosser possibili, e per qualche lato più popolari ancor dell'America. 1\Ja che perciò? si è quietato per questo? Ncppur per ombra! Anzi l'antica pugna si è rinnovata con mam.riore empito, in quanto il termine sospirato dal socialismo è più vicino, o i nuovi ordini sembrano avergli allaq~·ata la sfera di operazione, e sgomberatag·liela di qualche ostacolo. Le società segTele mulinano colà e fermentano in tutti i punti e in tutte le ore: i pubblici clubs catechizzano la moltitudine e ne invocano e ne aizzano le più nefande tendenze: il giornalismo comunista è tutto fuoco ad abbindolare i semplici ed a rinfìammare gli ardenti. Se il convitto civile non si risolve in Francia nei primi suoi elementi precipitando nel caos sociale, si deve alla mag·gioranza della nazione, che alJa presenza di così immenso rischio ne ha misurata tutta la g-ravezza, ed è risoluta di ardire ogni estremo per conservarsi in vita. Innanzi a questo supremo voto tacciono tutte le differenze di Jegittimisti, repubblicani, orleanisti e fino quelle di cattolici e d' increduli: tutti convengono in un sol pensiero : Sal-viamo alla Francia la vita sociale, e poi si penserà al 1·esto. Per buona ventura questa vigorosa tendenza è appoggiata da un Governo ri-

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