Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

E LA 1\IINOi\iTÀ. 11 7 sopra . La mnravigliosa scoperta fatta da noi con sagacia somma, e compiuta con generosità non minore, è stata quella di non prendet· parte alla elezione dei deputati. Signor sì! questo è stato il mezzo onde la maggioranza in Italia ha creduto provvedere a tutti i pericoli e a tutti i bisogni presenti, passati e futuri! E abbiam fronte di c.hia· marci popolo civile! É tempo di parlar chiaro, perchè questa pagina non si mel'iti il rimprovero che muove ad altrui. Questo riserbo a dir poco ridicolo dei buoni, potrebbe esso solo mettere assai in forse quella qualificazione onde sono troppo superbi: appena potrebbe scusarli una suprema ig· noranza. Io veggo un dovere di coscienza ad usare quel diritto; so che gravi teolog i così pensano; nè parrà strano chi consideri le perniciose conseguenze di quel tr·attenersene, che d ' altra parte non può essere giustificato da nessun motivo. Non altrove che in codesto rifiuto del voto dee riconoscersi la prima radice di tutti i mali che ci affliggono e di quei maggiori che ci sovrastano. È una miuorità che ci tiraneggia; ma non fummo noi che le mettemmo in mano le armi per tirannegg· iarci , quando lasciammo che le rappresentanze popola•' i fossero elette dall a rninorilà? Così succede , che un paese cristiano e cattolico si può trovare ad a ver leg·g i da un' assemblea poco cri stiana e uiente cattoiica ; cosi ci saran tolte una ad una le l ibertà più vitali, pe r cre arne un Dio Stato che as.-

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