Aldo Garosci - Carlo Rosselli e il movimento "Giustizia e Libertà"

/ altri ne precedettero, falliti, i quali obbligarono a cambiar interamente l'organizzazione, può rendersi conto di quale somma di lavoro essa rappresenti. · Ma non era impresa privata, fatta per la salvezza di alcuni ùomini, sia pur notevoli; bensì impresa politica, destinata a dare frutto di organizzazione.' Rosselli, Lussu e Tarchiani formarono all'estero il primo comitato di « Giustizia e . libertà»: Capi dell'organizzazione all'interno furono, nello stesso periodo, E~nesto Rossi (che, compagno di Rosselli al Non mdllare, emigrato prima di Salvemini, era, dopo l'amnistia, tornato in Italia e andato direttamente a Roma, ove, grazie· alla diffusione del suo cognome, passando inosservato, aveva vinto un concorso di economia politica per le scuole medie, stabilendosi a Bergamo), Riccardo Bauer (mandato per qualc}le mese al confino dopo essere stato arrestato come complice nel tentativo di fuga all'estero dei giornalisti Ansaldo e Silvestri) e Francesco Fancello (sindacalista e sardista che in concorso con ·Bruno e coi giovani repubblicani creò l'organizzazione dell'Italia centro-meriçlionale). Sotto l'impulso di Rossi, di Bauer, di Fanceilo, con il valido concorso del comitato estero, ·« Giustizia e Libertà » si diffuse in breve in tutta Italia. Essa lavorava con un metodo nuovo, audace, qualche volta improvvisato o temerario, cercando di creare un vuoto di tutte le classi della nazione e di stringere in un solo nodo forze che erano state in certo senso l:ìsciate in libertà d~i partiti tradizionali e non riuscivano a trovare un centro. « Giustizia e Libertà » si present~va allora essenzialmente come una concentrazione socialistica-repubbljcana-democratica. <e Repubblicani, socialisti e democratici - diceva. la prima_ dichiarazione del movimento - archiviamo per ora le tessere e formiamo un fronte d'azione. Ci battiamo per la libertà, -9B1b1otecaG no Bianco

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