Giuseppe Marchi - Ragionamento encomiastico morale recitato nelle esequie ...

'9 png1one delle purganti anime? E noi l' abbiam dunque irreparabilmente perduta? Io così non la penso, o signori. Sicno pure vestite a bruno le pareti di quest'oratorio, e di mesti zia e di duolo sia il canto di che risuonano. Su ppongan pure reliquie di umane colpe e quindi necessità di espiazione e di refrigerio l'ostia adorata e le fervide preci che da quest' ara alla pietà di Dio voi per lei olferiste. Non perciò io temo, che mi vogliate vietar di sperare, che l' eccelso spirito di Guendalina si riposi infin d' ora nella pace dei beati. La mia fidanza ha per ragione il mc:rito della cristiana modestia, della pietÌl e caritì1 cristiana, cui ella in sublime grado esercitò, e cui la fede mi insegna che Iddio a lungo non indugia di rimunerare. Ed è questa ragion medesima la qual vuole ch' io mi rallegri e giubbili in quella stessa occorrenza in che altri ritrova troppo giusto argomento di tristezza e di pianto. 81 nel giorno stesso in che l' affamato e l' inferma, l' orfano e la vedova in nuove lagrime si distemprano perchè loro è ~tato innanzi tempo rapito quel cuore che sì amorevolmente li confortava e quella pietosa mano che sì teneramente gli abbracciava e sì providamente li soccorreva, in questo giorno io sono in giubbilo, io sono in festa. Anzi voi altresì che lagrimate in giubbilo ed in festa convertite il vostro pianto, che non è altrimenti vero che perduta abbiate irreparabilmente la vostra Guendalina. Presente a pro vostro speriam ch' ella truovisi su nel cielo; e preeente a pro nostpo ella truovisi pur qui su la terra. Pare a me di vederla con vivo amore, con materna pietà e costanza perorare la causa delle indigenze vostre al trono di quella provvidenza di cui siamo figliuoli, anzi che servi. Pri-

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