In tributo di lode e gratitudine a Pio Nono

orreva l'anno milleottocentoquaranlasei, ed era levato di un mese Giovanni Cardinal Dlastai all' augusto seggio di Piero. Quando il sedicesimo di Luglio, memorando giorno ai futuri, su lo imbrunire dell' aria, si sentì per tutto Roma un improvviso alzar di grida sì fragorose, che le vie ampie ed i colli ne rintronarono per intorno. Erano le grida di giubilo, in che immenso popolo ad un annunzio felicissimo dirompeva. L' immortale Pio :Nono, Padre e Sovrano nostro adorato, con atto splendidissimo di Sovrana clemenza, rivocava dall' esilio e dalle prigioni i tanti sventurati figliuoli, e li abbracciava tutti col cuore. La novella di così fausto avvenimento volava dal Tebro all' Umbria, al Piceno, all' Emilia, e ciascuno di questi Popoli, a mano, a mano ch' entrava a parte della gioia che gli altri allegrava, si discioglieva in gioia ancor esso; ed i sensi di ammirazione e riconoscenza, onde i cuori eran presi, con feste sì private, sì pubbliche disfogava. Le quali feste e allegrezze, poichè altri, ciascuno della città sua, partitamente han contate; ora quelle de' Forlivesi, secondo che le vidi io scrittol'e, veracemente, e con brevità al po~sibile racconterò.

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