Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

interrogativi che poi costituiranno motivo di dibattito al Congresso di Roma del '18. « C'è chi crede - inizia l'articoletto - che i comizi e le riunioni promosse dal Partito Socialista per esprimere la protesta degli operai contro la guerra, siano vane.» 212 • La questione veniva dunque impostata secondo la problematicità del momento. Ma al lettore non resta altro che constatare che essa rimane quella che è, un interrogativo sospeso in aria cui Serrati non risponde. Egli svia il senso della domanda che si è posto, e passa a trattare un argomento (contrasto fra interesse « nazionale » - interesse « di classe ») che .per nulla tocca la questione essenziale posta all'inizio che implicava una critica da fare al PSI, e non al governo « Che il governo sappia come stanno le cose - conclude infatti Serrati - lo ammettiamo. Ma che sappia e voglia tutelare il vero interesse della nazione lo neghiamo ». La riunione di Firenze dell'aprile e la dichiaratapassività del PSI Dalla metà di aprile in poi l'opposizione socialista alla guerra si limita, dunque, a contrapporre le proprie dimostrazioni a quelle degli interventisti. L'l l del mese scontro a Roma: è arrestato anche Mussolini, ma subito rilasciato. (« Si tratta di un normale provvedimento dell'autorità che non implica nessun impegnativo indirizzo di governo » 213 , ha commentato Vigezzi). Nella stessa giornata a Milano situazione analoga e nuovo intervento della forza pubblica: un giovane meccanico, Innocenzo Marcora, resta ucciso per le manganellate in testa ricevute dai poliziotti; la Camera del Lavoro, con l'appoggio del Partito e stavolta anche con l'adesione del Comitato E·secutivo della CGL, indice per il 14 lo sciopero generale della città. Serrati scrive quel giorno l'editoriale dell'« Avanti! »: « In nessun paese del mondo i poliziotti si ritengono tanto in diritto di scagliarsi contro i cittadini - specie se son poveri lavoratori - di bastonarli.· Non avvengono cosi frequenti e cosi impuniti gli omidici da parte della forza pubblica come nell'Italia costituzionale... E poiché la gente della polizia ·si recluta fra gli elementi meno ·sani fra gli scarti, fra gli avariati delle nostre città, fra gli esasperati e gli anormali della nazione, nulla di strano se costoro, protetti e premiati, sentono quasi la voluttà della rissa coi cittadini e hanno sete di ·sfogare contro la massa proletaria i loro livori e le loro ire. ... Lo ·sciopero generale (di oggi) - pertanto concludeva - è la solidarietà dei proletari per il compagno martirizzato: è il grido di protesta della vittima di domani per la vittima di oggi. Esso dice ai governanti la parola solenne e qecisiva dello ammonimento » 214 • 144 212 [G.M. Serrati], Il proletario e l'interesse nazionale, in Avanti!, 11 aprile 1915. 2 13 B. Vigezzi, Le radiose giornate del maggio 1915, cit. 214 [G.M. Serrati], La prote1ta, in Avanti!, 14 aprile 1915. BibliotecaGino Bianco

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