Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

famiglie di operai cacciati dalla grande guerra dai vari paesi ove attendevano al lavoro. .·•,(, - ; f. 1~.,iY! « Una rilevazione eseguita dall'Ufficio governativo del lavoro - riporta il Bachi nei suoi annali economici 30 - segna in 470.866 gli emigrati rimpatriati e valuta in 280.612 quelli fra essi che sul finire di agosto e nella prima metà di settembre erano ancora disoccupati. [ ...] « Uno studio fatto dal municipio di Torino riguardo all'ultima settimana di settembre ha constatato che per 403 ditte occupanti 43.773 operai (il 63 % dei lavoratori torinesi, la quasi totalità della grande industria) 12.566 facevano l'orario normale, 27.060 l'orario ridotto e 4.137 erano 'disoccupati; [ ...] « Un piu ampio studio fatto dall'Ufficio municipale del lavoro di Milano, relativo alla fine d'agosto, riguarda 1.886 ditte che impiegano ordinariamente 91.189 operai (77 % dei censiti); di esse 138 in seguito alla guerra avevano cessato l'attività e 966 ridotto l'orario di lavoro; dei 91.189 operai 12.273 erano stati licenziati (13,45 %) e 47.211 (51,83 % ) lavoravano con orario ridotto». Sarà proprio l'Avanti! serratiano che, a distanza d'un anno, ricorderà come « lo scoppio della guerra europea nel mese d'agosto e il ritorno degli emigrati provocassero un grave perturbamento nell'industria e nel commercio [ ... ] . Si ebbe allora l' acun1e della disoccupazione con forti licenziamen ti di operai ( 14 ,61 % ) e una fort_e riduzione delle ore di lavoro » 31 • Poteva essere, questo, un argomento di discussione per abbozzare, almeno a Lugano, un prograipma internazionale di lotta. Serrati invece non si pronunciò neppure come rappresentante del suo partito, né si limitò a ribadire la posizione assunta dalla stessa Direzione che il 21 settembre aveva lanciato un manifesto (addirittura formulato anche da Prampòlini), in cui, abbandonando per il ·momento il monito usuale ad alzare nei comizi « forte e alto il grido del proletariato », si concludeva piu energicamente: « ... opponete le vostre dimostrazioni a quelle dei partiti che· vo~liono la guerra ». Manifesto che - pubblicato il giorno successivo sull'Avanti! 32 - aveva suscitato per giunta un vero plebiscito di adesioni in tutto il paese. Era un evidente ammonimento per il Governo a misurare il rischio che avrebbe immancabihnente corso lasciandosi trascinare dalle correnti interventiste, contrç>le quali in alcune città, soprattutto in Borgo San Paolo a Torino e alla Barriera di Milano, « già era sorta e in qualche caso attuata l'idea di costituire dei comitati giovanili di gioventu rivoluzionaria » 33 • Tuttavia, quando, a distanza di una settimana, l'Avanti! pubblicò la risoluzione di Lugano, apparve chiaro che Modigliani e Turati erano stati i dominatori della conferenza e che la conclusigne cui s'era giunti era ben lontana dal programmare un'azione comune di lotta contro la guerra. Né, in tal senso, faceva minimamente riferimento alla masse là dove essa chiedeva « contem30 R. Bachi, L'Italia economica nel 1914, Città di Castello, 1915, p. 188-189. 31 Cfr. La disoccupazione estiva a Milano, in Avanti!, 9 agosto 1915. Per l'esattezza il numero delle ore lavorative in meno del normale fu del 31,80 % (cfr. R. Bachi, op. cit., p. 190). 32 Cfr. Avanti!, 22 settembre 1914. 3 3 P. Spriano, op. cit., p. 46. 93 BibliotecaGino Bianco

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