Jean Jaurès - Il socialismo e la guerra

potere politico, deve erigersi a classe nazionale sovrana e costituirsi in nazione; e in questo senso egli appartiene ancora ad una nazionalità, ma non più come l'intende la borghesia. » Sottigliezze assai oscure e vane assai. Come potrebbe il proletariato costitui~si in nazione, se la nazione non fosse già, se il proletariato non avesse con questa vivi rapporti? E se il Manifesto vuol· dire semplicemente che una classe non ha patria finchè della patria non è interamente padrona, che non avrà patria fino a che non abbia conseguito tutto il potere politico, esso deve allora proclamare per tutto il periodo dell'antica monarchia, dal timido sorgere dei Comuni fino ali~ Rivoluzione francese: « I borghesi non hanno patria.» E la sostituzione di una serie di ri voi uzioni astrate e artificiali alla profonda evoluzione rivoluzionaria, !=OSÌ spesso definita da Marx stesso con tanta fo~za. E la negazion~ sarcastica della storia medesima, di ciò che la cfialettica marxista ha di originale e di forte. È l'idea sacrificata all'espressione. Nè si può dare un significato alla formula dicendo ch'essa fu scritta in un'epoca in cui da per tutto in Eu- . ropa, in Inghilterra ed in Francia come in Germania, la classe operaia era esclusa dal diritto di suffragio, reputata politicamente inetta, e dalla borghesia stessa esclusa dall'amministrazione della città. Poichè, prima di tutto, anche avanti di aver conquistato o riconquistato il suffragio universale, la classe operaia aveva esercitato nel ·mondo moderno una grande azione. Non poco di lei e della sua volontà era penetrato negli avvenimenti che decisero del cammino delle nazioni, persino, nella sostanza delle istituzioni nazionali. Nè il rroletariato inglese era sradicato dalla storia inglese, nè i proletariato francese era estraneo alla vita rivoluzionaria della Francia ; e secondo lo stesso Marx, nelle sue prime opere, il proletariato tedesco- non avrebbe potuto aver tutta la sua forza se non assimilando la filosofia rivoluzionaria dei grandi pensatori della Germania, ed il pensiero tedesco non avrebbe potuto conservare una potenza vitale che nel movimento del proletariato socialista. (L'Armée Nou-velle, p. 436-438.) Biblioteca Gino a ianco

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