Il governo fascista nelle colonie

32 IL GOVERNO FASCISTA NELLE COLONIE aveva fatto credere agli ingenui di voler restaurare le «competenze». . . Che, giunto il momento opportuno, 1 passati go• verni abbian ripreso in Libia le operazioni militari anche in grande stile, ma conservando il governatore civile, appunto perchè risultasse chiaro agli occhi degli indigeni che l'impiego della forza era l'ecce• zione e che la continuità del governo civile era assi• curata, è da ascriversi a merito loro non lieve. Per diminuire la tensione degli, spiriti e crescere invece le possibilità di intese, il mantenimento del governatore civile avrebbe probabilmente dato buoni frutti anche a Tripoli, se il titolare di quella carica non avesse invece esagerato in inutili quanto teatrali gesti bellici, per accelerare - come tutti i neofiti - la sua messa all'unisono collo stile fascista. Il governatore civile, mantenuto dal fascismo a Tripoli, fu invece richiamato a Bengasi, dopo un brevissimo periodo in cui da Roma stessa si approvò ed esaltò in Cirenaica un fascismo bastonatore' degli arabi e predicatore di guerra. Il Baccari, che era il governatore, ottimo funzio• nario, fu cacciato su due piedi, come su due piedi - abbiamo già visto - l'on. Federzoni cacciò poi dalla Somalia un altro governatore che assolveva degnamente il suo compito, il Riveri, per sostituirgli un ... De Vecchi. La trasformazione militarista fu, naturalmente, interpretata in Cirenaica come volontà del governo di Roma di rompere ogni rapporto con la Se• nussia e di fare la guerra. Si fece così, inconsciamente, il giuoco di quella parte intransigente della Senus• sia che si era sempre opposta ad ogni avvicinamento a noi, e che andava cercando incidenti su incidenti, appunto per giungere alla rottura degli accordi e alla guerra. I più feroci nostri nemici vinsero per l'aiuto trovato a Roma. Tale e quale come, dopo l' incidente Bib oteca G1 o Bianco

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