Il governo fascista nelle colonie

28 IL GOVERNO FASCISTA NELLE COLONIE Libia. Ed ignorò e ignora ancora che le ritirate e le rinunzie del 1915 in Libia, imposteci dal filofascista Salandra e dal fascista Martini, furono invece glorificate in Turchia come un gran successo dell'Islam e considerate come un semitradimento, sia pure iuvo• lontario, da Gran Bretagna e Francia che, in Egitto e in Tunisia, ai due lati della Libia, resistettero con energia durante la guerra all'eccitazione musulmana. Il prestigio dell' Italia in Libia fu rialzato dal tenace e sagace lavoro dei ministri che succedettero all'on. Martini. Fu sotto le loro amministrazioni che si liberarono i prigionieri lasciati dal Martini, oltre mille, che si rioccuparono importanti località, che si concessero quelli statuti, che dovrebbero costituire .il fondamento non revocabile di ogni nostra attività in Libia, e che furono sì utili, anche fuori di Libia, per lo svolgimento della feconda politica orientale e turca dell'on. Sforza, livragata poi dai successori nazionalisti di Sforza. Fu così, e con l'aiuto di quella politica estera, che si preparò quella possibilità di azioni militari che, come illustrò il generale Badoglio in Senato, ripristinarono in Trip9litania il nostro prestigio. Coll'aiuto della politica estera, abbiamo detto: infatti, fìnchè durò l' indirizzo della politica orientale sforziana, non un turco passò in Libia a combattere cogli arabi. Oggi, non son pochi gli ufficiali turchi passati agli ordini di quella che in tutto l'Islam si chiama con ostentazione l'« Assemblea della Repubblica TripoUtana ». L'azione militare, che poi l'on. Amendola sviluppò e giunse con lui al massimo di forza, mirante ad occupare i nuovi posti, ad eliminare i sovvertitori di malafede, ma lasciando sempre aperta la via al ravvicinamento degli arabi più influenti e delle popolazioni, divenne con l'on. Federzoni guerra senza quartiere, che ha fatto gravare la strage e la distruzione sulB b cteca G1 10 31arco

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