Alla gioventù italiana

77 Questa verità se ì' hanno veduta Pio IX e Gizii nel movimenti del Borgo di Faenza, nei turnuÌti del Cesen<l· ti co: e nei turbamenti che sotto pretesto di carestia si fanno nascere dai partitanti austriaci. È dessa una fazione di frati, di preti , di tedeschi, di gesuiti, di cardinali, e di malfattori tutti in un viluppo: l, Austria, col danaro, tutto l'ordine della congiura dirige, e i gesuiti ne sono l'altro principale instrumcnto. Per andare contro a tanto male, i ri1nedi violenti e forti si richiedono, e non i soavi; un Sisto V colla sua risolutezza e possanza si sarebbe ben presto sbarazzato di così fatti sediziosi e scellerati. La bontà di cuore, la generosità, la dolce'lZ:l di animo, a suo tempo usate vanno. Conosceva Pio IX, e chiunque abbia buon 'senso conosce, che le intenzioni dei liberali Ita!iani, non sono nè sovvertitrici della religione, n è intese a vendere la propria patria: la . cacciata dei tedeschi, nn giusto e vantaggioso ordinarr1ento politico, ecco i voti nostri. Se diede adunque la libertà a un sì gran numero d'Italiani che nelle prigioni gernevano, fece un att~ di giustizia, e di Religione. 1\fa quando pure queste vie non avesse tenuto, il partito nostro anzichè perdersi di coraggio, si sarebbe vicppiù rafforzato ed avrebbe preso maggior vigore di prima; il che appunto avviene ~ei sostenitori di una giusta. di una santissi ma causa: il martirio e le persecuzioni, fanno proseliti, e il sangue genera finalmente ~l trionfo. La medesima sorte corse il Cristianesimo, la tneJesima la Filosofia, la medesima ogni nazione che rigenerare si volle; la medesima correremo noi. Sarebbero conseguentemente inutili i rigori che contro di noi si usassero. Ma quando affermo essere la rigidezza e il sangue eagione di proseliti, la stessa cosa non v.oglio intendere di nna fazione c~1e io paragono e che è tn sostanza da equipararsi a una congrega di · malfattori; i quali niun

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