Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

77 E con vago rossor chinava il viso In udir del consorte i dolci carmi 1 'fa lchè il suo cor p area tra noi divise~ Or com'era cortese, ancor parlarmi Vorria ...• quindi d'un guardo mi conforta,. E vuol forse lo sposo accomandarmi: lVIa la consorte mia lunge la porta, E par che dica «non guardare a lui, In chi favilla di coraggio è morta, E cerca ahi forse me negli occhi tu i, E ne parla al tuo sposo, e più l'attrista ....: Credi a me, cl1e pur donna e sposa fui . 8 •• • In ciel torniamo, ·onde favor s'acquista Per quei che d' an1a1·ezza, e in tln d' amore Ci reser lau~e dolcemente mista: Portammo il foco, se lasciammo il core Laggiù dove la fiarnma in altri è viva, N è si cessa d'amar quando si muore : Noi tolse un giorno sol sacro alla Diva, Te nel mese de' gigli, e me pur quando Il mese sacro al suo dolor rediva: E noi Dio pregherem su quei che in 1Jando Quasi vivon <.li l or, dove la rea Mor tal cond.izlon si vince an1ando ; \ l

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