Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

75 Che già pose la vita ove non era, E tutti avvinse d' un amor sì forte, Che ci lega e ci aggira ad una sfera. '\ E la Natura tlniversal consorte, Onde siam tutto a tutti, e io piango ed amo Quei che ravvinse un cor, tolse una morte. E se tu chiami a te fra ramo e ramo La tua compagna col gentil lamento, Io la compagna mia lamento e chiamo ; E con lei spesso replicarmi io sento Nel tuo dolce patetico linguaggio Quante ebbero in amor pari talento: E come un lustro nasce, e questo al raggio Di quel s'accende, e gli si aggira intorno Ne' plenilunii sereni di Maggio; Così con quella a rivedere io torno Quante visser con lei Stl queste arene E spose amanti e riamate un giorno: Ed oh qual foco m' agita le vene! .... Ecco Isabella mia che mi risponde .... Fermati o luna! ah ch' ella a me sen 'riene..• Veggola su r1uell' acque e tra le fronde Di quel rovo, in ch' ei:·sfoga il casto affetto, Passar, lieve specchiandosi nell' onde; 7·

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