Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

37 E come tra quell' elci ad ora ad ora Si soffermava, ed io pensoso e stanca. Dalla siepe le offria l' irsuta mora; E con1e per que' scogli ella al mio fianco Sal ìa .... eh i detto al lor m'a vria che ascesa Ahi m eco più non ·vi sarebbe unquanco! Così lungo la r o_ccia Jis<;oscesa All'alta vetta io mi spingea veloce Con la figliuola a confortarmi intesa. Là ci avving.hiamtno ·entrambi a quella Croce, E parole di requie e di pietate Partir da' nostri labJ)ri ad una voce. Quindi a rnirar la suddita cittate Mi volsi, e i tetti e la pianttra erbosa Che sentì l'orme delle poste amate. Feriva intanto l' alha rugiadosa All' ormeggiar della diurna face Il pi11nacol del Tempio, ove riposa Quella ch.e i miei lan1enti ode, e non tace. 4

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==