Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

3~ Lisci non curo, o storia ti marmi; Vieni nell' urna stessa, o dolce amico, Vieni, rr.ta tardi, un giorno ad abbracciarmi . Chè nel mischiarsi il cenere pudico, Darà (credi a chi mai non ti mentiva ! ) Qualche favilla dell'affetto antico. Disse..... E come fìamn1ella in bassa riva Fosforeggiando, la funèbre erbetta Con roco sibilio lambe e ravviva, Si scostò, baienò la 1Jenedetta Anima fida, e su i n1iei labbri corse Languido bacio di notturna auretta . Ed io, che m'era del mio stato in forse , Percl1è, Isabella mia, perchè, gridai, Così 1ni fuggi? .... Ella la ma n mi porse , Ma non la strinse a questa mia, che mai Non ne fora disgiunta; e forse io pure Starei con essa, ed avrei pace ormai ! E qui ripresi ..... Oh! se tra l' alme pure Fruir ti piace la luce serena, Vanne; me lascia alle àffannose cure. E se i figliuoli tuoi, che nati appena Sentiron l' onda in cui discese un N unte ) E abbandonar la parte ima e terrena ,

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