Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

t'l Ch'io mi credei nell' ultirno respir<J Confondersi fra lor le nostre salme Per riviver congiunte in uno spiro. Deh per quell'atto delle care paln1e, Perchè tu, Vergin Madre, in qualche stel la Non unisti per sempre alnJen quest' aln1e? Ma se ti piacque far tua fida ancella Lassù nel cielo la Compagna mia, Che forse di mia sorte or ti favella; 1\.bbila se m p re teco, ella tua sia; Chè il tuo Figlio per figlia a te la d·iede Nel ricordo dell'ultima agonia. E tu spargesti della Croce a piede Lagrime di perdono ancor su questa, Ch'è pur del sangue del tuo Figlio eredco Deh Ttl per quanto di pietà ti resta, P el sangue prezioso in cui fu tinta, Abhi teco la bella J.~nin1a onesta, Cl1e in Dio l'ali drizzò dal suo mal vinta Nel giorno a Te devoto in che tornava Dal servizio del dì l'ancella quinta; (2 ) E per lunghi singhiozzi io la chiamava, Ed ella non m' udia, poche faville Di se lasciando a questa ter;ra l)ra-va~ ,2••

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