Leonida Bissolati - La ipocrisia reazionaria

} ., • , . ' ' 25 _vedono sempre alle ·prese coi rappresentanti del Governo, prefetti, delegati, carabinieri, soldati, i quali prendono le parti dei padroni, sciolgono le associazioni, ·paralizzano ed interrompono il movimento di resistenza. Dopo le violenze del potere esecutivo essi provano le carezze della magistratura. Non è allora naturale che nei cervelli d i qu'e·sti operai, i quali si sono associati semplicemente allo scopo di migliorare di qualche centesimo le loro mer·cedi, e di ottener-e la riduzione di qualche mezz'ora sull'orario del lavoro, non è na turaie, dico, che si faccia strada questo convincimento: che c'è un ostacolo che loro impedisce l'esplicazione del diritto di resistenza che viene assicurato loro .. formalmente daile lAggi, e che a rimuovere questo ostacolo essi devono occuparsi delle condizioni politiche ~n cui si svolge la vita nazionale? Voi tendete dunque a sopprimere le organizzazioni economiche. Ma i borghesi illumi- ~ nati ed onesti sanno invece quale sia l'utilità sociale delle associ'azioni di resistenza, e di quanto vantaggio esse siano alla vita generale del paese. L 'operaio che fa parte delle orga· nizzazioni allarga i propri orizzo~ti e la piccola lotta che faceva prima col singolo pàdrone, si avvezza a farla con l'intera classe padronale: per modo che il suo antagonismo d'interessi coi padroni diventa ' uno stimolo , potente allo sviluppo industriale. "' ~ Noi abbiamo una legge sui probi-vir1·. Eh-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==