Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

-85senza governo nè zavorra, con velocità proporzionale alla levità e ali' interno .vuoto. Ma basterà una. inavvertibile deviazione dalla direttrice, perchè l' angolo, spalancandosi smisuratamente nella foga del corso, tragga l'esile scafo a meta tanto più dèvia ed estrema quanto fu più ardito il viaggio. Peggio poi se gli alisei del preconcetto o i tifoni della passione, sempre imboscati in qualche plaga del!' atmosfera mentale, travolgano nave e navichiero nelle loro spire insidiose. Coteste orgie snervanti del _pensiero, trasportato via nella mongolfi~ra del sentimento, non furono estranee fin quì alla sociologia radicale, e meritarono ad alcuni de' suoi teorici la qualifica di sognatori. Ma l' avvenire del socialismo sta appunto nel rinunciarvi ad ogni costo, e riaccostarsi sempre più scrupolosamente al terra terra dei fatti, frugandone i campi ubertosi al vasto lume delle sue grandiose intuizioni. Così, dopo avere noi posta la tesi che la questione penale è anzitutto questione di riforme sociali, non ci dissimulammo l'obiezione positiva che ne minacciava la solidità: ma, disinvolgendo dall' obbiezione stessa tutti i suoi dati e giudicandola ex ore suo, la riducemmo facilmente ne' suoi giusti confini: frapponendoci discretamente fra i dommatici, che sognano nel socialismo la immediata riabilitazione sociale da ogni labe criminosa, e gli spiriti guerci, intestarditi a risguardare la questione penale come questione a sè, avulsa al grembo del problema sociale, B blioteca Gino Bianco

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