Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

_- 83 - gli scioperi, di organizzare la ~arità, di infliggere ammonizioni e sorveglianza e leggi eccezionali, pieni insomma di quella stolida é ansiosa preoccupazionedel momento, che può bensì fare gli uomini di governo, ma non già gli uomini di Stato e molto meno i saggi calafati della società - barcollante. Senza esorbitare dai nostro disegnq, ci si -consenta notare che la riforma sociale ha sl _gran braccia che attrae in sè ben altri fenomeni -0ltre quello capitale· del!' ordinamento economico, eh' è sopra di tutti. Gli impulsi criminosi derivanti dal clima, dal suolo, dalle stagioni, dal tempeiamento pazzesco e dall'indole violenta e ferina potranno elidersi assai più facilmente .quando un'agiatezza moderata e diffusa, una educazione più elevata ed eguale, un lavoro meno sfibrante e una concorrenza vitale meno incalzante, daranno agio di neutralizzare i. maligni ;nflussi meteorici, di fertilizzare i terreni avari e di ritemprare in sè e negli altri la solidità del sistema nerveo e. la coltura del1' intelligenza e dell' affettività. Lo specifico è _questo; --: tutto il resto è pagliacciata da quarta pagina. Il progresso scientifico e industriale, non più accaparrato a _tutto profitto di una casta, ma espanso a beneficio comune, completerà lo schiacciamento di questa maledetta idra lernea del crimine, a cui la tenace superstizione borghese travagliasi a mozzare, fra esorcismi e scongiuri, le teste ripullulanti, e che troverà il suo Ercole nella società stessa che n' è Biblioteca Gino B:anco

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