Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

- 117 - -dei due fratelli, che a pari educazione rispondono -con esito così diverso, è argomento a doppio taglio, poichè se si può sostenere che malgrado .l'educazione l'un d'essi diventò un furfante, si potrà sostenere ali' ugual titolo che in grazia .dell'educazione il fratello del. furfante diventò un eroe. O' altronde è questo appunto un de' -casi in cui si dice a ragione che le eccezioni -confermano la regola. Lo scetticismo del Ferri è ben giustificato -fin che si parla dell' educazione mor;,Je borghese, che s' incardina sull'ipotesi del libero arbitrio e si riduce al precetto astratto, in contraddizione flagrante colla immoralità di ·fatto dell' ambiente sociale. Ma ben altrimenti intendiamo noi (par. XVIII) l'opera dell'educazione. Posta a base l'equità delle condizioni -sociali rispettive di tutti e di ciascuno, l'educazione morale, per quelle misteriose anastomosi -che fanno 1della psiche umana un tutto solidal,e, passa dai regni dell'intelligenza in quelli dell' af- ·fettività, -e da questi si cristallizza nell'istinto, fondando quella morale inconscia delle generazioni che è tanto più solida e sicura in quanto .appunto non suppone la lotta morale, la battaglia pericolosa colle tentazioni, ma si incarna nel facile e spontaneo ossequio dell'individuo .alle esigenze <leila sua natura e dei suoi interessi. Intelligenza e sentimento vivono di reciproche endosmosi, e ciò che penetra il sentimento tocca necessariamente la condotta. Perçiò I' indipendenza assoluta della condotta dal .sentimento Biblioteca Gino Bianco

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