Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( 15 )- canti, luminarie, e proteste di gratitudine e giuramenti di concordia. La fama rapidamente la rer.ò in tutte le provincie che a gara città e borgate la festeggiarono. La gioventù torinese propose una festa federale, e fu celebrat:t nel 27 febbrai o. Nella piazza d'armi di Torino convennero deputlzioni di tutte le città, terre e villaggi dello Stato, l' immenso corteggio mosse al suono delle c2rnpane e allo sparo dt~' cannoni. Sterminato il numero delle bandiere, ciascun comune, istitnto, magistratura, professione o arte aveva la sua. ln riva al Po era rizzato un altare, innanzi a quello cantavasi l'inno ambrosiano. Comparve il re e fu sal utato con immense e<l indescrivibili acclamazioni. I festeggiamenti durarono tutto il giorno e gran pane della notte, fra mille e mille accese faci traversò le vie della c.itta un carroccio con l'antenna e la croce, la campé<.na e i mi liti vestiti all'antica foggia d' Italia a ricordo della lega Lombarda. Tutto ad un tratto si divolgò una voce che ad alcuni f 11 cagione di gioia ad altri di sgomento, a tutti di merav iglia, che la Francia erasi so ll evata, Lu igi Fil ippo fuggito , la repubblica proclamata. Addì 4, marzo pubblicavasi lo statut0 fondamentale conforme alle date promesse. È fama che il re dicesse, quando lo sottoscrisse: « questo è il più bel giorno della mia vita. • Questi mutamenti non si compivano in Piemonte senza gran perturbazione dell'Austria la quale avrebbe pur voluto ~tendere l'artiglio a distruggere ogni cosa, ma dovette mordere il freno imperciocchè nel seno della capitale dell ' impe ro esisteva un vulcano che dopo pochi giorni divampò. Nè solamente in Vienna fervevano sentimenti osti li al dispotismo dell'Austria, ma in tutto l ' impero. In Lombardia si congiuraYa non più a modo di setta, ma da tutto il popolo che a cielo scoperto protestava contro l'opprossione. Milano ri guardata la città più nel progre:::so dell'arti e delle lettere iniziata di tutta Itali a, ricea di suo lo e di gioventù di gagliardi pensieri e:;isteva una loita da gran tempo fra il popolo e l'autorita po!iti c.:J.. Questa feroce ed improvvida commisse errori e crudel tà inaudite fra i popoli più barbari , era un delirio di sangue vera febbrJ di strazi, l'ira accieecava chi dirigeva eù eseguiva le atrocità. ll municipio a capo del quale sedeva il conte Gabrio Casati protestava contro quelle nefandezze, la centrale domandava riforme, ed il vicerè ingannava tu tti. Nemmeno calda del sacro fuoco della patria era la Venezia , eil appena nel 17 marzo era. ivi arrivata la notizia della ri vo luzi one di Vienna, che il popolo si radunò nella piazza di san Marco chiedendo la scc1rcerazione di Daniele Manin e Nicolò 'fommaseo che da due mesi gemeano in prigione perchè si erano mo·

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