Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-(no)- briganti, e che un'altra volta per aprire e copiare digpacci d'un diplomatico lo invitò a pranzo e durante il desinare li fece tra· ~ crivere e uuovamente suggellare. Il Pacca e l' Escarena venduti all'Austria tentarono un colpo per agevolare l' invasione in Piemonte dell ' Austria. Immaginarono costoro una congiura contro Carlo Alberto dci liberali, nella medesima complicarono per!:>one al re ben affette, ma Carlo Alberto con grandissima circospezione Yivendo non fu prosa al laccio tesogli, e finì per esiliare il Pacca e licenz iare l' Escarena. L'Austria vide s'adirò e tacque, e Carlo Alberto si trovò p,iù libero, nominò ministro dell' interno Praloromo, delle fin anze Gallina. Era sopraggiunto intanto il !840 e le minaccio della guerra in occasione della questione d'Oriente per parte del gaùinetto francese destavano novellamente le apprensioni del- • l'Austria la. quale temendo che rompendosi questa guerra, il Piemonte si mettesse e<1ntro di lei volle prevenire il peri colo ostentando di non riconoscere in esso neppure il diritto di pigliare da sè le determinazioni confacenti ai propri interessi. Ambasciatore d'Austria presso la corte di Torino era Felice Schwatzemberg, nemico aperto degli italiani e di Carlo Alberto. Alla stoltezza quindi della proposta ch' egli ebbe a fare per ordine del suo gabinetto, aggiunse dal lato suo i moJi più inurbani. Presentatosi ai ndnistri del re, « L'orizzonte (egli dtsse) si va oiTuscando , è d' uopo occupare senza indugio le posizioni del Po » al che fu risposto dal ministro Vi llamarina sdegnato dell'atto superbo dell' austriaco rappresentante c quando il re l'ordini si prenderanno le opportune disposizioni per chiamare sotto le armi i contingenti » oh no , soggiunse il tedesco, siamo noi che dobbiamo occupare quelle posizioni . « A casa vostra rispose con nobile fi erezza il piemontese. , L' austriaaco indispettito da quella risposta riprese: • E con che mai, di sse, guernirete il Po? Forse col vostro esercito di contadini? Ma in ogni modo senza il nostro permesso il re vostro non chiamerà 1 contingenti. • A questo strano linguaggio rispose Villamarina « non da voi si prenderanno gli ordini o signore ma dal re. Se questi lo comanda fra. quindici giorni egli potrà. disporre se vuole di 100 mila uomini j quali varanno per lo meno uno per uno quanto i vostri. • L'ambasciatore au!:'triaco si ritirò adiratissimo ed il re sentito l' insulto proferì ad alta voce per la prima volta qnella parola che esprimeva il supremo de' suoi desiderj, « Or bene farò la prova all' Austria. , Il re avrebbe desiderato di v..,ndicar sul momento l'onta fattagli dall'Austriaco ministro, ma nella diplomazia è inopportuno il risentimento , re Carlo Alherto non si lasciava mai trc:Lsportare dalla passione. Si decise però a chiamare altri contingenti, a. formare un corpo di quarantacinque mila uomini quanti appunto ne

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==