Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( 42 )- Francia, ma eziandio in Italia per quella legge di espansione che governa i grandi avvenimenti po litici. I trattati del i81i> erano stati imposti alla Francia dai Borboni per un interesse di dinastia, ma il continuo lagnarsi della nazione avvertiva il ministero ed il re che la Francia del !829 non era quella del i8i5, ed allora si trattò di modificarli. Alcune tratta· tive erano cominciate per tale oggetto fra i gabinetti di Pietro· burgo e delle Tuilcrie ed ecco quali ne erano state le basi. La Francia e la Russia contraevano stretta alleanza special~ mente diretta contro Inghilterra. La Francia riprendeva le provincie renane. Dell' Annover tolto alla gran Brettagna si facevano due parti destinate l'una all'Olanda l'altra alla Prussia della quale inoltre si sarebbe aumentato il territorio coll'aggiungere una parte della Sassonia alla prorincia Prussiana della Slesia. Il re di Sassonia sarebbe stato indennizzato a spese della Polonia. Si assicurava all'Austria la Servia ed una del le due rive del Danubio. La Hussia della sua parte padrona della riva opposta dominava il Mar nero si metteva in possesso di Costantinopoli libera al caso di lanciarsi di là sull'Asia. Questo progetto che un dì, o l'altro realizzerà la Russia essendo la più forte potenza d'Europa avrebbe prolungato la caduta di Carlo X evitato non mai. Il cieco fanatismo della sua corte era salito all'estrema audacia. Missionari si erano sparsi per tutta la Francia agitando le menti colle loro tenebrose prediche, dispiegando agli occhi dell e donne le pompe d' una religione tremenda. innalzando su le pubbliche piazze l'immagine di Gesù crocifisso. L' autorità regale si di sponeva ad osar tutto appoggiata com'era sull' esercito e sul clero; Ma il popolo vinse la lotta, e quella rivoluzione avea messo il rangolo nel cuore di Carlo Felice, e temeva che nuova sollevazione ave~se a eontristare i suoi giorni , e tanto più spavento avea destato quel turbine nella corte di 'forino perchè già tripudiante per la notizia delle ordinanze di Carlo. L' aristocrazia ed il clero di Piemonte scorgevano nelle medesime il trionfo della loro causa. Il conte DeMaistre raccoglieva in propria casa a ba.nchetto i più distinti partigiani della b:wdiera della quale era campione e si fecero brindisi e lieti evviva a Carlo X gratificandosr colla vittoria che i princìpi da loro professati riportavano sul partito liberale da essi chiamato inquieto torbido e molesto. Poscia dettarono un discorso di conO'ratulazione a Poli"nac e lo spedirono i ,nmediata.mente a Parigi e quel messagglo non aveva appena varcate le Alpi che il tricolore vessillo impiantato dal popolo vincitore sventolava sulle rive della Senna, ed i complimenti destinati al caparbio ministro di Carlo X furono letti dal bancihere Laffitte ministro del nuovo re che foceli stam-

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