Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( 36 )- Santa Rosa giungeva una lettera del conte Federico Confalonieri di :Mila.no recatagli dalla contes~a. Fracavalli in cui era scritto. " Generale se ebbi mai qualche influenza sopra di voi ecco l'occasione di dimostrarmelo. Approffitto della nostra antica amicizia approffitto di tutto il credito di cui mi voleste altre volte onorare onde pregarvi di non passare il Ticino. La Lombardia non è preparata a ricevervi, il Yostro movimento non farebbe che compromettere coloro i quali si dichiarassero per voi i quali non avrebbero forze per so:;tenervi. Risparmiate a questa provincia i mali di una lotta di cui non potrebbe trionfare. » Le speranze di Santa Rosa c dei più caldi costituzionali cadevano c la lotta diveniva ineguale da.cchè un esercito austriaco accampava. sul Ticino, e l'1m- · peratorc di Russia in que-;to mezzo fece avanzare il suo per prevenire come dice,·a i funesti c troppo probabili effetti della rivoluzione militare scoppiata in Piemonte. Fu allora che il conte Mocenigo mini stro di Russia a 'forino si profTerse mediatore di pace, chiedeva ubbidienza al re Carlo Felice e prometteYa gli austriaci non entrerebbero nel regno, assicuraYa oùblio pel passato facea sperare uno statuto costituzionale. La giunta di Torino accettò la sua mediazione , e l'abate Marentini si recò ad Alessandria per avere eziandio il consenso di quella che per essere diffidente del governo di 'forino non si era per anche disciolta. La giunta Alessandrina pitì larghi patti bramava, ma nullameno accondiscese alle trattative di pace. Questo passo del ministro Russo fu una tagliola dell'Austria, la quale per aver tempo cercò di gettare nUO\'Ì argomenti di discordia, e per intiepidire gli animi feee dare speranze. I liberali essendo uomini lea li sono di buona fede e non sospettano tradimenti, quindi cedettero, e le operazioni di guerra non continuarono con quell'energia ed alacrità che le circostanze Yole,·ano, e Bubna prendendo pretesto di alcuni mo,·imenti del campo d'Al essandria Yarcò il Ticino e fulminò colle sue artiglierie il fianco dell' esercito costituzionale condotto da Regis che investiva Novara, ove trovavansi i reali comandati dal generale Della Torre. Il Hegi s per:maso di 'non poter resistere a tanta schiere nemiche ordinò la. ritirata, ma il timore infiltratosi nelle file nel vedersi poche e tradite di sordinate si sbandarono. Il Regis con pochi uomini si ritirò a Casale e di là ad Alessandria. Giunt:1 in Tot'ino la notizia dello sbandarsi dell'esercito e della sconfitta toccata, molti che in apparenza faceano buon viso alla costituzione, le rivolsero il dorso e si posero a celebrare le lodi· dell'opposto partito. Il Santa Rosa nnico che in quei momenti dirigesse la cosa pubblica dava pro.nti ordini per la ritirata in Alossandrta sper~ndo di arrestare ivi l'impeto dei vincitori. Ma

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