Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( 20 )- era quindi il confronto con quanto alla corte di Torino il circondava. La reazione nel popolo e nell'ese rcito si andava aumentando, un partito robusto sorgeva a chiedere riforme . c Carlo Alberto volontieri ascoltava quelle Yoei, spesso con intimità vi applaudiva e manifestava generosi pensieri : Amava l'Italia c ne detestava l'antico oppressore, l' Austria. Il partito rctriro che dominava in Corte se ne allarmava i liberali a con,·erso concepivano liete speranze d' avenire migliore. N è gli avvenimenti do' evano tardare ad avvolgerlo in prova difiìcile. ·Carlo Alberto ancora giovinetto traeva a se gli ~guardi degli Italiani che salutavano il sno apparire come quello d'el sole na- · sccnte. Grandi erano le doti che la natura aveva prodigata a quest' uomo destinato dalla provvidenza a rappresentare un principio cd a fare sovrumani sforzi per pr0pugnarlo. Il valore militare era nella sua casa una tradizione, o per dir meglio una religione, mant enutasi sempre intemerata, era il patrimonio lasciato ai discendenti dal principe Eugenio. Anche il principe di Carignano Carlo Emanuele padre di Carlo Alberto non era stato d'?- genere dagli a\'i suoi, poichè se non d' ~lti ssimo ingegno fornito fu però ancor egli di molta prodezza. Il suo sangue freddo nelle battaglie fu se mpr~ degno d'ammirazione, ed i ~moi soldati lo videro ognora intr~pido fra i\ tuonare dei cannoni ed immobile come torre in mezzo alla pioggia de' pro!etti. All e istanze del generale che una ,·olta lo invitava a coprire almeno le insegne dell'Ordine dell'Annunziata, che aveva sul petto, per non servire ù i bersaglio ai colpi i quali frequentissimi lo prendevano di mira. No, (rispose impass ibile) mai principe di Savoia no~ ha coperto questa iusegna in faccia al nemico. A provare siccome fino prima del i82i fosse il principe Carlo Alberto considerato in italia rechiamo una lettera di Pietro Giordani a Vincenzo Monti. Mio caro Monti . Ricevo da Piacenza dove già dovrei egsere le carte di Cicognara. Ora tocca a te. Conviene che tu mandi e raccomandi al signor Nota la lettera di Leopoldo c gli parli di lui. Nè la per:;ona, nè la grand'opera di Cicognara sa ranno scon o~cinte al signor Nota o al principe, nondimeno è bene che tu aggiunga ch'egli è suo amico ed è uno dei buoni e rari italiani. ggli ebbe parziale servitù co ll a madre di S. A. la quale mi ricordo di avergli sentita celebrarH come rara principessa, e troverai curiose particolarità in questa lettera anness::~, delle quali ti potresti servire nello ~crh· ere al valoroso signor Nota. Fagli dunque sapere come nel continuo nostro parlare dell'ottimo e veramente desiderato Principe nacque in me il pensiero che il nostro

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