Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( t50 )- di :Magenta, cacciando l'inimico dalle posizioni che esso occupa\'a e facendogli oltre a :lOOO prigionieri ; ma imptlgnata con forze superiori, ebbe a patire molte perdite: i i uffici·ali furono uccisi e 50 feriti, 650 sott'ufficiali e so ldati furono posti fuori di combattimento. L' 85.0 di linea scgnatamente eb e a soffrire: il comandante Delort di ·quel reggimento si fece valorosamente ucci · dere alla testa del suo battaglione, c gli altri uffici:~ li superiori rurono feriti . Il generale Martimprey ebbe un colpo di fuoco nel condurre la sua brigata. Le truppe del maresciallo Canrobert fecero parimenti perdite rincrescevoli. Il colonello de Senneville, suo capo di stato maggiore, fu ucciso al suo fianco; il colonello Charlier del 90.0 fu mortalmen te ferito da cinque colpi di fuoco, e moltj ufficiali della divisione Hcnau\t furono posti fuori di combattimento, mentre il villaggio di punte di Magenta era preso c ripreso sette volte di ~cguito. Finalmente, ,·erso le ore 8 J 12 di sera, l'armata francese rimaneva padrona del campo di battaglia, ed il nemico si ritirava lasciando nell e nostre mani 4 cannoni di cui uno preso dai granatieri della guardia, due bandiere e 7 mila prigionieri. Il numero degli austriaci posti fuori di combattimento si può valutare a circa 2ù rnila uomini. • Sul campo di battaglia si sono trovati :l2 mila. fucili e 30 milà sacchi. I rorpi a1striaci che hanno combattuto contro di noi sono quelli di Klam-Gall as, Zùbel, Schwarzemberg e Liechtenstein. Co· mandava in capo il Giulay. In tal gui:;a cinque giorni dopo la partenza da Alessandria l'armata allcat:1 aveva dato tre combattimenti, guadagnato una battaglia , sbarazzato il Pi emonte dagli austriaci e aperte le porte di Milano. Dopo il combattimento di Montebello l'armata austriaca ha perduto tra morti e feriti 25,000 nomini, tO,OOO prigionieri, e t 7 cannoni . Milano e~oltava alla notizia della vittoria di Magenta, il numero degli austriaci spenti, feriti c prigionieri superava non il desiderio m :t l'aspettazione. Il municipio nel gioruo cinque spediva a S. M. il re Vittorio Emanuele: un indirizzo nel quale con no· bile orgoglio rinno\'ava col figlio il patto fcitto coll'augusto suo padre nel !8~8 cioè di proclamare in cospetto della nazione un htto politico che undici anni di confidente aspettazione e d'intemerata lealtà avevano maturato in tutte le intelligenze e in tutti i cuori, l' annessione vogliamo dire della Lombardia al Piemonte. 'fate unione fu il primo passo sulla via del nuovo diritto pubblico che ridona alle nazioni l'arbitrio di se mede5ima. Il r e nel 9 giugno dJI quartier generale principale di Milano pubblicava il manifisto seguente.

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