Felice Turotti - Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II

-( 146 )....: siano dopo la battaglia del 31 sul campo lo proclamarono loro caporale ad imitazione dei veterani che nominarono loro caporale il gioYane Bonaparte dopo la battaglia di Monte Notte. Indi l' e~ercito alleato s'accinse al passaggio del Tir.ino, e diede la battaglia di .Magenta memorabile negli annali della storia, la medesima liberò Milano , ed obbligò gli Au:>triar.i a ritirarsi all'Adda. Le operazioni che i due eserciti alleati sostennero in questa battaglia sono le seguenti. L'armata frélncese radunata intorno ad Alessandria aveva dinanzi a sè molti ostacoli da superare. Se marciava su Piacenza doveva fare l'assediò di quella piazza ed aprirsi a viva forza il passaggio del Po, il quale in quella località ha una larghezza non miuore di metri 900, e questa operazione così difficile do· Yeva es5ere eseguita in presenza di un' armata nemica di oltre duecento mila nomini. Se l'imperatore passava il fiume a Valenza, trovava il nemico concentrato sulll. riva sinistra ·a Mortara, e non poteva attacarlo in questa posizione se non per colonne separate e manovrando in mezzo ad un paese tagliato da canali e da risaie. Da entrambi questi l<lti adunque eravi un ostcolo pressochè insormontabile : 1' imperatorere si appigliò alla risoluzione di evitarlo e trasse in inganno gli austriaci agglomerando il suo esercito sulla destra e· facendogli occupare Casteggio ed anche Robbio sulla Trebbia. Il 31 maggio l'armata ebbe ordine di marciare per la si· nistra, e passò il P(l a Casale, dove il ponte era rimasto in nostro potere. L'armata prese subito la 5trada di Vercelli, dove fu operato il passaggio della Sesia con lo scopo di proteggere e di coprire la nogtra rapida rftarcia su Novara. Gli sforzi dell'armata • furono diretti verso la destra su Bobbio , e due combattimenti gloriosi per le truppe piemontesi, dati da quella parte, sortirono ancora l'effetto di far credere al nemico che noi marciavamo su· Mortara'. Ma durante questo tempo l' armata francese era::;i recata verso Novara, e vi aveva preso posizione sullo stesso spazio dove il re Carlo Alberto aveva combattuto dieci ahni prima. Là essa poteva far fronte al nemico qualora si fosse presentato. In tal guisa questa marcia ardita era stata protetta da !00,000 uomini accampati sul nostro fianco destro ad Oleilgo, innanzi a Novara. In queste circostanze dunque l'imperatore doveva affi. dare alla riserva l'esecuzione del movimento che si faceva al di dietro della linea di battaglia. Il 2 giugno 11na divisione della Guardia imperiale fn diretta verso Turbigo sul Ticino; e .non incontrandovi resist'enia vi gettò tre ponti. L'imperatore avendo raccolto informazioni, le quali con·

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